Sono molto confusa, poi però sento la voce di Erika che mi spiega:
-Val questo è Sir Levantes: è uno dei nostri più valorosi cavalieri e ha già insegnato ad altri umani come combattere nel mondo onirico.-
Mi aveva rassicurato un po' dicendomi così, ma non sono del tutto tranquilla... Sir Levantes rivolgendosi a me continua:
- Vede Val quella che ha in mano non è una semplice spada, è fatta di pura energia positiva, forgiata con tutti i bei sogni che sono stati vissuti finora. Soltanto una persona come lei può impugnarla.-
Quelle frasi mi hanno fatto notare la bellezza della spada è di un argento puro molto luminoso e talmente limpido che riesco a vedere perfettamente il mio riflesso come in uno specchio. L' impugnatura dorata si lega alla lama avvinghiandosi come un serpente, al centro vi è incastonato uno smeraldo mentre girandola si vede che c'è una pietra brillante come la luna al posto dello smeraldo. Rimango a contemplare la mia arma per un istante, subito dopo sorge una domanda nella mia mente:
-Perché me? Cosa ho di speciale?-
Non appena finisco di parlare, quel che diventerà il mio maestro a breve guarda Erika che scuote la testa e rivolgendosi nuovamente a me risponde:
-Mi duole Val, purtroppo non c'è tempo per rispondere alle sue questioni, occorre iniziare al più presto il suo addestramento.-
-Ok.... allora cominciamo.-
All'improvviso l' uomo scompare e appaiono tre cavalieri dall'armatura di un nero pece, non sembrano avere l'aria amichevole, infatti il centrale tra loro sguaina la spada,seguito dagli altri, la punta verso di me e con un movimento veloce mi attaccano contemporaneamente. Con dei riflessi che non sapevo di possedere, riesco ad evitare i primi due e a contrastare con la mia arma il terzo. La battaglia non era finita ovviamente, il Cavaliere alla mia destra alza la spada e riprova a colpirmi, così istintivamente faccio uno salto indietro e bloccato l' attacco di un'altro, con un calcio mando a terra quello a destra, la cui lama si era impigliata nel tappeto. Infine mi volto verso il rimasto e dopo un duello con le spade pieno di suoni metallici ogni volta che le due si incrociavano, ottengo il vantaggio e lo lascio con la spada alla gola.
Sto ancora riprendendo il fiato quando sento la voce di Levantes.
- Impressionante, a dir poco impressionante...Val si vede proprio che sei l'umana giusta per questa missione.-
Lo ringrazio ansimando.
Chiudo per un attimo gli occhi e nel momento in cui li riapro mi ritrovo in mano un arco, ha le stesse finiture della spada: dorato con smeraldi e pietre di luna incastonate tutte lungo il dorso dell'arco, il filo d'argentato brillante. Sulla mia schiena scopro di avere una faretra dalla quale prendo una freccia è molto decorata, d'oro con la punta come il filo; se non fosse un sogno non vorrei proprio lanciarle via.
Anche il luogo in cui sto è diverso, sono nel mezzo di una foresta. Gli alberi sono abbastanza fitti, molto rigogliosi e di un verde brillante con tronchi possenti.
Mi sto guardando intorno, improvvisamente delle strane ombre fluttuanti mi passano di fronte molto velocemente,erano come una nebbia scura.
- Il tuo compito Val è di colpirle usando le frecce, non si preoccupi non avrà limiti perché sono infinite.-
Nonostante non riesca a vedere il maestro, ma senta la sua voce decido di chiedergli una spiegazione:
-Scusi, io non ho mai usato un arco, non penso di riuscire a colpire dei bersagli così veloci...-
- Non temere la sorprenderà quello che sa fare! Occorre solo osservare con attenzione i loro movimenti.-
Non mi aveva aiutato molto, tuttavia cerco lo stesso di concentrarmi sulle ombre e di centrarle.
Scocco la prima freccia...nulla si pianta sul tronco di un albero e la nebbia continua imperturbata il suo viaggio. Provo altre tre volte e il risultato è sempre insoddisfacente, non riesco neanche a seguire traiettoria dei miei dardi che si disperdono tra i folti rami. Mi sto scoraggiando, ma non mi fermo e continuo a tentare. Inoltre i miei bersagli iniziano a diventare anche pericolosi: si avventano sulle creature della foresta. Non posso lasciare che gli facciano del male, quindi cerco di calmarmi e miro ad un ombra nebbiosa in movimento; non lascio subito il filo e mi accorgo che queste seguono una sorta di percorso fisso nei loro movimenti perciò calcolo i tempi e una ad una riesco a colpirle con le frecce, esse lè attraversano e subito dopo scompaiono facendo diventare l'oscura nebbia delle luminose goccioline gassose che si dissolvono poco dopo.
Faccio un enorme sospiro... finalmente non ci sono più luci.
- Ottimo lavoro Val! Per oggi abbiamo finito.-
Socchiudo gli occhi e quando li riapro sono nel mio letto.
Penso sia la prima volta che non ho un souvenir dei miei sogni, però guardando il mio comodino vedo una penna d'argento con la punta d'oro arricchita dalle pietre delle mie armi. Che sia proprio la fusione delle due trasformafa in oggetto comune?