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POV'S Gevon
Passo il resto delle mie ore a rilassarmi sul divano con qualche bicchiere di rum, una bella striscia di coca e il pensiero di Karper e ogni centimetro del suo corpo. Ma la mia tranquillità viene interrotta dall'entrata di mio padre, che mi fissa dalla testa ai piedi avvicinandosi e togliendomi il bicchiere dalle mani.

Mi alzo dal divano sistemandomi la camicia. "È finito il tuo divertimento, ho bisogno di te", mi dice, porgendomi una pistola.

Sicuramente vorrà che uccida qualcuno per lui, senza farli avere le mani sporche di sangue. Mio padre si è sempre divertito a farsi nemici e io a ucciderli. Secondo lui è più divertente vedere morire le persone che ucciderle personalmente, io la penso in modo diverso

"Chi è lo sfortunato stavolta?" chiedo.

"È una persona che non conosci, ma questa persona conosce benissimo la nostra famiglia", risponde lui. "Non così tanto, dato che ha deciso di tradirci"."Come fai a sapere che parlo di tradimento?"

"Perché tu parli del bancario che tu hai assunto".

"Come fai a saperlo?"

"Vedi tu come il resto delle persone", rispondo, avvicinandomi alla finestra e poi girandomi di scatto verso di lui. "Non ha ancora capito che io sarò sempre un passo avanti a voi".

Lui sorride avvicinandosi, consegnandomi un foglietto con scritto l'indirizzo.

Lui esce dal soggiorno appena entra Ganet seguita da Jessica, nostra cugina.

Decido di andarmene anche io, ma Ganet mi ferma prendendomi per un braccio. "Io vado a stare da Jessica per qualche giorno, poi vieni tu a prendermi", dice."ho molte cose da fare Vedremo quando sarà il momento", rispondo, andandomene.

Salgo in macchina, dando un'ultima occhiata all'indirizzo.

Appena arrivo a casa del bancario, di lui non c'è nessuna traccia. Faccio irruzione nella casa, ma non trovo nulla.Mi arriva una chiamata di Givon, a cui decido di rispondere. "Abbiamo capito chi ha aiutato Atyrom".

"Dove siete?"

"Da Karper".

"Arrivo".

"Ok", risponde lui, riattaccando.Dopo la sua chiamata, mi avvio verso il nascondiglio,

Appena arrivo, senza entrare e farmi vedere, faccio uscire i ragazzi. "È stato il dottore della clinica",

"Ne sei sicuro?" chiedo dubbioso

"Sì, ne siamo più che sicuri, anche Karper lo ha confermato".

"E io dovrei fidarmi della parola di quella ragazzina", rimangono zitti e decido di cambiare argomento. "Tu e Carred dovete esplorare la casa di Angelo", dico, consegnando il foglio con l'indirizzo a Givon "Non era il bancario di tuo padre".

"Era. Ah, Givon, scegli qualcosa di decente da far indossare a Karper e portala nella stanza 201"."Ok", risponde lui senza capire, andandosene.

POV'S Karper
Givon viene verso di me, consegnandomi una borsa. "Vestiti", mi dice.

Apro la borsa e appena vedo i vestiti, mi pento. Una gonna. Io odio le gonne. "Perché devo vestirmi così?", chiedo.

"Andiamo a farci un giro", risponde lui.

"E dove andiamo di così speciale?"

"Da Gevon".

"Rimango qui", dico, incrociando le braccia.

"Sai che non puoi", ribatte lui.

"Io non voglio vederlo".

"Karper, è meglio che ti sbrighi. Gevon odia aspettare, almeno che vuoi che ti venga a prendere lui".

AMORE MAFIOSO Pallottole di doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora