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POV'S Gevon
Mi sveglio nella penombra della stanza, sentendo il peso del mio corpo come se fossi stato schiacciato da un macigno. Fuori è già giorno. La testa mi duole come se un'intera banda stesse suonando dentro il mio cranio. Guardo intorno e il silenzio è opprimente. L'alcol è sparito, ma i ricordi della notte precedente sono ancora vividi nella mia mente annebbiata.

Il bacio con Karper mi brucia come un marchio, ma non per il motivo che potrebbe sembrare. Mi chiedo perché diavolo dovrei provare rimorso. Non mi pento delle mie azioni, no, sono sempre stato un bastardo senza cuore. Ma questa volta è diverso. Sono incazzato con me stesso, perché ho concesso a Karper una vittoria che non merita.

Mi alzo dal letto con rabbia, sentendo il sapore amaro del vomito in bocca. Mi guardo nello specchio e la mia espressione è dura come il granito. Sono Gevon, dannatamente Gevon Martines, e non permetterò a nessuno di farmi sentire in colpa.

Decido che è giunto il momento di vendicarmi. Karper non sa con chi sta giocando. Se pensa di potermi manipolare, si sbaglia di grosso. Farò di tutto per farle capire chi è il vero padrone in questo gioco. E non mi fermerò davanti a nulla. È già nelle mie mani, rapita e impotente. Questa situazione mi offre l'opportunità di vendicarmi senza dover commettere atti estremi e immorali.

Decido di farmi una doccia veloce, vestirmi velocemente, guardando la mia immagine allo specchio, sistemandomi la cravatta.

È arrivato il momento di indagare sul passato di Karper Park.

Esco di casa incrociando mio padre nell'atrio. "Cosa ci fai qui?" chiedo freddo. "Lei è la madre di Gabriela, te la ricordi?" risponde mio padre in attesa che io mi giri. "No, non mi ricordo e io avrei altro da fare" rispondo io, senza togliere gli occhi da lui. Senza dare un'occhiata alla donna, bacio la sua mano. "Scusami, ma sono un uomo molto impegnato" dico, mentre la donna mi guarda con aria di desiderio. "Ti perdono, Gevon" risponde.

non mene faccio niente del tuo perdono rispondo tra me "stasera ci sei a cena?2 chiede mio padre dubbioso "no stasera sono occupato "penso che qualsiasi cosa tu hai da fare tu la possa rimandare"

"tranquillo jake faccio domani a casa mia c'è sempre tempo" risponde la donna guardandomi con desiderio.

io senza dire una parola esco di casa mi sono stufato Mio padre, con le sue aspirazioni aristocratiche, ha sempre cercato di infilarmi in matrimoni combinati, come se fossi solo una pedina nelle sue ambizioni di prestigio e potere. Non si trattava di amore o felicità, ma di percepzione e ereditarietà.

Ogni volta che una di queste "candidature" si presentava, io sentivo il peso delle aspettative su di me. Ma io non ci credevo, non credevo nel romanticismo o nella passione. Per me, le relazioni erano solo questioni di convenienza e calcoli. Il cuore? Solo un muscolo che pompa sangue, niente di più.

Le giovani donne che mio padre presentava erano tutte simili: belle, raffinate, ma prive di vera sostanza. Erano solo strumenti per consolidare il suo status sociale e per garantire una discendenza "appropriata" per la famiglia Martines.

Non ho mai condiviso queste visioni, non ho mai creduto che il matrimonio potesse portare la felicità o il compimento. Per me, era solo una formalità da compiere per mantenere le apparenze, nient'altro. Non avevo intenzione di rinchiudermi in una vita di convenzioni e ipocrisie solo per soddisfare le aspettative di mio padre.Così, ogni volta che una nuova proposta matrimoniale si faceva strada nella nostra casa, io resisteva con tutte le mie forze. Non volevo essere coinvolto in giochi di potere o intrighi familiari. La mia vita sarebbe stata mia e mia soltanto, libera da vincoli e compromessi.
Salgo in macchina e guido fino a casa di Col che mi apre senza farmi neanche bussare. "Ti stavo aspettando, Gevon" mi risponde portandomi in soggiorno. "Volevo anzitutto scusarmi per quello che è successo a tuo cugino" mi dice prendendo dei fogli e consegnandomeli. "E parlarti di questo giro di droga che aumenterebbe i nostri guadagni" risponde lui consegnadomi dei fogli che sfoglio velocemente, dandoli il mio okey."Riki?" chiedo dubbioso. "Sta arrivando" risponde Col.

AMORE MAFIOSO Pallottole di doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora