Una zampa di antilope si posò su una duna, sollevando una piccola nube di sabbia. "Finiamo il giro e andiamo a farci dare il cambio."
La notte era insolitamente calda, tanto che ai due centauri che stavano di guardia era sufficiente un mantello per difendersi da un cambio di temperatura meno brusco del solito.
I due erano vigili ma rilassati, gli occhi che scrutavano l'orizzonte del deserto che si estendeva attorno a loro. La luna, quasi troppo bianca contro il blu profondo del cielo, era tonda e luminosa, perfetta per avvistare qualunque potenziale minaccia.
Mhidarr completò la salita e si guardò nuovamente intorno, ma pareva tutto normale. Una notte come tutte le altre. Il deserto esterno era sempre stato una zona piuttosto tranquilla, anche se non del tutto priva di pericoli.
Si girò verso il compagno. "Direi che possiamo andare a dormire. Uehrud dovrebbe già essere sveglio. E credo anche Syer." Phunsud annuì, guardando con desiderio il piccolo agglomerato di alte tende poco distante. Mancavano poche ore all'alba, ma forse avrebbe avuto il tempo di riposarsi.
Stava per incamminarsi, ma si bloccò quando udì Mhidarr chiamarlo.
Lo raggiunse con un balzo. Aveva sentito la sua voce tremare. Non ebbe neanche bisogno di chiedere quale ne fosse il motivo, perché l'altro lo prese per un braccio e puntò la lunga lancia uncinata che reggeva verso una duna abbastanza vicina. "C'è qualcosa là dietro!"
Phunsud portò una mano su quella di Mhidarr, cercando di calmarlo mentre aguzzava la vista.
Dietro alla duna c'era effettivamente qualcuno. Una figura indistinta, scura e immobile. Troppo grande per essere un goblin o un serpente, troppo piccola per essere un nary.
"Andiamo a controllare." disse alla fine, raddrizzando le spalle. Se era un pericolo, era meglio eliminarlo subito. Se non lo era, in ogni caso avrebbero dovuto intervenire.
Iniziò a discendere cautamente la duna, seguito immediatamente dall'amico. Incoccando una freccia al proprio arco, si avvicinò piano alla figura, che non si mosse. Nonostante la luna, non riusciva a distinguere che un groviglio di stoffe chiare.
Si fermò quando finalmente percepì odore di sangue. Pochi secondi dopo, udì un rantolo lieve.
Chiunque fosse, era vivo.
Mhidarr superò Phunsud con un balzo, puntando la lancia contro la creatura. Si bloccò, indietreggiando appena quando finalmente fu abbastanza vicino da poter distinguere di cosa si trattasse.
Una donna kamry.
Sembrava impossibile. I kamryn non uscivano mai dal proprio territorio, specialmente non da soli. Loro due non ne avevano mai nemmeno incontrato uno di persona. Ma doveva per forza essere una di loro. I polsi sottili, le macchie che punteggiavano i pochi tratti di pelle scoperta e la forma arrotondata del viso non lasciavano dubbi.
I capelli neri erano coperti da un velo di stoffa bianca e sottile, e c'era un'ampia macchia vermiglia sulla gonna del semplice vestito che la avvolgeva. Una freccia le spuntava da una spalla. Doveva essere affondata di almeno un palmo, perché la quantità di sangue era preoccupante.
Ma respirava ancora.
Il centauro si irrigidì senza nemmeno accorgersene e lasciò cadere la lancia, senza toglierle gli occhi di dosso. "Phunsud." chiamò piano. "Vai a chiamare un guaritore." In quel momento non era importante chi fosse quella straniera o cosa le fosse successo. Se era ancora viva, dovevano aiutarla.
All'altro bastò lanciare una rapida occhiata al corpo per obbedirgli.
Mhidarr si chinò verso la donna, facendo attenzione a non urtarla con le corna. E notò qualcos'altro.
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Il leopardo e la pantera
FantasyAltheon e Nox. L'uno lo specchio dell'altro, separati da un unico dettaglio. Un dettaglio che è la loro condanna. In quello che doveva essere un giorno come tutti, si trovano divisi per la prima volta, soli e vulnerabili. E alla fine, ritrovarsi si...