Tutti i centauri e i kamryn sapevano che avrebbero dovuto attaccare. Gli orchi sembravano non avere intenzione di uscire dal loro rifugio – il che quasi sicuramente significava che stavano cercando un modo per sconfiggerli facilmente, e con altrettanta sicurezza lo avrebbero trovato presto, se Nox avesse saputo quello che era successo. Avrebbero dovuto approfittarne.
Ma non lo avevano fatto.
Il silenzio regnava tra i centauri che si erano riuniti. Erano tutti presenti, esattamente come era avvenuto la notte prima. Ma il tempo del lutto era finito, e stavolta il motivo per cui si erano radunati era ben diverso.
Uehrud, che evidentemente non era disposto a tentare un altro assalto e rischiare altre vite, li aveva richiamati tutti da alcuni minuti, ma ancora non aveva pronunciato una parola.
Altheon fece una smorfia, spostando il peso da una gamba all'altra. Era riuscito a guarire la ferita il giorno prima, ma lo sforzo, unito a tutto quello che era accaduto, lo aveva lasciato esausto e non era comunque bastato. Era stato troppo impegnato a sprecare una piccola parte dell'acqua che ancora avevano per lavarsi di dosso il sangue di Syer, e a cercare di non mettersi di nuovo a urlare, per concentrarsi a dovere. Non era riuscito a risanarla del tutto da solo e i kamryn che erano venuti non erano più esperti di guarigione di quanto lo fosse lui. Alla fine si era rassegnato a chiedere aiuto a Iejrka, e per tutto il tempo necessario non aveva avuto il coraggio di guardarlo in faccia.
Non sarebbe più riuscito a parlargli, non dopo avere causato la morte del suo maestro senza nemmeno avere fatto un tentativo di proteggerlo.
Lo spiò cautamente. Il giovane centauro, accanto a lui, era inespressivo, ma i suoi occhi erano arrossati e spenti. Altheon sentì una fitta gelida trafiggergli il ventre. Avevano solo pochi anni di differenza, erano stati cresciuti insieme, e ora si rendeva conto di non conoscerlo abbastanza per riuscire ad alleviare il suo dolore.
D'altra parte, dopo quello che aveva fatto a lui e agli altri, avrebbe solo potuto peggiorare le cose.
Era inutile. Qualunque cosa facesse, poteva solo fare male alle persone che gli stavano attorno. Forse era lui la vera maledizione, non Nox.
Eppure continuava a essere protetto. Più volte aveva rischiato la morte, eppure qualcuno era sempre arrivato a salvarlo in tempo. E lui continuava a vivere, mentre intorno a lui altri che avrebbero meritato la stessa sorte venivano uccisi.
Per un attimo pensò alla barriera che lo aveva difeso dopo la morte di Syer. Aveva chiesto a tutti gli altri kamryn se fossero stati loro a erigerla, ma le risposte che aveva ottenuto erano state tutte negative.
Con tutte le sue forze respinse la vana speranza che era sorta nella sua mente. L'unica possibilità plausibile era che si fossero semplicemente dimenticati di averlo fatto.
"Vale la pena di continuare?"
Sollevò lo sguardo, udendo le parole. Per un attimo fu certo che i suoi pensieri avessero preso corpo, prima di accorgersi che era stato Uehrud a parlare. La sua voce era stata fin troppo bassa, come se si fosse rivolto a se stesso più che agli altri, ma poi ripeté la domanda, con tono più alto. Diverse decine di occhi lo fissarono in silenzio.
Non ricevendo risposta, Uehrud proseguì. "È giusto che siate voi a decidere, alla fine. Pensate di voler andare avanti così? A questo punto le nostre possibilità di sopravvivenza sono le stesse, qualunque via scegliamo."
Era la verità. Anche se Iejrka aveva già preso il posto del suo mentore e aveva dimostrato di avere capacità quasi pari, senza Syer erano senza dubbio più vulnerabili. Qualunque cosa avessero scelto sarebbe stata un potenziale suicidio.
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Il leopardo e la pantera
FantasiaAltheon e Nox. L'uno lo specchio dell'altro, separati da un unico dettaglio. Un dettaglio che è la loro condanna. In quello che doveva essere un giorno come tutti, si trovano divisi per la prima volta, soli e vulnerabili. E alla fine, ritrovarsi si...