Nox riaprì gli occhi accorgendosi di non riuscire a respirare. Il suo corpo scattò in piedi, rischiando subito di perdere l'equilibrio. Cercò di gridare, ma non riuscì a emettere suono.
Le braccia forti di Ieh'rid afferrarono le sue e lo sostennero prima che potesse crollare. L'orco lo fissò negli occhi. "Mi dispiace." disse a bassa voce. "Mi dispiace. Cerca di calmarti. Sei al sicuro."
Lui continuò a mantenere il contatto visivo mentre si affidava al suo tocco per non cadere, chiedendogli aiuto con gli occhi. Quando ricominciò a respirare naturalmente pensò che fosse passata un'eternità, sebbene non potessero essere trascorsi più che pochi secondi.
Quello che aveva visto non poteva essere reale.
"È successo davvero?" ansimò. Riusciva a malapena a parlare. Si sentiva come se tutte le sue forze fossero state prosciugate, il cuore e la testa sul punto di esplodere.
Ieh'rid continuò a guardarlo e non smise di tenerlo. "Sì. Quelli sono i ricordi che tuo padre e tua madre ti hanno trasmesso. Non sarei stato in grado di vederlo se così non fosse stato." Avvicinò a sé l'allievo, appoggiandogli una mano sulla schiena. "Ora sai tutto. Mi dispiace. Forse non avrei dovuto fartelo vedere."
Nox si strinse al braccio dell'orco finché non riuscì a mettersi di nuovo a sedere. Sentiva che se avesse riprovato a mettersi in piedi sarebbe caduto. "Non è possibile."
Voleva credere che non fosse reale. D'altra parte, non avrebbe potuto ricordare cose che erano successe prima ancora della sua nascita. O capire una lingua che non aveva mai parlato.
Ma Ieh'rid non gli avrebbe mai mentito. E poi aveva riconosciuto i centauri nella visione. Mhidarr e Phunsud. Sarebbe stato impossibile per chiunque altro riprodurre i loro volti con tanta perfezione.
Ma se quello che era successo era davvero la verità, la realtà era ancora peggiore di quella che aveva immaginato. Fin dall'inizio, la sua vita era stata destinata a sparire. E fin dall'inizio aveva portato la morte.
Portò le ginocchia al petto, avvolgendosi più strettamente nel mantello. Non aveva mai conosciuto i suoi genitori naturali e ci aveva pensato solo raramente. Ma quello che aveva visto, e il pensiero che fossero morti per lui, lo facevano rabbrividire d'orrore.
Ma sapeva per certo di non esserne l'unico responsabile.
Erano stati loro, ancora una volta. Le bestie feroci che erano i suoi consimili. Ancora una volta avevano versato sangue senza alcun motivo.
"Non è stata la prima volta, sai?" La voce di Ieh'rid lo riscosse dai suoi pensieri. Guardò l'orco senza dire nulla, aspettando che proseguisse. Il suo maestro si mise seduto al suo fianco. "Ti hanno raccontato di cosa è successo esattamente al nostro popolo?"
Lui annuì stancamente. Avrebbe voluto chiedergli perché ne stesse parlando proprio in quel momento, ma non voleva discutere. "Me lo ha detto Kehn'eb. Mi ha detto delle voci che hanno sparso su di voi, e..." Il vecchio lo interruppe con un gesto della mano. "No, non intendevo quello. La causa di tutto." Sospirò prima di riprendere a parlare. "Eravamo alleati, un tempo. Come lo sono ora i centauri. Finché un giorno..." Deglutì. "Una delle nostre comunità è andata in uno dei loro villaggi e ha assistito all'uccisione di un neonato. Uno come te. Un pantera." Scosse la testa. "E loro non potevano permettere che il loro segreto fosse svelato. Non sei l'unico ad avere rischiato qualcosa del genere. Credo solo che tu sia l'unico ad essere sopravvissuto."
Nox si irrigidì. Lo aveva sospettato, ma sentirsene dare la conferma gli dava la sensazione che gli fosse stato strappato il cuore dal petto.
Un omicidio poteva forse essere ignorato, se impedirlo avesse significato mettere in pericolo un numero ancora superiore di vittime. Ma l'infanticidio era un atto innaturale, contrario a tutte le leggi di quel mondo e del mondo degli Spiriti.
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Il leopardo e la pantera
FantasiAltheon e Nox. L'uno lo specchio dell'altro, separati da un unico dettaglio. Un dettaglio che è la loro condanna. In quello che doveva essere un giorno come tutti, si trovano divisi per la prima volta, soli e vulnerabili. E alla fine, ritrovarsi si...