Nox smise di respirare.
Aveva creduto che non avrebbe mai udito parole simili. Non ci sarebbe dovuto essere alcun pericolo, lì nel deserto interno. Quella era una dimora sicura, troppo lontana e ostile perché chiunque decidesse di avventurarvisi.
Ma era evidente che Kehn'eb stava dicendo la verità. L'orco lo stava guardando negli occhi, senza parlare. Per un istante, lo sciamano sentì l'impulso di allontanarsi da lui il prima possibile, prima che decidesse di punirlo.
Aveva fallito. Aveva giurato di proteggere quel luogo, ma in qualche modo il male era riuscito a penetrare fino a lì. Li avrebbe distrutti tutti. Lo avrebbe preso, e questa volta non sarebbe riuscito a scappare.
Scosse la testa, cercando di liberarsi dalla sensazione di soffocamento che lo stava prendendo. Non gli capitava più da tempo, e gli fu difficile mantenere la lucidità. "Non so cosa sia successo, ma ti prego, lasciami rimediare. Riuscirò a sistemare tutto. Per favore..."
"Calmati. Per ora è tutto sotto controllo." replicò Nir'mjatt, a bassa voce. Kehn'eb annuì alle sue parole. "Sì. Non ti preoccupare, non è colpa tua." Nox afferrò il pendente della propria collana con tanta forza da rischiare di strapparlo, ma il contatto della pietra dura con il suo palmo annullò i suoi pensieri. Inspirò e cercò di concentrarsi per impedire alle gambe di cedere o farlo fuggire.
"Chi è stato?" chiese infine, sforzandosi di mantenere la voce ferma. Strinse lo scettro con più forza, appoggiandovisi per non perdere l'equilibrio.
Era passato un anno. Ora era forte. Sapeva come respingere un pericolo. Qualunque cosa fosse accaduta, il passato non si sarebbe ripetuto.
Kehn'eb distolse lo sguardo. "Erano dei centauri. Non so cosa ci facessero qui, ma sono entrati nella nostra oasi. Non ne avevo mai visto uno da queste parti. Ma..." Per un momento tremò impercettibilmente, poi si voltò nuovamente verso Nox. "Con loro c'era un kamry."
L'altro ebbe l'impressione che il mondo si fosse completamente fermato.
Non poteva essere vero. Nessuno poteva averli trovati. Soprattutto, non dei centauri. Non quelli che era sicuro che fossero.
I kamryn non uscivano mai dal proprio territorio. Non da soli. Glielo avevano sempre detto e non dubitava che fosse vero.
Se uno di loro era con un gruppo di centauri, c'era una sola spiegazione.
"Altheon..."
Non si accorse di avere parlato fino a quando non si accorse che Ug'bcur lo stava fissando. "Cosa hai detto?"
Nox abbassò gli occhi sul pendente che ancora stringeva. "Credo di sapere chi sia." confessò. "Io... sono cresciuto tra i centauri, ma non da solo. Avevo un fratello, e..." Stava diventando faticoso parlare. "E lui non è come me, quindi non ha dovuto andarsene. Penso che sia lui."
Kehn'eb lo fissò senza rispondere, inarcando appena un sopracciglio. "Ci sono molte comunità di centauri, lo so, ma in quante si trovano anche dei kamryn?" insistette il pantera con foga. "Ricordo che non venivano mai da noi, eravamo noi a doverci spostare. Non deve essere un caso. Non so perché siano qui, ma forse posso riuscire a convincerli ad andarsene. Datemi una possibilità!"
Era consapevole che se si fosse sbagliato si sarebbe trovato davanti dei nemici. Sapeva cosa sarebbe successo in tal caso, ma preferì non pensarci.
Quella poteva essere l'unica occasione di lasciarsi definitivamente il passato alle spalle.
Il pensiero lo colpì con forza sufficiente a farlo irrigidire. Era ciò che aveva voluto, ma non era certo di desiderarlo ora.
Aveva sentito la loro mancanza, in quell'anno. Si era rassegnato al fatto che non li avrebbe più rivisti e aveva cercato di concentrarsi sul presente.
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Il leopardo e la pantera
FantezieAltheon e Nox. L'uno lo specchio dell'altro, separati da un unico dettaglio. Un dettaglio che è la loro condanna. In quello che doveva essere un giorno come tutti, si trovano divisi per la prima volta, soli e vulnerabili. E alla fine, ritrovarsi si...