Il mio sonno fu interrotto dal rumore assordante della mia sveglia; passarono due giorni dal mio ritorno a casa e, per due giorni, sperai di risvegliarmi in quel letto di Barcellona, con Alessio al mio fianco. Delusa, anche questa volta, mi girai tra le lenzuola finché non riuscì a trovare una posizione abbastanza comoda. Mi strinsi nella maglietta, rubata ad Alessio pochi giorni prima e annusai il suo profumo; mi sembrava di averlo lì... ma ben presto realizzai che lui non c'era. Purtroppo.
Presi il telefono tra le mani e diedi una rapida controllata alle notifiche; non ci trovai nessun messaggio da parte del calciatore. Guardando l'ora, pensai che stesse ancora dormendo. Decisi, quindi, di mandargli il buongiorno, sperando di farlo contento. In questi due giorni, però, qualcosa cambiò: non riuscì a parlare con Lorenzo, ma non mi preoccupai più di tanto perché conoscevo abbastanza bene mio fratello e sapevo che necessitava di tempo. La cosa che mi preoccupò maggiormente, fu il cambio di atteggiamento di Alessio; improvvisamente, sembrò più freddo e distaccato e non ne capì il motivo.
*Flashback*
«Aleeeee» mi lamentai, stringendomi al suo petto. Ogni volta, come la prima, era uno strazio doverlo salutare. Entrambi odiavamo gli addii, ma ormai, era diventata una cosa 'normale'. Uno degli svantaggi di vivere una storia d'amore a distanza, era proprio quello: la lontananza. E per noi che necessitavamo del contatto fisico, era davvero insopportabile.
«Non piangere, che rendi tutto più difficile» cercò di consolarmi, asciugandomi le lacrime ma sembrava davvero un'impresa impossibile. «Mi mancherai, rompiscatole» gli diedi l'ultimo bacio, prima di recuperare la valigia e percorrere il corridoio che mi avrebbe portato al mio aereo. Mi voltai e gli feci un cenno con la mano, lo salutai dalla distanza, con gli occhi colmi di lacrime. Era diventata una sorta di routine, di cui ne avrei fatto a meno ma non potevo fermarmi a Genova.
Tornata a casa, mi rinchiusi in camera mia e iniziò la mia settimana d'isolamento: poca voglia di uscire, di mangiare o di vedere gente. Volevo rimanere al buio, con la musica triste nelle orecchie in attesa di una chiamata da parte del mio fidanzato. Non era il modo migliore per affrontare la mancanza, ne ero consapevole, ma non riuscivo a fare altro. Alessio, dal canto suo, si svagava con gli allenamenti; motivo per cui spariva e non si faceva più sentire...
*Fine flashback*
Solamente più tardi, capì che era il suo modo di affrontare la nostalgia; si chiudeva in se stesso perché non voleva far vedere agli altri che stava soffrendo.
«Ari, la colazione è pronta» fece capolino mia mamma, ma non ebbi la forza di uscire da quel letto; mi girai e rigirai per non so quanto. Stava iniziando la mia settimana d'isolamento, come due anni prima.
Maledissi di aver seguito Alessio in quella folle avventura, ma ripensai anche ai tanti momenti belli che vivemmo a Barcellona. Guardai, per l'ennesima volta, il telefono ma non trovai nessuna risposta da parte del difensore. Lo riposi sul comodino, con lo schermo rivolto verso il basso e tolsi perfino la suoneria; non volevo sentire nessuno.
Solo una sensazione prese possesso del mio corpo: la paura. Paura di doverlo dimenticare, paura di non riuscire a farcela senza di lui. Paura di essere dimenticata. Paura di rivivere quanto successo alcuni anni prima.
Mi sentì una stupida, ma scoppiai a piangere. Mi rannicchiai, come facevo da piccola, e strinsi quello che, per vent'anni, fu il mio inseparabile orsetto.
Perché mi stai combinando tutto questo? Perché sei ritornato nella mia vita? Perché sei costantemente nei miei pensieri? Perché mi sono innamorata di uno stronzo?
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Alessio Romagnoli - Instagram
Fanfiction|| Vieni qui e fammi dimenticare come si sta senza di te ||