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«Romagnoli, puoi abbassare il volume di quella tv? Starei cercando di studiare» mi lamentai, all'ennesimo urlo del telecronista. Studiare con Alessio in casa era un'impresa davvero impossibile, tra le vocine che faceva ai cani e la tv perennemente accesa su Fifa. «Amo, non sei contenta che ho appena segnato?»

Alzai gli occhi dai miei appunti e scossi la testa «solo lì puoi segnare» gli mostrai una linguaccia, con l'intento di prenderlo in giro; mise in pausa la partita e, con tono 'minaccioso', si avvicinò a me «cos'hai appena detto, piccola peste?» incominciò a farmi il solletico, facendomi dimenare sulla sedia. Carlotta, che era sdraiata vicino a me, alzò la testa e corse in mio aiuto; iniziò a tirare il calciatore per la felpa, facendolo sbuffare. 

«Tu dovresti stare dalla mia parte; sono io il tuo padrone» si chinò, per farsi dare una leccata dal labrador e contraccambiò con una carezza. «Accetta che Carlotta sarà sempre dalla mia parte» continuai a prendermi gioco del difensore, cosa che non gli piacque e fece roteare gli occhi. 

Se c'era una cosa che mi faceva imbestialire, era quando qualcuno osava toccare i miei appunti - ero davvero maniacale e tutto doveva stare nell'ordine in cui dicevo io. 

«Che stai studiando?» si interessò, prendendo un foglio tra le mani e cercando di capire quello che c'era scritto. «Rimettilo dov'era o sono costretta a tagliarti le mani» con tono minatorio mi avvicinai a lui, fino a lasciargli un bacio contro le sue labbra. 

Piegai la testa, prima a destra e poi a sinistra, facendo scrocchiare il collo; non so quante ore passarono, da quando mi misi sui libri ma ero davvero intenzionata ad impegnarmi al massimo. Alessio me lo fece notare e si offrì di farmi un massaggio al collo. «Amore, un po' più delicato» 

«Non sono un massaggiatore»

Per fortuna, quel momento di sofferenza e dolore venne interrotto dal suono del campanello; non avevo intenzione di alzarmi dalla sedia e sorrisi al mio fidanzato che, sbuffando, si avviò verso il citofono. «Lo sai che ti amo» esclamai, facendo sorridere. 

Non riuscì a capire chi c'era dall'altra parte del citofono; probabilmente sarà Andrea o qualche compagno di squadra di Alessio. 

«Amo, ma hai ordinato qualcosa? Perché il tipo mi ha detto che c'è un pacco per te»

Feci un rapido controllo mentale, ma non mi ricordai di aver comprato nulla di recente. «Tanto apri tu la porta»

«Mandi avanti me, così se la possono prendere con me? Grazie tante»

«Tu sei l'uomo, tu dovresti difendermi» cercai di convincerlo e tornai sui miei appunti. Il suono del campanello della porta d'ingresso mi fece sobbalzare. «Ah, ma sei tu» tirò un respiro di sollievo, facendo accomodare mio fratello. 

«Carlotta, attacca» ordinai al cane, che iniziò a saltare addosso a Lorenzo. Salutai mio fratello e gli chiesi cosa facesse a Milano. Mi spiegò che aveva un giorno libero e decise di venirci a trovare, perché aveva una sorpresa per me. 

Lorenzo si accomodò davanti a me e iniziò a sistemare il tavolo, ricoperto da libri, dispense e appunti. Alessio alzò le mani e avvisò il suo compagno di nazionale «fossi in te, non toccherei nulla di quello che c'è sul tavolo. Potrebbe diventare peggio di satana»

«Ari, tu sei sempre stata brava con i puzzle, vero?» mi domandò, dal nulla e posizionò una borsa di carta sul tavolo. Non ero in vena di stupidi scherzi e non avevo neanche tanto tempo - e voglia - da perdere. «Lore, se è uno scherzo, preparati a scappare»

Finalmente, liberai il tavolo, non sapendo cosa ci fosse dentro quella borsa e decisi di assecondarlo. Mi diede una scatola contenente vari pezzi di puzzle e mi disse di comporlo. Cercai di sistemare i pezzi, dividendo quelli della cornice dal resto. Quando terminai di creare il bordo del puzzle, i due calciatori iniziarono a fare confusione. 

Alessio Romagnoli - InstagramDove le storie prendono vita. Scoprilo ora