Capitolo 31. Così vicini, così lontani

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IMPORTANTE! LEGGETE!

Mi è capitato già diverse volte di imbattermi in fanfcition che riprendono alcuni elementi della mia saga. Dato che ci ho messo l'anima nello scrivere queste storie (Queen of my heart, il suo seguito, e prossimamente una terza parte) ci tenevo a chiedervi per cortesia di NON riprendere ciò che è mio di fatto, perché inventato secondo la mia immaginazione. Alcuni esempi sono il titolo da sovrano di Caspian: il Liberatore è mio, nel libro è il Navigatore. La spada di Caspian nel libro/film non ha nome; il nome Rhasador è inventato da me, così come lo sono i personaggi di Miriel, Shanna, Emeth (per metà), Shira, le Blue Singer, e altri (mi premurerò di scrivere un documento a parte per fare una lista). Tutto ciò che in 'Queen of my heart' (immagini comprese!) non torva riscontro né nei libri né nei film di Narnia, è il MIO canone personale. Per favore, non copiate! 

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In ginocchio, chiederò un'ultima possibilità

per un ultimo ballo.

Perché con te, io resisterei a tutto l'inferno,

 per stringere la tua mano.

Ti darei tutto

Lo darei per noi

Darei ogni cosa ma non rinuncerò

Perché tu sai,

Tu sai...Tu sai...



Drinian continuava a fissarla in quel modo così strano che la metteva un poco a disagio. Susan si domandò cosa mai significassero le sue parole.
«È stato Caspian a dirvi che non ha bisogno di me?» chiese al capitano, anche se la risposta la conosceva già.
«No...»
Susan annuì appena. «No. Certo che no...Allora, perché non volete che lo veda?»
Drinian serrò le labbra. «Perché non siete voi la donna che deve prendersi cura di lui»
Susan sospirò.
Allora era solo per quello? Queste cose già le sapeva. Aveva temuto che le dicesse chissà che, e invece...
«Lord Drinian» disse con calma e gentilezza, «so bene di non andarvi a genio, anche se non sono mai riuscita a comprenderne il motivo. E se devo essere sincera, mi piacerebbe davvero sapere da cosa nasce tutto l'astio che avete nei miei confronti. Ditemi, cos'ho che non va? Davvero pensate che Caspian non potrebbe essere felice insieme a me?»
«Volete la verità? Sì, signora, lo penso»
Susan lo fissò sconcertata.
Il capitano spostò il peso del corpo da un piede all'altro, lanciando un'occhiata alle spalle della ragazza, dentro gli alloggi dell'equipaggio. Chiamò un marinaio e gli consegnò gli asciugamani che ancora teneva tra le mani, chiedendogli di portarli nella cabina reale. Dopodiché, si rivolse di nuovo alla Regina.
«Non possiamo parlarne qui. Se volete seguirmi, vi spiegherò ogni cosa».
Lei rimase un istante immobile e l'inquietudine tornò a far capolino nel suo cuore. Poi annuì e si fece guidare da Drinian verso la cabina di comando. Lì, nessuno li avrebbe disturbati.
Susan si era cambiata d'abito e ora indossava una semplice veste azzurra a maniche corte a sbuffo. Un brivido le percorse la schiena e le braccia quando uscirono da sottocoperta, risalendo poi la scaletta che portava sul ponte di prua.
Drinian le aprì la porta della cabina di comando, poi la richiuse, tenendo fuori l'aria fredda. Il cielo si era fatto improvvisamente nuvoloso.
«Sedetevi, prego» esordì l'uomo, volendo essere fermo con lei ma anche gentile. Dopotutto, era pur sempre una dei Sovrani della Vecchia Narnia, una dei Re della Leggenda.
«No, grazie, sto bene anche in piedi» rispose Susan impaziente. Aveva capito che Drinian voleva aggiungere qualcos'altro alla spiegazione che gli aveva chiesto.
Lui si mise davanti a lei, le mani dietro la schiena. «Maestà, non è esatto dire che non mi andate a genio. In realtà vi ammiro molto: ammiro il vostro buon cuore, la vostra gentilezza e il vostro coraggio. Quel che non mi aggrada in voi è il fatto che continuiate a comportarvi come se doveste rimanere qui per sempre, giocando con i sentimenti del Re»
Susan provò una forte fitta di rabbia a quell'insinuazione. «Io amo Caspian!» esclamò alzando la voce. «Lo amo profondamente! Non mi sognerei mai di fare una cosa simile!»
«Lo amereste ancora se sapeste che vi ha mentito per tutto il tempo?»
«Mentito su cosa?»
Drinian fece un sospiro. «Ho idea che quello che vi dirò non vi piacerà. Tuttavia, devo farlo. Ho aspettato fin troppo»
Il capitano del Veliero dell'Alba aveva sul viso abbronzato un'espressione davvero molto seria.
La Regina attese, pervasa da un senso di ansia crescente. Ma nulla di ciò che pensò stesse per dire la preparò alle parole che vennero dopo.
«Sua Maestà si sposa»
Susan ebbe un fremito, sbatté le palpebre un paio di volte, allibita. Lo fissò incredula, dapprima troppo scioccata per provare dolore. «Cosa dite?» esalò con un filo di voce.
Di certo doveva aver capito male...
«È così. Mi rincresce molto dovervelo dire in questo modo, ma preferirei non girarci troppo intorno. Re Caspian si sposerà appena tornerà a Narnia, alla fine di questo viaggio. Il Gran Consiglio ha già scelto la sposa adatta a lui. La data delle nozze è già stata fissata»
Susan ebbe l'impressione che la terra le si aprisse sotto i piedi. Per un attimo, una morsa dolorosa le strinse il petto e le parve di soffocare. Esalò un debole lamento. Ora sentiva l'assoluto bisogno di sedersi. Cercò a tentoni la poltrona, tenendosi una mano sul ventre. Drinian invece rimase in piedi di fronte a lei.
«Me l'avrebbe detto» dichiarò la ragazza, alzando gli occhi su di lui. «Caspian me l'avrebbe detto!»
«Davvero?» chiese il capitano, sollevando un sopracciglio. «Dopo che vi ha aspettata così a lungo, credete sul serio che vi avrebbe raccontato la verità?»
Le parole di Drinian potevano sembrare rincuoranti da un certo punto di vista, ma Susan capì dal suo tono e dal suo sguardo che volevano avere su di lei l'effetto contrario.
«Sì, proprio perché mi ha aspettata. Perché mi...mi ama...»
«No, non lo avrebbe mai fatto, perché sa che ha poco tempo da passare con voi, e se ve l'avesse detto, voi non avreste mai accettato di portare avanti questa storia. Ho torto, forse?»
Susan non rispose.
No, non aveva torto. Se lei avesse saputo- se era vero- non avrebbe mai potuto amarlo liberamente come aveva fatto, perché Caspian era già legato e lei non sarebbe mai stata capace di passare sopra a una cosa simile.
«Io credo, perdonatemi se lo dico» continuò lui, «che più che amarvi, Sua Maestà vi desideri, e scambi il desiderio per amore»
Susan saltò in piedi, in viso un'espressione ferita, le labbra strette come se stesse trattenendosi dall'inveire contro il capitano.
Drinian chinò brevemente il capo. «Non intendo offendervi in alcun modo...»
«Mi avete offesa, invece! Come osate insinuare una cosa simile?!»
«Perdonatemi sinceramente» ripeté l'uomo con un tono di voce più pacato. «Non metto in discussione che nutra qualcosa per voi, ma il Re è solo infatuato, non è amore vero quello che prova»
«Voi non sapete nulla di quello che Caspian prova per me!» disse Susan voltandogli le spalle.
«Perdonatemi» disse Drinian per la terza volta. Il capitano del Veliero dell'Alba non pensava davvero tutto quello che diceva. Sapeva quanto in verità il Sovrano amasse quella ragazza, ma era giusto che lei sapesse: La Dolce e il Liberatore avevano vissuto una favola, ed era tempo di tornare coi piedi per terra. Era giusto così. Narnia aveva bisogno del suo Re. Il regno non poteva basarsi sui sogni di due ragazzi troppo incoscienti che avevano osato andare troppo oltre il consentito.
«Narnia necessita di una Regina che sostenga il Re sempre, ogni giorno, ogni istante della sua vita. Voi questo non potrete farlo» rincarò ancora Drinian senza nessun rimorso. Anche se quando gli occhi della Regina iniziarono a brillare di pianto, il senso di colpa fece capolino dentro di lui.
Susan si rivoltò svelta, decisa a non arrendersi, anche se a ogni parola era come se nel suo cuore venissero piantate schegge di vetro.
«Se il problema è solo questo» esclamò a fatica, la voce soffocata dal tentativo di trattenere la disperazione, «se tutto si riduce a se la Regina di Narnia deve essere una figura stabile, allora sappiate che io non intendo più tornare nel mio mondo! Rimarrò qui con lui. Per sempre!»
Egli scosse il capo e la fissò. «Sapete di non poterlo fare. No, non potrete, giacché Caspian ha già accettato la proposta. E Aslan l'ha approvata»
Susan trasalì al nome del Leone.
Il capitano la guardò portarsi una mano alla bocca e distolse lo sguardo da lei, iniziando a camminare lentamente su e giù per la stanza.
«Alcuni mesi prima che partisse» ricominciò, «Sua Maestà ricevette la visita di Aslan, il quale, come sapete, gli donò la sua spada, Rhasador, il simbolo della libertà conquistata dopo tanta fatica. Nella stessa occasione, Aslan affermò che sarebbe stato bene per il Re prendere moglie prima della fine di quest'anno. Questo era anche il volere del popolo»
«Però non ha detto chi avrebbe dovuto sposare» insisté Susan, cercando debolmente di ribattere. Ma sentiva di essere già sconfitta in partenza se davvero era il volere di Aslan.
«No, non lo specificò» disse Drinian. «Tuttavia, Re Caspian non poteva rifiutare all'infinito di sposarsi. Doveva farlo per Narnia. Per assicurarle un futuro. Per darle un erede. E così, un giorno, il saggio Ramandu delle stelle e sua figlia Lilliandil vennero a Cair Paravel da un'isola lontana. La fanciulla era la più idonea, secondo Aslan, a divenire la moglie del Re di Narnia. Sua Maestà accettò di incontrarla e lo stesso giorno si fidanzarono»
Susan non poteva più ascoltare. Non voleva più sentire niente.
E' fidanzato. Si sposa. Caspian si sposa...
Non era più suo. Non sarebbe mai stato suo. Non lo era mai stato davvero. Perché tutto era già stato deciso prima che lei tornasse...e lui non gliel'aveva detto. Aveva continuato a farle credere che per loro ci fosse una speranza, un futuro...
"Perché, Caspian? Perché?!"
«Non potete continuare a far soffrire Sua Maestà andando e venendo a vostro piacimento» udì Drinian poco dopo.
Se aveva detto qualcos'alto, nel frattempo, Susan non lo aveva sentito. Lo fissò smarrita, quasi non ricordasse di cosa discorrevano.
«Ammettete il caso che, nonostante tutta la vostra buona volontà, sarete costretta ad andarvene un'altra volta. E se mai tornerete, quanti anni saranno passati? Tre? Dieci? Venti? Pensateci: per quanto dovrà soffrire il Re, stavolta?»
Susan voleva dire qualcosa, ma le parole non vennero. Voleva smentire Drinian, ma riconobbe la veridicità delle sue affermazioni. Sembrava le avesse letto nella mente poiché, nonostante tutto, ancora oggi lei tremava al pensiero del suo ritorno sulla Terra, a una nuova separazione, al tempo che passava così diversamente tra i due mondi. Non poteva farci niente: aveva paura di questo e ne avrebbe avuta sempre.
E sì, Drinian aveva perfettamente ragione: lei faceva soffrire Caspian. L'aveva fatto soffrire. L'avrebbe fatto soffrire sempre, anche se non voleva.
Desiderò correre subito da lui, chiedergli spiegazioni.
Ma se davvero le avesse mentito sul suo fidanzamento? Allora lei cosa avrebbe dovuto pensare? Perché mai le avrebbe chiesto di sposarla se doveva già farlo con un'altra?
"Perché mi ama..." si disse ancora, e un barlume di speranza brillò nel suo cuore spezzato. Ma subito dopo, ricordò che era stato Aslan a decidere che lei lasciasse Narnia e che Caspian si sposasse.
«Mia signora» fece ancora Drinian, fermandosi di fronte a lei. «Voi sapete che non durerà. E anche il Re lo sa. L'ha sempre saputo, benché vi abbia raccontato tutt'altro. Io l'ho lasciato fare anche se gli avevo raccomandato di non spingersi troppo oltre per non farvi soffrire. L'avevo avvertito che sarebbe stato meglio troncare subito la vostra relazione prima che diventasse troppo seria, ma non mi ha ascoltato»
Susan scosse il capo, fissando un punto della stanza senza vederlo. «E questo non può farvi pensare che quello che volete per lui non è affatto ciò che desidera?» chiese piano.
«Ciò che Re Caspian desiderava era rivedervi almeno una volta. È successo, ma è durata anche troppo questa storia. Ora deve smetterla di sognare e tornare coi piedi per terra»
Susan aggrottò la fronte e fece un passo avanti. «Cosa state cercando di dirmi con queste parole?»
«Che le sue intenzioni nei vostri confronti non potevano essere serie. Certo, non vi aveva dimenticato, forse non vi dimenticherà mai, ma la sua vita sarà un'altra. Lo sa e l'ha accettato. Per lui sarete sempre un bel ricordo, nient'altro»
«Caspian non è quel tipo di persona!» esclamò Susan, turbata, arrabbiata.
Drinian non l'ascoltò e concluse. «Sarebbe meglio che tronchiate oggi stesso i vostri rapporti. Almeno voi, datemi retta. Tra poche settimane, quando arriveremo alla Fine del Mondo, Sua Maestà incontrerà la sua sposa e la porterà sul Veliero dell'Alba per condurla a Narnia con sé. A quel punto, se non ve ne sarete ancora andata, non vorrei proprio si creassero situazioni imbarazzanti. Non vorrei si pensasse male di voi, per cui dovreste lasciare...»
Susan strinse le proprie mani una nell'altra e gridò più del dovuto. «Se volete sbarazzarvi di me, Drinian, ditelo chiaro e tondo! E smettete di esporre la situazione mia e di Caspian come se fosse qualcosa di vergognoso!»
«Vorrei solo che prendeste coscienza di quanto ho detto. Re Caspian deve pensare a Narnia, solo ed esclusivamente a Narnia. Non importa se amerà o no la donna che gli presenteranno, ma la deve sposare perché è il suo dovere. E lo farà»
Susan lo guardò con occhi fiammeggianti. «Uscite, per favore» disse, con voce bassa e tremante.
«Mia signora...»
«Andatevene!» esclamò, le mani lungo i fianchi che stringevano la lunga gonna.
Senza aggiungere altro, Drinian fece un profondo inchino e la lasciò.
Non appena fu sola iniziò a piangere forte, gettandosi di nuovo sulla poltrona, rannicchiandovisi come un animale ferito. Si appoggiò al bracciolo, soffocando il rumore del pianto.
Non credeva che Drinian potesse rivolgerle parole tanto dure, metterla davanti a una realtà così cruda con così poco tatto.
Era vero? Era tutto vero?
Il capitano non le avrebbe mai detto certe cose se non fossero state vere. Sì, non la sopportava, forse la detestava, ma non le avrebbe mai mentito su una cosa tanto seria. Lord Drinian era burbero, un po' rude, ma non era un bugiardo. Inoltre, a che scopo raccontarle bugie se poi il Re avesse smentito?
Caspian aveva quindi voluto rivederla solo perché sapeva di doverla lasciare? Per non avere rimpianti? L'aveva usata davvero, proprio come anche Rabadash aveva insinuato, per un suo capriccio? No, Caspian non era così, non era egoista. Non poteva essere vero! Lo conosceva bene, lui era dolce, onesto...
Voleva vederlo, parlargli, sentire le stesse parole di Drinian pronunciate da lui, perché solo a Caspian avrebbe creduto. Ma non poteva tormentarlo ora, si era appena ripreso da una situazione orribile. Avrebbe dovuto aspettare.
Ma l'attesa era logorante. Lei doveva sapere! Subito! Sapere se tutto ciò che aveva provato, fatto e detto insieme a lui era solo un fugace momento che sarebbe presto stato dimenticato.
Susan provò un dolore così forte che per un attimo tutto il suo corpo vibrò, ed ella pensò che il dolore si concretizzasse in un suono udibile al di fuori di lei stessa. Era il suono del suo cuore. Il suo cuore si era spezzato.
«Susan...Susan, ehi!» la chiamò una voce e lei aprì gli occhi. L'oscurità era calata. Si era addormentata? Alzò la testa e incontrò gli occhi scuri di Caspian. Lui era accucciato a terra davanti a lei, con il volto al suo stesso livello.
«Caspian!» esclamò lei, allungandosi verso di lui e abbracciandolo forte.
«Susan...cosa...?»
«Stai bene?» gli chiese lei, allontanandosi un poco e guardandolo in viso attentamente.
Lui le sorrise in quel modo che le faceva battere forte il cuore. «Benissimo»
«Caspian...» mormorò, ricominciando a piangere un poco. «Oh, Caspian, ti prego, dimmi che non è vero!»
Il giovane la fissò interdetto. «Cosa?»
«Che stai per sposarti con un' altra»
Il Re la fissò un momento, poi si separò da lei e si alzò in piedi con sguardo molto serio. «Come l'hai saputo?»
«Me l'ha detto Drinian» Susan si alzò a sua volta. «Ti prego, dimmi che non è vero!»
Lui non rispose e si allontanò di più, dandole le spalle.
«No...» fece lei, aggrappandosi a lui, ma il ragazzo la strattonò con decisone e lei si ritrasse.
«Ti ho mentito, Susan. Su tutto quanto» disse lui, la voce fredda. «Mi dispiace, ma sapevamo che non sarebbe durata»
«Hai...hai detto di amarmi. Hai detto che...»
Caspian si voltò e la fissò con occhi dardeggianti. «Ho detto un milione di cose! Ma tu mi hai ascoltato? No, te ne sei andata! Cosa credevi, che me ne sarei rimasto ad aspettarti per sempre?! Anch'io voglio avere una vita!»
«Smettila...non è vero, non le pensi queste cose» mormorò la fanciulla, sconvolta.
«Sì, le penso, e tu lo sai! Era un sogno, Susan. Ora svegliati!»
Lei si coprì il viso con le mani e le parve che tutto si facesse ancora più buio. Poi, sentì di nuovo qualcuno metterle una mano su una spalla e scuoterla.
«Svegliati...Susan!»
«Eh?» la ragazza alzò la testa di scatto e anche stavolta incontrò due occhi famigliari...ma erano azzurri. «Peter...»
«Che ci fai addormentata qui? Ti ho cercata dappertutto»
Lei si passò una mano sul viso e tirò un sospiro di sollievo. Allora era stato un sogno...
«Da quanto sono qui?»
«Più o meno mezza mattina. Dai vieni», le disse il fratello con un sorriso. «È ora di pranzo»
Susan si alzò e lo seguì fuori dalla cabina di comando.
Peter la guardò con un vago cipiglio. «Susan, stai bene?»
«Come? Sì...sì, certo» mentì lei.
«Hai ancora l'aria stanca»
«Sì, sono stanca, ma il dottore ha detto che non ho niente. È che ho i nervi a pezzi» lo rassicurò lei. Rimase pensierosa per un attimo, poi chiese: «Caspian?»
«Credo che gli abbiano dato qualcosa per dormire. Se c'è qualcuno che ha bisogno di riposare, siete proprio voi, con ciò che vi è appena successo»
Le immagini apparvero chiare come lampi nell'oscurità. Susan rivisse in un attimo tutto quello che era accaduto nelle precedenti dodici ore a bordo dell'Occhio di Falco. Lei legata e imbavagliata che raggiungeva la nave in groppa alla Blue Singer, insieme al pirata. Rabadash che le diceva che la voleva come moglie e madre dei suoi eredi. Lei che aspettava e aspettava che Caspian arrivasse a salvarla, lui che giungeva da lei e finalmente si ritrovavano. E ancora i soldati di Rabadash che lo trascinavano via, che li separavano, l'attesa di sapere cosa gli avevano fatto e poi vederlo tornare praticamente in fin di vita, la minaccia del principe di giustiziarlo; la lunga notte passata a vegliarlo, a sperare, pregare che si salvasse, che non la lasciasse. E poi la mattina, quando davvero aveva creduto che sarebbe finita. Infine, dopo la battaglia il sollievo di saperlo salvo.
Ripensando a tutto ciò, Susan si stupì davvero di sé stessa, di quello che aveva fatto e sopportato, di come aveva reagito. Ma adesso era davvero al limite della sopportazione. Dopo le rivelazioni di Drinian sul matrimonio di Caspian, anche se poteva sembrare cosa di poco conto rispetto al resto, ebbe come la sensazione che il mondo si sgretolasse.
Caspian si sposa...Caspian si sposa...
Era una cantilena monotona nella sua testa e la faceva impazzire. Quelle parole erano un chiodo fisso, ormai. Un'ossessione.
Afferrò la mano di Peter, perché le prave di non riuscire a stare in piedi se non si fosse aggrappata a lui. Scoppiò di nuovo in lacrime e il fratello la guardò allarmato.
«Sue...?»
«Scusa, non so cosa...non so cosa mi prende» mentì ancora. Si sentiva girare la testa per lo sfinimento.
Peter l'abbracciò stretta e lei appoggiò la guancia alla sua spalla. «Forse è meglio che tu torni a stenderti»
Susan scosse il capo. «No. Voglio vedere Caspian»
Peter non poté intuire il vero motivo che si celava dietro quella richiesta. «Penso che fino a domani non ce lo lasceranno vedere» le disse.
«Domani?!» la paura per la salute di Caspian fece di nuovo capolino nel suo cuore. «Sta ancora così male? Il medico aveva detto che era questione di poche ore»
«Lo so, ma a quanto pare non è così. Comunque non devi temere: lo sai che il cordiale di Lucy fa miracoli», sorrise il giovane.
«Lo so, però...»
«Posso solo immaginare quanto sia stato difficile per te vederlo in quello stato. Ma ora sta bene. Non pensarci più»
Susan tentò di sorridere. Non avrebbe detto a Peter ciò che la tormentava davvero. Se l'avesse fatto, avrebbe rovinato l'amicizia che i due ragazzi avevano così a fatica conquistato.
Possibile che tutto ciò che la riguardava finiva sempre con il ferire anche gli altri?
«Cerca di rilassarti» le disse ancora il Re Supremo. «Sei tesa come una corda di violino».
Poco dopo andarono a pranzo, dove trovarono tutti gli altri: Edmund, Lucy, Eustace, Miriel, Gael, Emeth e Ripicì. Nessuno sembrava essere in forma perfetta. Ognuno di loro esibiva un'aria stanca e stressata, ma quella che sembrava maggiormente provata era proprio Susan. Non le piaceva mostrarsi debole davanti agli altri, e quando iniziarono a divenire troppo insistenti e fare troppe domande, lei si alzò da tavola lasciando il piatto a metà.
«Smettetela di starmi addosso, sto bene! Sono stanca di ripeterlo!»
Tutti gli altri si scambiarono sguardi perplessi. Susan non parlava mai sgarbatamente, nemmeno quand'era molto arrabbiata. Rimasero male per la brusca reazione della Regina, che male interpretarono credendo fosse dovuta alla situazione.
Susan tornò negli alloggi dell'equipaggio, fermandosi davanti alla branda di Caspian prima di sedervisi. Si levò il fiore blu dai capelli e iniziò a far ruotare il gambo tra le dita.
Aveva ancora un significato quel fiore? Il primo dono che Caspian le avesse mai fatto...
Improvvisamente, ricordò le parole che lui le aveva detto la notte che glielo aveva donato, sfilandolo dalla ghirlanda di fiori che Susan aveva intrecciato per lui.
"Lo sai che un'antica tradizione di Narnia vuole che un uomo regali una rosa blu alla donna che ha scelto come sua sposa per la vita?"
Ricordò anche un'altra volta in cui le aveva detto che vedere qualcosa di azzurro lo faceva pensare a lei, ai suoi occhi...
Azzurro, o blu, come il suo fiore.
Lo osservò un istante, prima di rimetterselo. Poi si alzò e si diresse verso la cabina reale.
A metà strada, come in uno strano dispetto del destino, incontrò Drinian. L'ultima persona che avrebbe voluto incontrare.
«Vostra Maestà»
«Capitano»
Si salutarono freddamente.
Lei lo superò irrigidendo le spalle e continuando a camminare spedita verso la sua meta. Poi accadde quel che temeva.
«Dove state andando?»
Lei non rispose. Era stanca di essere ostacolata da tutto e tutti.
«Il Re non può ancora ricevervi»
Susan si voltò irritata. «Non potete impedirmi di vederlo!» esclamò. «Ho bisogno di vederlo!»
«Per tormentarlo ancora?»
«Dopo che mi avete detto quelle cose, cosa speravate? Che mi tirassi indietro facendo finta di niente evitando di parlargli?»
«Cosa succede qui?» chiese il medico di bordo, che veniva proprio dalla cabina reale. «Ah, mia Regina», esclamò poi con un sorriso. «Stavo proprio per venire a cercarvi»
Susan lo guardò perplessa.
«Sua Maestà ha ripreso i sensi proprio ora. E ha chiesto di voi»
Lei ebbe un tuffo al cuore. «Davvero?!»
«Sì, mia cara. È ancora un po' debole, fino a domani non lo farò muovere dalla sua cabina. E a questo proposito, se non vi dispiace, dovreste alloggiare da un'altra parte, almeno per stanotte»
«Sì, certo. Non c'è alcun problema». Susan guardò ancora una volta Drinian, il quale non ribatté stavolta e la lasciò andare. Allora ringraziò il dottore e raggiunse quasi di corsa la stanza del Re. Quando fu davanti alla porta, però, esitò un momento.
Desiderava tantissimo vederlo, per svariate ragioni. Ma ora...ora che era davvero arrivato il momento sentì che avrebbe voluto rimandarlo al più tardi possibile. Quell'attimo in cui avrebbe guardato davvero negli occhi di Caspian e avrebbe capito come stavano effettivamente le cose. Se le avesse confermato le parole di Drinian, lei cosa avrebbe fatto?
Quando finalmente si decise ad entrare, trovò il giovane seduto nel letto, il viso ancora adombrato da un lieve senso di stanchezza. Ma i suoi occhi scuri brillarono di una luce abbagliante quando la vide, e lei non poté non gettarsi tra le sue braccia.
«Susan!» esclamò Caspian sorridente, felice.
In lei si dibattevano sentimenti contrastanti. Avrebbe dovuto essere furiosa con lui per non averle detto la verità, ma come poteva esserlo? Aveva rischiato la vita per salvarla. Come poteva non amare un uomo simile? E lei sentiva che lui la ricambiava. Lo vedeva, lo capiva. Voleva chiedergli la conferma a ogni dubbio, chiedergli di dirle ancora una volta che l'amava. Tutte le volte che lo faceva, lui rideva un poco di lei, senza cattiveria, forse pensando che era un po' sciocca, perché era ovvio. Aveva forse bisogno di ulteriori dimostrazioni?
No, assolutamente no.
Ma le insinuazioni di Drinian le erano entrate come un veleno nel corpo, inquinavano il suo cuore e non se ne sarebbero andate fino a che Caspian avrebbe detto no: non era vero niente.
Susan sentiva le braccia di lui attorno al proprio corpo e un pensiero orribile affiorò nella sua mente, un pensiero che la fece sentire male: quelle braccia erano destinate a un'altra donna.
Caspian la strinse forte, ignorando il lieve fastidio che avvertiva al fianco. La sua dolce Susan era venuta immediatamente. La prima cosa che aveva fatto quando aveva ripreso i sensi era stato pronunciare il suo nome, ancor prima di ricordare dove si trovasse, di rendersi conto che non soffriva più e non provava più dolore. Aveva veduto il medico al suo capezzale e si era per un momento chiesto se lei stesse male per qualche ragione, perché non era con lui. Il dottore aveva stupidamente insistito perché nessuno lo disturbasse, ma Caspian aveva ribattuto dicendo che voleva Susan, subito, lì accanto a lui. Voleva toccarla, voleva sentirla, guardarla, parlarle e sorriderle. Era stato quasi un ordine e il medico allora era andato a chiamarla.
«Sta tranquilla. Ora va tutto bene. Sto bene» sussurrò al suo orecchio, dandole un bacio sul capo.
Susan si separò piano da lui, osservando il suo viso. Il taglio sulla sua guancia era una striscia chiara che andava sbiadendo. Ma le altre ferite non erano ancora completamente guarite.
«Che cosa c'è?» le chiese il Re, quando vide che lei serrava le labbra e si irrigidiva leggermente.
«Niente...» fece Susan titubante. «Sono ancora un po' stanca»
«Ho chiesto al dottore come stavi e mi ha detto che sei quasi svenuta. È vero?» Le accarezzò il volto e lei annuì. «Forse dovresti riposare ancora»
«Sto meglio adesso. Tu come stai?»
«Adesso che sei qui, bene»
Lei gli sorrise debolmente. Non poteva spezzargli il cuore, ma doveva sapere...
Lui la fissò a lungo. Susan era strana. Aveva notato qualcosa in lei e dopo un attimo capì che cos'era.
«Tu hai pianto» le disse, accarezzandole ancora il volto.
Lei annuì appena. «Ero così in ansia...»
Lui sorrise lievemente e la strinse ancora.
«Devo dirti tante cose» mormorò la fanciulla.
«Anch'io»
«Sì, lo so». La Dolce lo guardò con occhi lucidi. Certamente, Caspian parlava del consenso di Peter al loro matrimonio. Voleva parlarle del loro futuro insieme.
Invece era di un altro matrimonio e un altro futuro che lei voleva sapere, non il loro.
«Devo ringraziarti, Susan» esordi il giovane. «Mi hai salvato la vita. Se non fossi stata lì, non ce l'avrei fatta»
Lei faticò per non cedere di nuovo alle lacrime. «Perché sei così buono con me?» gli chiese lentamente. «Perché mi ami? Perché volevi rivedermi?»
Lui la fissò sbigottito. «Cosa...?»
«Mi ami, Caspian? Mi ami davvero?»
L'espressione serena del ragazzo si fece più cupa. «Cosa?» ripeté senza capire.
Le prese le mani e gliele strinse. Lei non rispose e continuò a fissarlo, e Caspian vide nei sui occhi una tristezza così immensa da esserne quasi sopraffatto lui stesso. Improvvisamente la sentì lontana, nonostante fosse seduta di fronte a lui, le mani nelle sue.
«Perché hai fatto una domanda simile?»
Susan liberò le mani dalla presa di lui, allontanandosi, alzandosi, perché non riusciva a stargli vicino, a guardarlo negli occhi. Faceva troppo male.
«Quando pensavi di dirmi che ti sposi?» esordì all'improvviso, rispondendo alla domanda con un'altra domanda.
Caspian ammutolì all'istante.
«Quando pensavi di dirmelo?» chiese ancora lei, debolmente.
«Hai parlato con Drinian, vero?». Lui parlò con voce estremamente calma e piatta, guardando la cascata di capelli castani ricadere liberi sulla schiena di lei. La vide annuire. «Non volevo lo sapessi così»
Lei si voltò tremando. «Allora come?! E quando, soprattutto? Quando arriveremo alla Fine del Mondo e tu...»
Caspian capì all'istante che Drinian le aveva davvero detto ogni cosa. «Susan, ascoltami...» si mise in piedi, reprimendo una smorfia e un gemito.
«Fermo, non puoi alzarti» esclamò la ragazza avvicinandosi, posandogli le mani sulle spalle.
Subito, Caspian le prese i polsi stringendoglieli in una morsa ferrea, gli occhi scuri e penetranti fissi in quelli chiari di lei. Il Re nutriva da tempo il terrore che il capitano potesse parlare a Susan di quella storia, distorcendo i fatti e allontanandola da lui più di quanto aveva previsto accadesse se lo avesse scoperto. Aveva deciso di raccontarle la verità prima che lo facesse Drinian, ma non aveva mai trovato il coraggio. E ora...
Susan si aggrappò a lui, proprio come nel suo sogno. «Ti prego, dimmi che non è vero...Io ti crederò! Crederò a tutto ciò che mi dirai!»
Lui voltò la testa di scatto, come per cercare di negare l'esistenza della verità, ma lei ormai aveva capito e lui non poteva più fare niente se non ammetterlo.
«Mi dispiace...» sospirò il giovane. «Purtroppo, ciò che ti ha detto Drinian è in parte vero»
«In parte? Che significa in parte?!»
Caspian vide la disperazione farsi strada sul volto di lei, nei suoi bellissimi occhi.
«Qual è la realtà Caspian?! Dimmela, ti prego, perché io non lo so!»
«Lo sai qual è»
«No, non lo so più...io non riesco a capire! Avevamo detto che non dovevano esserci segreti, che ci saremmo detti sempre tutto, ma tu mi hai mentito per tutto questo tempo! Perché?! Perché non me lo hai detto?!»
«PERCHÈ NON POTEVO DIRTELO, SUSAN! PERCHÈ È LA VERITA'!» urlò Caspian, in preda alla furia più disperata, tornando a guardarla. La lasciò andare bruscamente, respirando a fondo. «È la verità»
Lei si sentì venire meno.
Lui cercò di ritrovare la calma. «Sì, è stato deciso che mi sposerò non appena terminata la ricerca dei Lord, ma io...»
«No!» Susan si coprì gli occhi con le mani e gli diede ancora le spalle, sconvolta.
«Aspetta! Ascoltami!» Caspian la prese per le spalle e la fece rivoltare verso di sé, costringendola a guardarlo. «Non pretendo che tu capisca, ma ti prego almeno di ascoltare quello che ho da dire. Io non ho mai dato la mia approvazione, non desidero affatto sposarmi! Dimentica quello che ti ha detto Drinian e ascolta me, invece!»
La Dolce non riuscì a sostenere quegli occhi così neri, così penetranti in quel momento.
«Susan, guardami. Se dobbiamo proprio parlarne, voglio che mi guardi.»
Lei lo fece e si fissarono per un momento. «Allora, quello che Drinian ha insinuato su di noi...» balbettò la ragazza.
«Che altro ti ha detto?» chiese Caspian con voce estremamente calma, ma terribilmente piena di collera.
Susan lo guardò intimorita. «Che non posso far parte della tua vita. Che hai acconsentito a sposarti perché sai che la nostra storia è destinata comunque a finire. Che è solo un sogno che avevi e non hai ancora voluto lasciar andare. Ma quando arriverà il momento, lo getterai alle spalle perché si è avverato, ed era solo questo che volevi, vivere quel sogno di tanto tempo fa. E...in realtà non mi hai mai amata»
Caspian contrasse la mascella e una furia disperata lo invase. «E tu gli credi?! Credi che io stia con te per...solo per soddisfare qualche mio piacere personale?!»
Susan scosse il capo mordendosi le labbra. Caspian le faceva quasi paura. «No...» rispose a voce bassissima.
«Stai dubitando del mio amore?» le chiese ancora lui, gli occhi che brillavano in un modo che non aveva mai visto.
«No!»
«Sì, lo stai facendo! Credi di più a lui che a me!» gridò il Re, allibito, stringendo la presa su di lei.
«Io non so a che cosa credo...Ho cercato di non ascoltarlo, ma non ce la faccio» Susan gemette, esasperata. «Non posso più sperare e basta. Le tue parole sono vere. Mi ami, lo so che mi ami, ma...»
«Ma cosa, Susan?!» fece Caspian, lasciandola andare e allargando le braccia. «Cosa vuoi che faccia?!»
«Non lo so» rispose lei debolmente, la voce tremante, bassa, contrapposta a quella alterata e furiosa di lui. «Forse che mi dici che non è vero. Che non ci sarà un'altra donna al tuo fianco, una donna con cui dividerai la vita, una donna che stringerai tra le tue braccia, che farà l'amore con te, e che ti darà dei figli!» Si era sforzata, aveva provato, ma alla fine le lacrime erano scese, numerose, irrefrenabili. «Voglio essere io...devo essere io!»
«E sarai tu!»
«No...no e lo sai. Lo sai che non puoi tirarti indietro. Perché l'ha deciso Aslan!»
Caspian la fissò senza dire nulla. Prese un respiro prima di parlare. Non voleva urlare ancora.
«Sì...Aslan desiderava che prendessi moglie per il bene di Narnia. E so che ha ragione. Sono il Re e devo fare quello che è giusto. Ma non me lo ha mai imposto. Non era un ordine, il suo, era una richiesta». Si avvicinò di nuovo a lei e Susan sospirò forte. «Un Re o una Regina di Narnia non sono costretti a sposarsi se non lo desiderano...Ma io lo desidero. Io voglio stare con te! Voglio che sia tu mia moglie! Sto facendo di tutto per farlo accadere e credevo che tu avresti combattuto con me per questo!»
«Io non posso disobbedire ancora ad Aslan!»
Caspian abbassò le spalle con un lamento stanco. «Non mi hai sentito? Aslan non mi ha mai imposto niente! Io non ho vincoli!»
La Dolce scosse il capo. «Questo non cambia le cose. Adesso vedo la realtà per quella che è: se sono tornata non è stato affatto perché dovevo stare con te. Sono stata io a infrangere le regole e Aslan è tanto buono che mi ha permesso di restare...per Narnia. Solo perché c'è ancora bisogno di me, ma non c'è nient'altro. Quello che è successo in questi tre anni non mi riguarda. Niente di ciò che accadrà a Narnia mi riguarda più. E tu...tu sei la mia punizione per aver disobbedito»
Caspian rimase un momento lì a guardarla piangere, pieno di tristezza e rabbia.
«È così che mi vedi? Come una punizione?»
«Caspian, non potremo mai stare insieme, te ne rendi conto? È tutto come allora, non è cambiato nulla!»
«Certo che no, se tu hai già deciso che sarà così!»
Lei si ritrasse, disorientata.
«Tu hai già deciso tutto da sola, Susan! Non te ne sei accorta? Ancora prima di venire da me, tu già credevi alle parole di Drinian!»
«Ma sono vere! Sono vere!» singhiozzò la fanciulla, più forte che mai.
«Sì, sono vere, ma non sono le mie!»
«Che differenza vuoi che faccia? Non mi hai detto niente di diverso!»
Caspian la fissò sbalordito. «C'è un'enorme differenza, invece! Ma tu non mi ascolti! Te ne stai lì a pensare di essere la sola a soffrire, vero? Non pensi a quello che sto provando io?!», si batté una mano sul petto, ricominciando a gridare. «Non mi hai prestato la minima attenzione! Hai già tirato le tue conclusioni e non mi vuoi stare a sentire!»
«Basta, sono stanca...» mormorò Susan, portandosi una mano al viso e coprendosi ancora gli occhi.
«Ah, davvero?!»
«Tu non sai cosa significa per me stare con te!» esclamò lei con voce frantumata dal pianto, abbassando la mano. «Tu mi hai salvato da me stessa! Non sai cos'ho provato veramente quando, chiusa nella mia camera, a Finchley, lontana da te, immaginavo che accadesse sul serio una cosa come questa! E pensavo e ripensavo a se ti eri già sposato, se mi avevi dimenticata!»
Caspian fece una mezza risata furiosa «Io non lo so?! Tu non sia come stavo io! Tu te ne sei andata! Mi hai lasciato solo!»
«Anch'io ero sola!» gridò lei tanto forte da sentirsi infuocare la gola e il petto.
«Tu non sai cosa vuol dire essere veramente soli, Susan! Tu hai sempre avuto la tua famiglia, i tuoi fratelli, i tuoi genitori! Io non avevo e non ho nessuno! Io non ho una famiglia, non l'ho mai avuta, ho sempre dovuto fare tutto da solo!»
«Volevo essere io la tua famiglia, Caspian, ma tu non...»
«Cosa?!» gridò lui, forte.
«Non me lo hai permesso!» gridò lei più forte in risposta. «Io lo volevo, ma ora è cambiato tutto e adesso...adesso non ha più senso restare!»
«Allora vai! Vattene!» gridò ancora lui, in fretta, puntando un dito contro la porta.
Prima che potesse pentirsi delle sue parole, Susan gli voltò le spalle e corse verso l'uscita. Caspian la guardò allontanarsi senza poter fare nulla.
La sua rabbia allora si arrestò. Il Liberatore fece ricadere le braccia lungo i fianchi e gemette debolmente. Guardò nel vuoto il punto in cui lei era stata fino a un attimo prima. Quindi si voltò, camminò fino al letto e si aggrappò a una delle colonne del baldacchino, stringendola tra le dita così forte finché gli intagli su di essa non gli penetrarono nella pelle. Le diede un pugno, emettendo un grido, facendosi male.
Ma si trattava solo di un dolore fisico, ed era in grado di sopportarlo. Era l'altro dolore, il profondo dolore che gli lacerava il cuore, che ne strappava i lembi e lo riduceva a brandelli, pezzo dopo pezzo, che non riusciva a sopportare. Faceva più male di qualsiasi taglio o ferita. Avrebbe preferito mille volte continuare a sentire il male provato sulla nave di Calormen, piuttosto che soffrire in quel modo. Le ferite del fisico guariscono, ma quelle dell'anima no. Solo Susan poteva curare quel tormento, ma lei se n'era andata. Era fuggita via e di certo ora lo odiava.
Aveva sempre saputo che, se lei avesse scoperto tutto, sarebbe andata a finire così, ma non aveva immaginato quanto potesse far male davvero. Il suo cuore era un leone in catene che ruggiva per ritrovare la libertà. Libertà che era possibile trovare solo tra le braccia di Susan. E oltre al dolore provò ancora rabbia, tanta rabbia. Nei confronti di sé stesso per aver mentito tutto quel tempo. Se le avesse raccontato ogni cosa prima, con le sue parole, forse avrebbero litigato ma non in quel modo. E forse tutto si sarebbe chiarito nel momento in cui Susan avrebbe capito quanto lui l'amasse, quanto lei fosse indispensabile nella sua vita e cosa era davvero accaduto a Cair Paravel quel giorno d'estate ormai lontano. Invece, adesso era inutile, perché Drinian le aveva riferito cose distorte e Susan non sapeva a quale versione crede, forse convinta davvero che il loro amore fosse tutta una menzogna.

Era furioso con il capitano. Da un po' di tempo Caspian temeva una mossa simile da parte sua, ma non pensava approfittasse proprio del momento in cui Susan era più debole.

Ed era arrabbiato anche con lei, perché non voleva nemmeno stare ad ascoltarlo. E sapendo quanto fosse ostinata, capì di non poter fare nulla. Doveva capirlo da sola qual era la verità...
Versò il tardo pomeriggio di quel giorno, il Veliero dell'Alba riprese il mare e si lasciò alle spalle le orribili avventure che aveva incontrato sull'Isola delle Acque Morte. Nessuno lo disse, ma fu davvero un gran sollievo per tutti sapere di lasciare quel luogo maledetto. L'unico avvenimento che avrebbero ricordato con piacere, sarebbe stata la visita di Aslan.
L'aria continuava ad essere fredda, colpa dei venti autunnali che spiravano da nord ovest. Una leggera pioggerella e qualche tuono li accompagnarono fino a sera, quando Drinian venne a portare la cena al Re.
Caspian era immobile nel letto, non lo ringraziò, non disse nulla, teneva lo sguardo fisso davanti a sé.
«Vostra Maestà deve mangiare»
«Non ho fame»
«Dovete rimettervi»
Caspian lo guardò appena. «Sto bene. Piuttosto, capitano, avete nulla da dirmi?»
Drinian indugiò un momento. «A cosa vi riferite?»
«Avete parlato con la Regina Susan, e le avete detto cose che non vi riguardavano!»
«Mio signore, mi rincresce, ma l'ho fatto per il vostro bene»
«Tu non sai cosa va bene per me, Drinian! Ti avevo chiesto di non dirglielo! Hai tradito la mia fiducia!»
«Vi prego, Maestà, voi dovete...»
Caspian alzò il viso e guardò Drinian con occhi fiammeggianti. Gli parlò con voce ferma, profonda ma estremamente chiara, piena di rabbia e dolore.
«Io voglio lei. Nessun' altra. E se non sarà così, preferisco la morte»



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-Spazio Autrice-

Come avevo detto, il capitolo è tutto loro! *^* Dei miei tesoroni adorati! L'ho scritto e riscritto innumerevoli volte, perché per Caspian e Susan doveva essere tutto perfetto, anche se si tratta di un litigio (o forse proprio per questo). Io non so mai darmi un giudizio da sola, anche perché sono molto autocritica, però più lo rileggevo e più mi piaceva. La situazione è piuttosto tragica, ma dovete sapere che a me piacciono gli amori tormentati, eh eh... Prevedo fiumi di lacrime tra i commenti...Non trattenetevi!

Angolino SPOILER!
I nostri amati Suspian avranno enormi problemi, e i nemici stavolta non c'entrano. La traversata è ricominciata e presto arriveranno su una nuova isola: l'Isola del Drago, dove Eustace ci aiuterà a smorzare un po' la situazione.

Ringrazio come sempre tantissimo tutti voi che leggete, votate, commentate (soprattutto) e inserite la storia nei vostri elenchi di lettura.
Un bacio grande,

Claire

QUEEN OF MY HEARTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora