La finestra della torre era stretta e alta, ma spingendo una panca sotto di essa e salendovi sopra, Shanna riusciva a vedere quello che stava al di là del palazzo e del labirinto.
Anche se le nubi nere e verdi ricoprivano ogni cosa, c'era un momento in cui la fanciulla riusciva a scorgere tra di esse il suo amato cielo. Accadeva di solito durante le ore che precedono l'alba, quando tutto era immobile e le sembrava di essere sola al mondo. Da lontano ammirava, con una stretta al cuore, paesaggi sempre diversi man mano che i giorni trascorrevano, e che l'Isola delle Tenebre si spostava da un capo all'altro dell'Oceano Orientale. A volte vi erano solo cielo e mare. Una volta, intravide una terra arida con una grossa montagna simile a un vulcano. Altre ancora, colline verdi e rigogliose.
Se solo avesse potuto stendere la mano e togliere quel velo di oscurità, vedere le stelle, riuscire a brillare lassù con loro e mostrare ai Sovrani la via, avvertirli del pericolo che li aspettava alla Fine del Mondo, e dell'inganno...
Era lei, Shanna, la vera Stella Azzurra, non Lilliandil.
Possibile che la sorella si fosse davvero fatta traviare in quel modo, solo per la sua gelosia nei confronti della Regina Susan e il risentimento verso Re Caspian?
Shanna ricordò con malinconia i giorni felici che trascorreva insieme alla sua famiglia sull'Isola di Ramandu, poco prima che il Aslan giungesse ad investirla dell'incarico di guida del cielo.
Ramandu aveva preparato le figlie alla visita del Grande Leone, ma quando il Felino aveva pronunciato il nome di Shanna, sia l'anziano padre che la sorella maggiore erano rimasti alquanto sconcertati.
Ma se il genitore si era congratulato con la figlia minore, Lilliandil, da quel giorno in avanti, si era mostrata gelosa della sorella.
«Non sarai la guida delle Loro Maestà, però sarai Regina di Narnia» aveva cercato di rincuorala Shanna.
Ma Lilliandil le aveva risposto con stizza. «No, non più! Aslan ha detto che il corso degli eventi è cambiato a causa di una decisione imprevista. Una decisione che, a mio parere, sembra più il capriccio di una ragazzina viziata e insignificante!»
«Di che stai parlando?»
Lilliandil si era voltata adirata. Mai Shanna aveva veduto sul suo volto una tale espressione.
«La Regina Susan! Ecco di cosa sto parlando! Ha abbandonato Narnia e ora vuole tornare! E Aslan le darà una seconda possibilità. Io non lo accetto! Non accetterò mai che mi porti via il mio sposo!»
«Ma se questo è il volere di Aslan...» aveva tentato Shanna timidamente.
«No! Non mi sottometterò mai a un'umana! Il Re ha preferito lei a me! Com'è possibile questo?!»
Le conseguenze delle sue parole erano giunte qualche tempo dopo, con il tradimento verso la propria famiglia, verso i Sovrani, verso il Leone.
Da quando Jadis le aveva rapite e rinchiuse separatamente nel suo palazzo, soprattutto da quando era passata dalla parte della Strega, Lilliandil non si recava mai dalla sorella né non chiedeva di lei. E quand'era Shanna a farlo, si faceva negare.
Perché? Aveva chiesto la piccola stella ad Aslan. Perché aveva tolto a Lilliandil l'onore di essere guida e regina?
E la risposta era arrivata immediata: Lilliandil non aveva superato la prova; la prova di saper rinunciare a ricchezza e potere divenendo sovrana al fianco di Caspian. Un fidanzamento mai avvenuto, solo proposto, dal quale Lilliandil era stata sciolta ancor prima che il Re terminasse di ascoltare Aslan. Ma di fronte alla scelta del Re di non sposarla, Lilliandil aveva dimostrato di tenere troppo alla sua immagine sul trono. Per questo sua attaccamento al potere, il Leone non l'aveva scelta come guida. Shanna aveva un cuore più saldo, mentre c'era corruzione nel cuore di Lilliandil. Questo spiegava la facilità con cui si era fatta traviare dalla Strega, che le aveva promesso il trono di Narnia e Caspian. Promesse che non sarebbero mai state mantenute.
C'era forse un modo per far redimere la sorella? Shanna sperava tanto di sì.
Si appoggiò con la testa al davanzale e chiuse gli occhi. Pensò improvvisamente a Shira, all'aiuto che le aveva chiesto, alla risposta al suo richiamo e al suo non farsi più viva.
Che l'avessero scoperta?
Shanna l'aveva pregata di vegliare sui Sovrani al suo posto: finché si trovava nel castello della Strega le era impossibile prendere le sembianze di stella, e i suoi poteri venivano limitati dai potenti incantesimi di protezione attorno alle mura. Jadis aveva fatto in modo che l'oscurità dell'Isola delle Tenebre offuscasse la sua magia luce.
C'era solo una creatura che poteva aiutarla, e lo stava già facendo: Shira, il falchetto più veloce che avesse mai conosciuto. Pur sapendo quanto fosse rischioso volare di nascosto tutte le noti fuori dalla propria gabbia sull'Occhio di Falco e raggiungere il Veliero dell'Alba, Shira aveva accettato. Avrebbe sorvegliato i Sovrani di Narnia in sua vece finché lei, Shanna, non fosse stata libera.
Ma era da molto che non aveva notizie del falchetto. Si augurò con tutto il cuore che non le fosse successo nulla. Shira era la sua migliore amica.
Un rumore soffocato la distrasse dia pensieri. Shanna aggrottò la fronte all'improvviso, rialzando la testa e voltandosi spaventata verso la porta. Dopo un paio di secondi quella si aprì, e una figura ammantata di nero avanzò nella stanza. Shanna tremò, ma dopo un attimo ancora, quando lo sconosciuto si levò l'ampio cappuccio, saltò giù dalla panca attraversando di corsa la stanza e gli gettò le braccia al collo.
«Padre! Padre!» esclamò colma di gioia.
Ramandu la strinse forte e poi la squadrò da capo a piedi, sospirando di sollievo nel vederla in salute, anche se i suoi begli occhi blu erano tristi. «Cara bambina...»
«Come...come sei riuscito ad arrivare qui?»
«La mia magia si sta indebolendo a causa delle tenebre, ma ne ho ancora abbastanza per raggirare quella di Jadis. In questo momento la Strega Bianca è debole, debilitata dal combattimento avuto con il Re Supremo»
Shanna gli strinse le mani. «Hai saputo...hai visto?»
«Tutto quanto, proprio come hai veduto anche tu. E ho visto cosa sta accadendo ora sulla nave di Calormen. Hanno bisogno di te, bambina!»
«E come? Dovrei uscire per poter fare qualcosa»
Ramandu sorrise. «È proprio quello che farai»
Lei lo fissò speranzosa e spaventata alla prospettiva di beffare la Strega.
«Tranquilla, non mi scoprirà. Mi crede morto, per questo sono riuscito a varcare i cancelli del labirinto», sorrise gravemente Ramandu. «Credendo che non costituissi più un problema, li ha lasciati aperti quand'è tornata qui. Era così provata dalla stanchezza che se n'è scordata»
«Anche se ha una delle Spade non riesce ad usarla, vero?» chiese Shanna, sapendo che grazie alla Spada Jadis avrebbe potuto recuperare in fretta le forze.
«No, non può usarla. Non ancora, almeno» rispose suo padre.
Shanna si fece molto seria. «Perché avete detto che la Strega vi crede morto?»
Ramandu la guardò negli occhi con estrema tristezza. «Mi ha tolto l'immortalità»
«Cosa dite?!» domandò lei, piena di spavento. «Può fare addirittura questo?»
«Non sono più una stella. Sono divenuto come il cugino Coriakin»
«Quindi...quindi sei mortale?»
STAI LEGGENDO
QUEEN OF MY HEART
FanficIMPORTANTE!! ⚠️I personaggi di Miriel, Shanna, Ader e i pirati di Therebinthia, Kal, Rolf, Shira, il dottor Galileo e le Blue Singer NON ESISTONO nella storia originale ma sono INVENTATI DA ME. Il titolo di Caspian il Liberatore è anch'esso una mi...