--- CAPITOLO XII ---

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D E E P  W E B

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D E E P  W E B

C A P I T O L O  X I I









I tre parlarono per diverse ore e di diverse cose, mentre di tanto in tanto Namjoon aveva interrotto i loro discorsi per porgere qualche domanda ad uno dei due o per aggiungere qualcosa a loro rimasto estraneo. L'hacker approfittò di quel tempo per chiedere in maniera più dettagliata al suo capo in che modo questo, volesse fargli controllare quel ragazzo ma quando ottenne la schietta tanto quanto impassibile risposta, quasi non poté fare a meno di far notare al maggiore l'alta discutibilità del tutto. Si era preso qualche secondo per analizzare le parole del biondo nel miglior modo possibile mentre questo picchiettava di tanto in tanto il polpastrello dell'indice della mano destra su un punto della superficie del tavolo, ed era quasi sul punto di esporre le sue perplessità quando fu interrotto. –Ho chiesto l'aiuto di un hacker anche perché mi serve qualcuno che, talvolta, sia in grado di arrivare al raggiungimento di un determinato fine anche attraverso dei metodi poco ortodossi.- aveva quasi recitato platealmente ma con lo scopo di convincere il minore servendosi anche, e forse soprattutto, di uno sguardo fermo al punto da lasciare adito a poche altre domande ancora. Namjoon osservò il profilo apparentemente perfetto di quello che era anche il suo di capo, prima di voltarsi per osservare meglio l'hacker che, a testa semi china e con la mente volta a precisi pensieri, ripercorreva velocemente tutto quello di cui aveva bisogno.

-Non è facile come probabilmente pensi. Si può fare, certo, ma avrei comunque bisogno di alcune cose.- Iniziò, guadagnandosi già dal primo suono emesso dalla sua bocca, l'attenzione completa degli altri due –Come ad esempio il suo cellulare e almeno per qualche minuto.- Concluse poco prima di sollevare gli occhi dal taglio affilato per dirottarne lo sguardo verso quelli scuri e nettamente più ampi di Seokjin.

-Dimmi solo ciò di cui hai bisogno, poi mi premurerò io di trovare un modo per fartelo avere.- Lo rassicurò il maggiore, intenerendo lo sguardo poco prima di lanciargli un sorriso sicuro. Yoongi sapeva bene che per tenere fede alle richieste del suo capo, avrebbe dovuto fare ricorso ad insegnamenti volti a violare un certo numero di leggi, così come la stessa privacy del ragazzo di nome Hoseok; esattamente come era già stato fatto dalla persona che lo aveva prima portato e messo in esposizione all'interno di un sito e poi all'interno di una red room. L'hacker non aveva modo di sapere con anticipo se quello spiacevole avvenimento fosse il risultato di un accordo precedentemente stretto in privato tra i due, come sospettava Seokjin, ma se così non fosse stato, quello che lui stesso avrebbe fatto da lì a qualche giorno sarebbe stato uguale ad un'ennesima violazione. Namjoon dall'altra parte del tavolo, notò il repentino cambio d'espressione sul viso del moro quasi subito, tuttavia, senza capirne appieno il motivo. Lo scrutò per un po', fino a giungere alla conclusione che probabilmente a turbare i suoi pensieri così come il suo viso, ci fossero per lui delle insicurezze forse direttamente legate al piano di Seokjin. E questo suonava senza ombra di dubbio quasi ironico per un Namjoon che solo da poco tempo aveva iniziando a rendersi conto di quanto fosse troppo stereotipata e volta al negativo estremo, la sua visione degli hacker in generale, sentendosi anche un po' in colpa per quello.

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