D E E P W E B
C A P I T O L O X I I I
Una volta arrivato fuori la porta del suo ufficio, più o meno pronto ad affrontare un'altra settimana di lavoro, Yoongi si sistemò meglio sulla spalla la bretella dello zaino nero in pelle, prima di digitare il pin che aveva ormai deciso di modificare con un altro che era più sicuro di ricordare. Quando le luci si accesero, a passo spedito si avvicinò alla sua scrivania per poggiare su di essa il bicchiere di carta ricolmo di caffè ancora caldo ma quando aveva spostato la sedia per poggiare sotto la scrivania il suo zaino – come era solito fare – notò che alcuni altri scaffali erano stati ammassati sulla parete destra dell'ambiente. Si voltò dall'altro lato e rimase stupito quando, attaccata a quella opposta di parete, trovò una piccola scrivania, con davanti una sedia, unita alla sua come per formarne una sola ad angolo. Il legno e il colore erano identici alla sua, fatta eccezione per il fatto che quella pareva essere vuota. Si sporse lungo il piano liscio dell'oggetto per cercare di scorgere su di essa qualche traccia che gli dimostrasse di appartenere a qualcuno ma quando si assicurò che questa fosse realmente vuota, un mezzo sorriso adornò il suo viso al pensiero che SeokJin avesse pensato di rendere un po' più spaziosa la sua postazione. Gli tornò improvvisamente alla mente l'armadietto di metallo in cui aveva tenuto il resto dei fascicoli su cui doveva ancora lavorare e non trovandolo più alla solita posizione, con sguardo vago e a tratti sperduto, ispezionò la stanza arrendendosi solo dopo averlo trovato; abbandonato nell'angolo a sinistra, vicino alla parte estrema della sua scrivania. Pensò che avrebbe dovuto ringraziare il suo capo per quel pensiero, quando dopo essersi seduto sulla comoda sedia imbottita, si portò il bicchiere di caffè alle labbra con lo scopo di gustarselo qualche minuto prima di iniziare ufficialmente a lavorare. Dall'altra parte dell'edificio, invece, al secondo piano, lo stesso Seokjin stava camminando con uno sguardo dalla parvenza serena, lungo il corridoio sul quale affacciavano le porte della maggior parte degli uffici dedicati all'amministrazione e alle sale conferenze. Salutò senza troppo impegno tutte le persone che aveva incrociato durante il tragitto con un leggero cenno del capo fino a quando non arrivò davanti ad una porta massiccia su cui di fianco – sulla parete perfettamente verniciata – verteva fiera l'etichetta dorata sul quale era inciso il suo nome.
Il ragazzo alto e dai lisci capelli biondi rimase qualche secondo fermo davanti ad essa, sapendo perfettamente che ad attenderlo, vi erano le due persone con cui aveva atteso di parlare, scalpitante quasi, nei precedenti tre giorni. Sapeva cosa dire, lo aveva preparato a lungo e con estrema minuziosità, ma non poteva fingere di non sentire lungo le sue mani un formicolio a tratti fastidioso. Uno dei suoi primi casi più importanti era vicino ad essere risolto, grazie al suo lavoro ma grazie anche all'aiuto di persone facenti parte del suo team che aveva scelto con fatica e dedizione ma anche con un gran margine di rischio per gli altri così come per sé stesso, e non poteva permettersi nessun tipo di errore che avrebbe potuto compromettere il suo esito in qualche modo. Tirò un sospiro, come per tranquillizzarsi, prima di aprire quella porta con una mano delicata tirata fuori all'ultimo momento dal pantalone di stoffa scuro. L'ambiente familiare del suo ufficio si mostrò subito davanti ai suoi occhi, con i raggi solari che filtravano attraverso le finestre di vetro e prive di qualsiasi tipo di copertura, rischiarando tutto l'ambiente. Sedute, intente a bisbigliare tra loro, c'erano i due ragazzi che – così come gli era stato riportato – lo attendevano già da più di dieci minuti. Il rumore della porta e dei passi di Seokjin catturò la loro attenzione fino al punto di zittirli immediatamente, costringendo il loro sguardo a puntare sulla figura alta e slanciata dell'uomo, ormai vicino alla sua sedia. Una volta seduto, poté ammirare appieno i visi giovani e ugualmente delicati dei due ragazzi mentre la superficie della sua massiccia scrivania, fungeva come oggetto atto a separare i loro corpi seduti, uno di fronte all'altro. C'era ansia dipinta sul volto di entrambi, il biondo se ne rese conto quasi subito ma su uno di loro, quello con i capelli di un rosa chiaro e a tratti quasi pescato, vi era anche della paura. Non teneva le mani sul tavolo strette ed unite in una morsa, al contrario dell'altro, ma pareva tenerle strette sulle gambe o in mezzo ad esse. Felice dello stato di concentrazione e turbamento - entrambe allo stesso tempo, dei due - con uno dei suoi migliori sorrisi salutò i due ragazzi per consentire loro di acquistare maggior sicurezza e tranquillità, prima di salutarli con voce soffice e ricca di gentilezza. La loro conversazione, soprattutto a causa del perpetuo nervosismo del ragazzo di nome Hoseok, si rivelò difficile da mettere in atto e non fece grandi passi, almeno, non prima dello scorrere di almeno venti minuti. In quel frangente Seokjin aveva provato numerosi tentativi di approccio volti a rasserenarlo, tra questi, c'era stata anche la richiesta al suo segretario di portare tre tazze di cioccolata calda e fumante ai due ragazzi. Il biondo aveva deciso di procedere per gradi, anche a costo di prolungare più del dovuto quell'incontro, e quando fu potenzialmente sicuro di poter entrare nel vivo della conversazione, rimase piacevolmente sorpreso di ricevere una risposta, seppur tremolante, da parte del rosato. Seokjin aveva dimostrato fin da subito dispiacere per il fatto che due ragazzi, ancora così giovani, fossero finiti in mezzo ad una situazione ambigua tanto quanto pericolosa. Per qualche secondo, il maggiore pensò anche che parte dell'ansia accumulata in Hoseok, derivasse dalla paura di aver messo in pericolo il compagno che gli sedeva di fianco, inconsapevolmente. La situazione si era leggermente modificata, ora che il maggiore aveva avuto modo di incontrare i due. In un primo momento, era fortemente restio all'idea di dare ad Hoseok il beneficio del dubbio, ma ora, a guardarlo quasi sull'orlo delle lacrime seduto di fronte a lui, su una sedia con le spalle strette e il collo affondato in esse e con l'aria di chi sembrava provare un'immensa vergogna, Seokjin si ricredette. I due ragazzi sembravano realmente non avere idea di quello che era loro successo e il fatto che fossero spiazzati e che non avessero idea di cosa dire, confermava i pensieri del maggiore che si ritrovò improvvisamente nella posizione di non sapere più che pesci prendere. Quando però parlò ai due ragazzi dell'hacker che aveva scoperto tutto e della persona che si celava dietro all'account che aveva messo Hoseok e di conseguenza, involontariamente, anche Jimin all'interno di quel sito, prima in una sezione più o meno pubblica e poi all'interno della ristretta red room, il rosato tirò fuori il proprio cellulare per poggiarlo sulla scrivania del maggiore prima di dire, con la voce che ancora un po' tremava –Non so se può essere utile, ma c'è qualcuno che mi contatta continuamente ad ogni ora del giorno e della notte.- Le sue guance all'apparenza paffute, presero a imporporarsi quando ricordò il contenuto di alcuni messaggi che aveva ricevuto mentre con una finta, tanto quanto ostentata calma, digitò sul suo dispositivo il pin che avrebbe sbloccato il suo cellulare, prima di aprire la conversazione incriminata. Qualcosa parve accendersi anche in Seokjin che improvvisamente, si mise dritto sulla sedia irrigidendo le spalle, mentre delicatamente sfilava il cellulare dalle dita affusolate del ragazzo. Lesse l'intera conversazione in silenzio, senza proferire domanda alcuna neanche a riguardo di alcuni messaggi dal contenuto particolarmente audace, inviati da qualcuno che ancora una volta si nascondeva dietro all'anonimato, e da alcune parti di essa dedusse che la probabilità che la persona che si metteva in contatto con Hoseok e l'account che lo aveva messo alla mercé di così tante persone su internet in cambio di una proficua somma di denaro, fossero la stessa persona era piuttosto alta.
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𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴
Fanfiction| 𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀 - 𝚆𝚘𝚛𝚍𝚜: 𝟷𝟼𝟾𝚖𝚒𝚕𝚊 | Un livello di conoscenze ridotto in merito a ciò che internet - nella buona e nella cattiva sorte - può offrire alla collettività, ha sempre stimolato il pensiero critico di Yoongi fino a spingerlo...