--- CAPITOLO XXI ---

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D E E P  W E B

C A P I T O L O  X X I





Dopo aver attraversato alcune delle strade principali della città, Yoongi si trovò ad imboccarne una secondaria alla sua estrema destra prima di raggiungere, dopo svariate centinaia di metri, un semaforo in cui la segnaletica era in quel momento ferma al rosso. Accodò la vettura a quelle già ferme davanti a lui e in attesa, direzionò i suoi occhi verso ciò che lo circondava per avere un'idea più precisa sul dove si trovasse ed approssimativamente, quanto mancasse prima di giungere a destinazione. Le volte in cui era stato in quella zona della città, potevano essere contate sulle dita di una sola mano ma allo stesso tempo, era sicuro di potersi destreggiare piuttosto bene lungo quelle strade grazie alla sua memoria. Quando Namjoon gli aveva confessato – mentre erano entrambi diretti nell'ufficio di Seokjin – l'indirizzo esatto in cui risiedeva il ragazzo che aveva incontrato quello stesso giorno per la prima volta e da lì a qualche minuto per la seconda volta, il suo cervello aveva fatto un tuffo nel passato ricordando in particolar modo la graziosa caffetteria in cui aveva chiesto al rosa di recarsi per l'incontro. In passato, aveva avuto la possibilità di fermarsi in quel piccolo ma accogliente locale soltanto due o forse tre volte ma nonostante quel dato insignificante, il caffè con doppio strato di panna all'essenza di vaniglia gli era rimasto impresso per diverso tempo e se non altro, sapeva preventivamente cos'avrebbe certamente ordinato anche quella volta. L'insegna di un grosso supermarket dalle pareti di mattoni e vetri alternati l'uno dopo l'altro, capeggiava alla sua sinistra e Yoongi si perse per qualche altro minuto ad osservare le persone che entravano e uscivano dall'ingresso principale. Una bambina in particolare, per diverso tempo catturò l'attenzione del moro. Pareva avere sette o forse otto anni, saltellava allegra mentre i ricci biondo grano volteggiavano nell'aria assieme alla gonna rosa del vestitino che indossava e di tanto in tanto si voltava verso la madre rimasta alle sue spalle per sorriderle. Gli strinse il cuore in una morsa a causa della dolcezza intravista durante il corso di quella scena e dopo aver lasciato che un sorriso si ravvivasse sul viso quasi sempre stoico, partì non appena sentì il suono di un clacson alle sue spalle intento a segnalargli lo scatto del verde avvenuto già da qualche secondo, probabilmente. Pensieroso oltrepassò a velocità moderata il resto della strada che lo separava dalla caffetteria in cui si stava recando e quando finalmente riuscì a scorgere a qualche metro di distanza il suddetto luogo, con lo sguardo cercò lungo i bordi della strada un posto libero in cui lasciare la macchina. Non dovette allontanarsi troppo dalle porte principali della caffetteria, esattamente poco prima dell'angolo che – se imboccato, l'avrebbe condotto a casa del giovane dai capelli rosati – trovò un posto abbastanza spazioso tra due macchine, ad occhio e croce perfettamente in grado di riuscire comodamente a contenere la vettura presa in prestito da Seokjin, senza rischiare che qualcuno nel tentativo di fare manovra finisse con il lesionarla anche di un minimo. Se qualcosa di simile fosse realmente accaduto, effettivamente, era potenzialmente convinto di non potersi difendere dalla giustificata collera del suo capo.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora