--- CAPITOLO XLVI ---

537 40 64
                                    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.





D E E P W E B

C A P I T O L O X L V I





Una volta entrato in casa propria ― in silenzio e con un po' d'imbarazzo sulle spalle ― Yoongi poggiò le valigie dalle varie dimensioni dell'altro al centro della camera da letto. Per tutto il tragitto, soprattutto da quando si erano separati dagli altri due, l'hacker non aveva fatto altro che riflettere su ciò che era successo, oltre alle spiegazioni che avrebbe dovuto dare ad Hoseok. Quest'ultimo se le aspettava, seppur non avesse accennato nulla, e lo si poteva vedere ancora attraverso il modo in cui lo guardava mentre allo stesso tempo, di tanto in tanto, cercava anche di scrutare l'ambiente circostante: stanza in cui prima di quel momento, non aveva certo mai messo piede. ― Posso dormire qui?! ― Convenne alla fine, dopo strazianti per Yoongi, attimi di pesante silenzio. Il maggiore in un primo momento non comprese cosa il ragazzo volesse dire, pertanto si limitò a voltarsi verso la sua direzione per osservarlo con aria confusa, e perpetrò quel comportamento fino a quando ― aiutato anche dall'aria ora vergognosa di Hoseok ― non riuscì a comprendere cosa volesse sottintendere: avevano già dormito assieme una volta, ma lo avevano fatto in distinte camere separate. Fu allora che Yoongi colse di aver invitato a casa sua il fidanzato, senza disporre di un altro ambiente da adibire a seconda camera da letto, lasciando di conseguenza all'altro il celato obbligo di dover dormire con lui. ― Casa mia è molto più piccola della tua. È per una persona soltanto. ― si perse da prima in futili spiegazioni mentre cercava di sviare gli occhi del minore ― E comunque io avevo intenzione di dormire sul divano in cucina. Qui è dove dormirai tu. ― Cercò davvero di sviare l'attenzione di Hoseok dalla gaffa appena fatta nascondendosi dietro un velo di fasulla risolutezza. Né durante il tragitto, né prima che il minore accennasse qualcosa su quel particolare, Yoongi aveva mai riflettuto sul come, effettivamente, si sarebbero organizzati sulla condivisione degli spazi e sul come e dove, avrebbero dormito poiché tutto era stato da lui deciso in brevissimo tempo.

A seguito di quel corto, seppur intenso nel reciproco imbarazzo, scambio di battute, l'hacker cercò con impegno ― forse per la prima volta da quando si conoscevano ― un qualsiasi appiglio al quale ancorarsi per non far morire la conversazione e soprattutto per non permettere al gelido disagio di appesantire nuovamente l'aria che tirava tra i due. ― Hai avvisato la tua famiglia di ciò che è successo? ― Aveva gettato sul tavolo quella domanda improvvisamente e inscenando nonchalance, ma era dapprima incuriosito dalla risposta. Quando ancora si trovavano in casa del minore, sul punto di abbandonarla momentaneamente, aveva visto di sbieco Hoseok rifugiarsi in una camera per parlare a telefono con qualcuno e considerando le poche risposte che l'hacker era riuscito ad ascoltare, aveva supposto che si trattasse proprio dei suoi genitori. ― Non gli ho detto che sono stato aggredito. Sanno soltanto che sono andato a stare per un po' da un amico. ― E fu l'ultima parola pronunciata dal minore, a colpire Yoongi in modo a lui indecifrabile. Istintivamente, dopo quelle parole, indurì lo sguardo già di per sé severo, prima di pronunciare un secco e udibilmente stizzito: ― Ho capito! ― Successivamente abbandonò la camera per dare ad Hoseok la possibilità di sistemarsi comodamente nel suo nuovo ambiente, dirigendosi quindi in cucina.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora