--- CAPITOLO XXXIII ---

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D E E P W E B

C A P I T O L O X X X I I I

ATTENZIONE
Questo capitolo contiene SMUT esplicita. Se questo argomento vi infastidisce non continuate la lettura.




Yoongi investì un'ingente somma di tempo nel cercare di comprendere cosa stesse facendo il ragazzo mostrato dal suo schermo ma nonostante tutti i suoi sforzi, non riuscì mai ad arrivare ad una conclusione. Non ci riuscì quando Hoseok, dopo aver riposto il cellulare in un angolo del letto, iniziò a togliersi i vestiti e non ci riuscì nemmeno quando l'altro non palesò l'intento di mettersene addosso dei nuovi. Rimase semplicemente così, con addosso soltanto una striminzita fascia di stoffa bianca che bene gli copriva i fianchi e il basso ventre ma che allo stesso modo non poteva essere detto per ciò che anatomicamente si trovava poco al di sotto di essi e per le gambe, snelle al punto da farle risultare leggermente più lunghe rispetto a quando queste ultime erano avvolte da un sempre stretto paio di jeans. Fu infatti con stupore e shock dipinto sul viso che si accorse che Hoseok aveva guardato per qualche minuscolo istante la telecamera prima di abbozzare un sorriso indecifrabile seguito dal principio di una risata che ebbe come effetto quello di scuotergli il petto prima di essere soppressa. In quel momento soltanto, l'impressione che il ragazzo sapesse di essere visto, lo colse indissolubilmente confondendolo ancora di più. Non avrebbe mai immaginato nulla del genere prima di quel momento. Mai nella sua vita si sarebbe sognato di poter vedere un giorno, qualcuno metter su un teatrino solo per far in modo di stuzzicarlo, perché se non era quello il motivo che albergava al di sotto delle azioni del più piccolo, allora quale sarebbe potuto essere?! Yoongi era incapace di arrivarci.

Se Hoseok non avesse iniziato a far scivolare delicatamente le dita affusolate di una mano contro la pelle priva d'imperfezioni ― visibili almeno dal punto di vista di Yoongi ― l'attenzione di quest'ultimo avrebbe probabilmente continuato ad essere suddivisa tra ciò che stava vedendo di fronte a sé e ciò che si stava muovendo invece nella sua mente. Hoseok si era riguadagnato tutta la concentrazione che l'hacker era in grado di fornire con un solo movimento della mano e questo singolo dato di fatto, bastò a metterlo in allerta impensierendolo su ciò che sarebbe potuto accadere in seguito. Ed eccolo lì, arrivare a montargli nel petto con prepotenza, il desiderio di liberarsi da ogni possibile vincolo col minore anche a costo di arretrare dinnanzi a quest'ultimo. Il pensiero di inviare un messaggio ad Hoseok all'interno del quale aveva intenzione di rivelare che lui proprio in quel momento, non solo stava controllando le telecamere, ma che stava anche guardando ― nello specifico ― quella che si trovava nella sua camera da letto. Il pensiero di poter essere frainteso dal ragazzo lo spaventò solo fino a quando non rimembrò il dubbio che quest'ultimo forse, sapesse fin troppo bene ciò che stava accadendo. Per correttezza e onestà intellettuale tuttavia, non avrebbe mai accusato Hoseok di nulla perché sapeva di essere lui stesso fonte, spesso e volentieri, di ipocrisie che però amava occultare. Sapeva che avrebbe potuto mettere fine a quell'imbarazzante avvenimento lui per primo e che quindi, non ci fosse bisogno di intimare il ragazzo attraverso un messaggio di smettere. Sarebbe bastato spegnere il suo portatile per mettersi a fare qualsiasi cosa gli sarebbe venuta in mente da lì in poi. Ma non lo fece perché non ne aveva la forza; sapeva di star sbagliando ma i suoi muscoli non si muovevano per mettere in pratica ciò che sapeva invece, sarebbe stato corretto fare. Esattamente come sapeva di essere perfettamente in grado di controllare sé stesso, se solo l'avesse realmente voluto. Ed era proprio la forza di volontà per cui si era sempre sentito così fiero, a mancargli in quel momento.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora