--- CAPITOLO XLII ---

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D E E P W E B

C A P I T O L O  X L I I





Quando fu soddisfatto della gradazione di rosso che le guance di Hoseok avevano raggiunto, senza impuntarsi ulteriormente su quest'ultimo, proseguì verso l'interno della casa. Il giovane alle sue spalle rimase fermo sulla soglia ad osservarlo mezzo confuso e mezzo sbigottito e solo dopo aver preso nuovamente il controllo di sé stesso, si decise a raggiungere il maggiore premurandosi di chiudersi la porta alle spalle. Mentre Yoongi gli stava di spalle, Hoseok, neanche troppo velatamente, cercò di riaggiustare quel poco che gli stava intorno e di occultare qualcos'altro, prima di proporre all'hacker qualcosa da mangiare o da bere. Il maggiore, in effetti, di fame un po' ne aveva ma nonostante quel fattore, declinò gentilmente tutte le offerte, fatta eccezione per un bicchiere colmo di qualcosa di fresco; qualcosa che Hoseok comunque si affrettò a concedergli in un lasso di tempo inferiore a quello che poteva essere un minuto. Pareva piuttosto nervoso, Yoongi se ne accorse nel momento in cui lo aveva visto rinunciare alla sua solita grazia ― quasi naturale, avrebbe aggiunto ― per dare modo ad un'altrettanta insolita goffaggine, di venire fuori chiaramente distinguibile sia nei passi che percorreva, sia nel modo in cui aveva rischiato di farsi cadere una bottiglia dalle mani più di una volta. L'hacker fu quasi sfiorato dal dubbio che ciò fosse dovuto alla sua presenza improvvisa o ancora al disordine accennato da Hoseok, di cui lui però ancora non riusciva a trovare una sostanziale traccia. Appuntò all'interno di un angolo remoto della sua mente, che la prossima volta si sarebbe annunciato, almeno qualche ora prima, qualora l'idea di visitare casa di Hoseok lo avesse nuovamente sfiorato improvvisamente, anche solo per avere il modo di comprendere se sotto tale circostanza, lui si sarebbe comunque comportato in quel modo. Attese pazientemente che Hoseok lo invitasse a sedersi, quasi colpito dal dubbio di non poter osare troppo altro ancora, e quando questo gli fu concesso, assieme all'agognato bicchiere attraverso il quale si sarebbe finalmente dissetato, attese che il ragazzo facesse altrettanto prima di cominciare una conversazione che aveva l'intento di rivelare il motivo per il quale si trovava lì.

― Ricordi che ho il tuo cellulare, il tuo computer e l'intera casa, sotto osservazione? ― Riportò alla memoria Yoongi, non riuscendo a trattenere un accenno amaro nella voce: in quella situazione, tristemente, l'unico luogo in cui Hoseok poteva godere di una privacy che gli sarebbe dovuta essere garantita, era il bagno. ― Ho visto anche io i messaggi che ti sono arrivati, purtroppo non immediatamente... ― Si prese qualche secondo tra un'affermazione e un'altra, soprattutto per osservare il viso del minore, contrarsi leggermente ad ogni parola ― Contavo mi avessi chiamato come hai fatto l'ultima volta, e quella precedente ancora. ― Stette attento a rendere la sua stessa voce quanto più flebile e ricca di comprensione poiché non desiderava affatto che Hoseok continuasse a colpevolizzarsi o a sentirsi in difetto per la creazione di una situazione di cui lui, non era mai stato l'artefice. ― Ero curioso di chiederti per quale motivo hai deciso di agire in questo modo, proprio adesso... ― Nella sua voce nulla era cambiato ma non poteva negare di essere impensierito da quella reazione. Quando ancora non erano nulla l'uno per l'altro, Hoseok non si era minimamente lasciato intimidire dall'idea, o dall'hacker stesso, di chiedere aiuto a chi avrebbe dovuto tutelarlo e non riusciva proprio a comprendere per quale motivo avesse deciso di non farlo, ora che si presentavano ben due ragioni ― di natura sì, pressoché differente se non opposta ― piuttosto valide per farlo.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora