Hallelujah - Alexandra Burke
TRAVIS
Spingo dentro di lei con vigore, continuo a schiaffeggiare ripetutamente il suo sedere sussurrandole frasi sporche all'orecchio
"Il tuo culo è magnifico cazzo, non vedo l'ora di infilarlo lì dentro" sibilo mentre lei geme sempre più eccitata, é così bagnata che alcune gocce dei suoi umori stanno sporcando le coperte del suo letto, questa settimana Mario è negli Stati Uniti per cercare di fermare l'estradizione dei suoi genitori e Salcedo lo ha seguito e io ne ho approfittato per dare libero sfogo alla mia eccitazione, la sua fica è come una droga per me, non riesco a farne a meno, questa è la quarta volta in due ore che lo facciamo e non sono ancora sazio.
La sento contrarsi attorno a me dopodiché viene emettendo un lungo grido e io la raggiungo subito dopo accasciandomi sopra di lei." Cazzo non ne ho mai abbastanza" sorrido con la testa in mezzo ai suoi seni che appaiono addirittura più floridi del solito, lei fa un sorrisetto malizioso e mi accarezza la testa, era da tantissimo tempo che nessuno compiva questo gesto con me, in sedici anni non ho mai sentito l'esigenza che qualcuno si prendesse cura di me , i miei sentimenti erano come messi in letargo, poi all'improvviso è piombata nella mia vita ed è come se avesse risvegliato tutto: rabbia, gelosia,amore, tutto ciò che prima non credevo di sentire è sgorgato come un fiume in piena nella mia vita, mi immagino come potrebbe essere la mia vita insieme a lei e a Santiago, a che genere di figura paterna potrei essere per lui, come potrebbe essere la nostra casa o i nostri figli ma le mie fantasie vengono bruscamente interrotte ogni volta che guardo l'enorme anello di diamanti posto sul suo anulare sinistro e mi ricordo che lei è sposata con un altro uomo e non sa nemmeno il mio vero nome o quale sia la mia vera professione.
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ELENA
sono seduta su una sdraio e ammiro Nelson che tenta di insegnare ai bambini a giocare a baseball, Santiago batte con una mini mazza da baseball mentre Jasmine corre attorno alle basi per fare homerun.
Un sorriso mi sorge spontaneo sulle labbra immaginando come sarebbe stata la mia vita con un uomo come lui, vivendo in una villetta con un giardino , tanti figli ed un cane mentre invece sono prigionera di un narco che probabilmente mi farà finire o morta o in qualche carcere federale nel quale non vedrò mai la luce del giorno.
Scuoto la testa e cerco di annullare questi pensieri negativi perchè non mi voglio rovinare la giornata, Mario non c'è e mi conviene divertirmi per il resto dei giorni in cui non si trova qui.
" Hai scelto proprio un bel pezzo di ragazzo" sussurra Celia accanto a me facendomi perdere qualche battito, dopo la sua confessione sulle scale il nostro rapporto è andato migliorando solo che non so se posso fidarmi ciecamente di lei
" Non ho idea di che cosa tu stia parlando" dico balbettando leggermente e cercando di ritrovare una sicurezza completamente andata
" Guarda che non lo dico a Mario, anche se mi sorprende che non se ne sia ancora accorto, quando siete nella stessa stanza la tensione sessuale è alle stelle" ci guardiamo sorridendoci complici e prendo a bisbigliarle qualche dettaglio delle notti passate assieme mentre lei emette dei gridolini eccitati.
La sera arriva e decidiamo di mangiare fuori in giardino un buon barbecue, ridiamo e facciamo battute e dopo tantissime insistenze ho convinto Nelson a sedersi con noi per mangiare,da quando lo conosce Santiago ha avuto pochissimi attacchi di Tourette e parla di continuo mentre prima impazzivo solo per fargli dire una parola, il resto della cena trascorre serenamente I bambini sono a tavola che stanno sbadigliando quindi chiedo alla cameriera di portarli a letto mentre noi tre continuiamo a chiacchierare e a fumare un buon sigaro cubano.
Pagherei per poter vivere così tutti i giorni.
Ad un tratto il rumore di un campanello rompe la nostra armonia, Maria, la cameriera va ad aprire la porta e subito dopo la figura di Mario appare in giardino.
Tutti e tre ci alziamo dal tavolo sussultando.
"Ti avevo detto di rimanere chiusa nella casetta in piscina, puttana" urla appena mi vede, mi insulta davanti a tutto lo staff non curandosi minimamente dell'imbarazzo in cui mi ha messo, si avvicina a me come a una furia e fa per darmi uno schiaffo quando viene distratto da un tonfo sordo, ci giriamo tutti verso la fonte del rumore ed emetto un urlo acuto quando vedo Maria a terra con un buco in testa, dopo di questo iniziano una serie di spari che mi fanno pietrificare sul posto
"Va in casa a prendere i bambini, poi vai sul retro nella escalade nera, ha i vetri antiproiettile" dice Nelson ma io non voglio lasciarlo solo
"Ma..."
"Vai cazzo" mi urla a volume altissimo spingendomi leggermente ed io inizio a correre dentro casa strisciandomi sul prato, una volta dentro sempre tenendomi bassa corro nella camera dei bambini e li porto fuori ancora avvolti nelle coperte, mi fiondo nell'ascensore con i due bambini urlanti e terrorizzati dagli spari, riesco a scendere in cantina e mi metto a frugare con le mani tremanti dappertutto alla ricerca delle chiavi che ritrovo poco dopo, apro la macchina e faccio posizionare i bambini stesi sotto ai sedili che piangono spaventati.
Fuori ha iniziato a piovere e i colpi sembrano non voler cessare e so che dovrei essere forte per i piccoli e non farli spaventare ma sono terribilmente preoccupata per Nelson, non so come potrei reagire se la vita mi togliesse anche lui, se non sopravvivesse a stanotte e io non facessi in tempo a dirgli ciò che provo per lui, che da quando è apparso nella mia vita tutte le giornate hanno riacquistato senso e colore... Dio non voglio nemmeno pensarci.
Poco dopo sento dei passi veloci nel garage e dalla mia posizione supina non riesco a vedere niente, il cuore inizia a battere fortissimo mentre quei passi si fanno sempre più vicini, per fortuna ho bloccato tutte le portiere, sento due mani sbattere ripetutamente sul finestrino, alzo lo sguardo e incrocio quello di Nelson e di mio marito che, come al solito si è salvato, apro la portiera e lancio le chiavi a Nelson che subito si affretta a salire in macchina ed a guidarla per scappare, Mario prende posto accanto a lui ma noto immediatamente che manca una persona all'appello.
"Celia?" chiedo spaventata
"Sta arrivando era dietro di noi" mi risponde Nelson mentre mette la retromarcia e fa per partire
Poco dopo la vedo nello specchietto retrovisore che corre verso di noi sorreggendosi la pancia ma proprio mentre si sta avvicinando allo sportello da dietro le arrivano degli spari che la colpiscono in pieno petto, il suo corpo rimbalza per via della potenza e il suo corpo cade a terra senza vita, Jasmine che sfortunatamente in quel momento si era alzata ha visto la scena ed ha iniziato ad urlare disperata chiamando la sua mamma, scalcia e piange disperatamente mentre la cullo al mio petto e la macchina si allontana dalla casa lasciandosi dietro il corpo di Celia stesa per terra in una pozza di sangue con ancora gli occhi aperti.
Tenendo la bambina al petto inizio a piangere anche io pensando a tutti i nostri litigi, tutti gli insulti che ci siamo lanciate negli anni, a tutte le volte che ci siamo incolpate a vicenda di una situazione che era fuori dal nostro controllo, vorrei averla capita e vorrei aver diviso la sua sofferenza con la mia ma ora è troppo tardi e non mi resta che guardare questo cielo che piange sperando che un giorno ci rincontreremo e promettendoti che mi occuperò di tua figlia come se fosse la mia, le racconterò che la madre era stronza perché la vita l'aveva resa così, che dava dei formidabili ganci destri e che nascondeva il dolore dietro un sorrisetto sfacciato.
Ciao Celia.
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THE BOSS WIFE
Romance"Il mio cuore ha iniziato a battere per l'unica persona che avrei dovuto evitare" Travis Webster è uno spietato agente della DEA che sta architettando la perfetta vendetta contro il figlio dell'uomo che gli ha tolto tutto ciò che aveva, Mario Salaza...