chapter one

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M a r g a u x ' s p o v

"Mio fratello è un idiota" Borbottai, tirando calci a piccoli sassolini e ghiande che si trovano sul mio cammino, presentandosi quasi di proposito davanti ai miei piedi, per tentare di placare la mia rabbia. La foresta, in quell'insulsa isola di cui pochi conoscono l'esistenza, era la mia migliore amica. Quando ero giù e non potevo semplicemente volare nell'Altro Mondo, le folte e scure chiome degli alberi mi facevano da rifugio e l'odore pungente del muschio, ormai tanto familiare al mio olfatto, mi aiutava, seppur per poco, a dimenticare tutto ciò che affollava i miei pensieri spesso turbolenti. Primo tra tutti, mio fratello. Mi lasciai andare a tre lunghi sospiri, carichi di tensione. Continuavo a fuggire dalle situazioni, troppo debole per poterle affrontare, troppo furiosa per poter avviare una conversazione pacifica. Tutto ciò che mi rimaneva era la calma assoluta della foresta, che mi aveva visto crescere. Continuai a camminare lungo il sottobosco, percorrendo il mio sentiero abituale, fino alla scogliera, a mio avviso il punto più bello di tutta l'isola. Infatti, in quel punto, la fitta foresta tutto ad un tratto si diramava, lasciando solamente un piccolo tratto di erba, prima di un salto di ventuno metri che cadeva a picco sul mare. Un luogo paradisiaco soprattutto perché, a parte me, non era visitato da nessun'altro abitante dell'isola. Tutto ciò che mio fratello e i suoi, una volta nostri, bimbi sperduti volevano fare era divertirsi eternamente, a qualunque costo. Vivere per sempre in una bolla di felicità e spensieratezza sotto forma di bambini. Non faceva per loro un luogo così suggestivo e calmo come questo.

Quando arrivammo su quest'isola, eravamo solo io e mio fratello. Lui aveva tredici anni ed io dodici, e come spesso accade a quell'età, il nostro desiderio più profondo era quello di non dover crescere mai, per sfuggire al tenebroso mondo degli adulti, su cui tutti facevano grandi pressioni. L'isola ci donò tutto quello che desideravamo e per secoli vivemmo felici e senza alcuna preoccupazione. Poi, iniziammo a sentire la mancanza del genere umano, così decidemmo di portare sull'isola una banda di bambini come noi, che non volevano crescere. Il momento in cui misi nuovamente piede nell'Altro Mondo, rimasi incantata da come tutto là fuori fosse diverso da come l'avevo lasciato e finii per innamorarmi della bellissima Londra nel vivo dei suoi anni. Da quel giorno iniziai a visitare l'Altro Mondo sempre più spesso, fino a fermarmi interi mesi. Anche mio fratello ogni tanto faceva lo stesso, ma molto più raramente di me. Il tempo scorre in modo diverso tra i due luoghi, infatti diversi giorni sull'isola equivalgono ad una manciata di ore nell'Altro Mondo. Col passare degli anni, anche se visibilmente non me ne accorgevo, finii per crescere a causa dei miei continui viaggi, sia mentalmente che fisicamente. Avevo smesso ormai da parecchi secoli di contare gli anni, i compleanni qui sull'isola non si festeggiavano, in quanto simbolo dell'invecchiamento. E dopotutto, a chi sarebbe servita una festa di compleanno, se si festeggiava comunque ogni giorno? Ma ad una lunghissima distanza di anni dalla mia nascita, potevo affermare di avere il corpo e la mente di una giovane sui diciassette ed i diciotto anni, superando mio fratello che invece ne dimostrava sedici. Ormai avevo smesso di chiedermi perché, arrivato alla maturità di un ragazzo di sedici anni, continua a comportarsi come se ne avesse dieci.

Sospirando per l'ennesima volta, decisi di abbandonare la mia postazione sulla scogliera, quindi ritirai i piedi nudi, prima penzoloni nel nulla, sul terreno e recuperai le mie scarpette di cuoio, comprate a New York durante uno dei miei brevi ma intensi viaggi. Mi inoltrai nuovamente nella foresta, seguendo il percorso di un piccolo ruscello che sapevo per certo mi avrebbe portata dritta al mare, immergendo a tratti i piedi nell'acqua e schizzando il vestitino verde che indossavo. Una delle tante cose che avevo provato a fare, al mio arrivo sull'isola, era cucire, o almeno trovare un modo di mettere insieme pezzi di stoffa per non girare completamente nudi. Una volta che riuscii a creare un capo che mi soddisfaceva, dopo molti sforzi, decisi di riprodurlo diverse volte in modo da non dovermi ingegnare troppo per disegnare modelli diversi. Così, sia io che mio fratello, ci eravamo ritrovati con cinque completi ciascuno perfettamente uguali. Continuai comunque a dilettarmi nel disegno di abiti, ma questa volta per piacere personale e non per dovere. Dopo alcuni minuti raggiunsi la spiaggia. Avrei potuto volare fino a lì, ma, in genere, se non ero di fretta preferivo camminare. Dopotutto ero praticamente immortale, perché non avrei dovuto sprecare qualche minuto in più per godermi ciò che più mi piaceva? Improvvisamente un forte suono probabilmente generato da una conchiglia raccolta alla Baia interruppe la quiete della foresta. Non ne fui sorpresa, dopotutto ero al corrente del fatto che quel momento sarebbe arrivato. Così mi voltai e non mi sorpresi quando un bambino sui sette anni mi atterrò davanti agli occhi, abbandonando la sua postazione protetta tra i rami dal grande albero sopra di me.

"L'ho trovata! L'ho trovata! Ho vinto!" esclamò il bambino saltellando attorno a me, come per festeggiare la mia cattura. I suoi capelli biondo cenere erano intrecciati senza volerlo con delle foglie, così mi avvicinai al piccolo bimbo sperduto, passandogli una mano tra i capelli per rimuovere i residui verdi della sua gita tra gli alberi e pulendogli il viso pallido arrossato sporco di terra. Un tenero sorriso si fece largo involontariamente sulla mia faccia, ma non durò a lungo: le piccole manine del bimbo che cercavano di allontanarmi bastarono a riportarmi con i piedi per terra. Alzai le braccia, in segno di resa, pur mantenendo un sorriso divertito sul volto.
Mio fratello spesso utilizzava questo stratagemma per cercarmi: radunava i bimbi sperduti e annunciava un nuovo gioco, che consisteva semplicemente nel ritrovarmi e portarmi da lui. Di solito succedeva solo quando aveva un urgente bisogno di me. Cioè quasi mai perché, detto francamente, non c'è bisogno di un aiuto speciale nel decidere a cosa giocare e inoltre mio fratello aveva un grande senso di indipendenza. Sorrisi nuovamente al bambino, chinandomi per raggiungere la sua altezza e poggiando le mani sulle sue spalle per enfatizzare le mie parole.

"Dan ascoltami, dì a Peter che mi hai trovata e che sto arrivando. Nel caso non dovesse crederti, glielo confermerò io al mio arrivo" Dissi, con tono dolce e pacato. Il migliore approccio con i bambini. Lasciai la presa sulle sue spalle e il bambino, veloce come un fulmine, si arrampicò nuovamente lungo il fusto dell'albero, sparendo ben presto tra le chiome scure. Ispirai profondamente, godendomi il profumo di salsedine che dal mare saliva alle mie narici e fermandomi ad osservare l'orizzonte e il sole del pomeriggio che si preparava a tingersi dei colori più belli per il tramonto, prima di sparire dietro la striscia blu del mare. Osservai poi le navi dei pirati, l'enorme veliero pirata, gli abitanti del quale venivano spesso tormentati da mio fratello e i bimbi sperduti, era ormeggiato a poche miglia di distanza da me ed ondeggiava seguendo il ritmo lento delle onde del mare, scandito dal vento leggero che faceva svolazzare i miei capelli. Non so per quanto tempo rimasi così, in piedi ad osservare la magnificenza della natura, che dopo anni e anni continuava a stupirmi come la prima volta che l'avevo vista. L'Isola Che Non C'è era un paradiso terrestre, ed io era l'unico motivo per cui mi trovavo ancora in quel posto in compagnia di mio fratello, l'unica cosa che mi manteneva ancorata a quella realtà. Senza di lei forse non ne avrei avuto la forza.



¬spazio noi¬

hello a tutti
First of all capirete leggendo i due diversi pov che questa è una storia scritta a quattro mani, ognuna di noi ne ha uno su cui lavora. noterete di sicuro la differenza di stile :)
siamo stra happy di pubblicare questa storia eheheheh, ci stiamo lavorando da un po'.

speriamo che vi piaccia, nel caso fatecelo sapere con una stellina e/o un commento, fanno sempre piacere <3

~ele ed ele

second star to the rightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora