chapter nine

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M a r g a u x ' s p o v

"Peter!" gridai per l'ennesima volta alla foresta, senza ricevere alcuna risposta se non il fruscio delle foglie e il rumore prodotto dal ruscello a pochi passi di distanza. Come al suo solito, era scappato dai problemi invece che affrontarli e a me toccava il duro compito di farlo ragionare.
Mi dispiaceva per mio fratello: il modo in cui era fuggito faceva capire quanto fosse realmente scosso interiormente. Le parole di Kae, seppur particolarmente veritiere, l'avevano colpito come un proiettile nel cuore. Purtroppo per me, però, Peter era bravo a non farsi trovare. Osservai il sottobosco a lungo, camminando cautamente senza fare rumore - azione ormai più che naturale - e cercai ogni tipo di traccia che il ragazzo potesse aver lasciato nella sua fuga. Ma era bravo quanto me, se non meglio. Raggiunsi la scogliera senza neanche rendermene conto, ormai i miei piedi mi ci portavano senza obbedire al cervello. Rimasi ferma immobile ad osservare il salto davanti a me, mentre il movimento calmo dell'oceano fungeva da tranquillante per la mia persona. Decisi di interrompere per qualche minuto la mia ricerca, dunque mi sfilai le scarpe e le lasciai a qualche metro di distanza, sedendomi poi con i piedi sospesi nel nulla. Questa volta però invece che guardare l'oceano, i miei occhi si puntarono sul cielo, cercando con gli occhi un sedicenne vestito di verde che sfrecciava a grande velocità sopra di me. Inutile dire che ciò non accadde. Sconsolata, abbassai lo sguardo, puntandolo sul veliero pirata, di cui, da quella posizione, si riusciva a intravedere solamente una parte di esso. Le voci provenienti da quello rimbombavano sulla roccia della scogliera, rendendoli udibili anche per me. Il che significava che le loro voci erano molto più alte del normale, ma ciò non mi preoccupava: era già successo in passato. Decisi, dopo vari secondi in cui, senza risultato, avevo provato a decifrare le parole che stavano dicendo i pirati, di continuare la ricerca di mio fratello. Con un balzo spiccai il volo e mi fermai solo una volta arrivata a una certa altezza, iniziando poi a girovagare in cerca di Peter. La sensazione dell'aria tra i capelli era liberatoria e mi ritrovai a chiudere gli occhi mentre volavo attorno all'Isola. Feci due o tre giri, fino a quando mi fu palese che Peter si fosse allontanato. Poteva star sorvolando l'oceano infinito, oppure poteva aver raggiunto l'Altro Mondo, in cerca di tranquillità per i suoi pensieri. Comunque, determinai la mia sconfitta, decidendo di lasciar perdere. Non avevo comunque nessuna intenzione di tornare all'Albero e sfuggire alla pace della foresta. Ero sicura che Earth e James sarebbero stati in grado di tenere la situazione sotto controllo e Kae avrebbe dato loro una mano. Tornai a terra, atterrando nel mezzo del bosco. Mi sistemai il vestito verde lungo i fianchi, poiché a causa del vento si era alzato, poi ripresi a camminare, questa volta però con più calma. Come poteva il sottobosco portare così tanta tranquillità nella mia mente? Avevo visto diversi film, nell'Altro Mondo, e le persone lì ritenevano i boschi luoghi tetri e pericolosi, luoghi dall'atmosfera paurosa che instaurava un clima di terrore nella storia, alimentato da sottofondi di musiche cariche di suspense. In me, invece, suscitava le emozioni contrarie. Abbassai lo sguardo, notando un ramo spezzato in un modo decisamente innaturale: qualcuno era passato di qua. Mi rialzai in piedi, pensando che magari potesse essere stato uno dei bimbi più piccoli, a cui ancora non avevano insegnato a camminare nella foresta senza lasciare tracce. Ero nei pressi della spiaggia orientale, quindi mi diressi verso di essa e, una volta arrivata, mi sedetti sulla sabbia, abbracciando le gambe piegate al petto e dondolandomi leggermente. In lontananza si intravedeva la Roccia del Teschio e mi fermai ad osservarla senza vederla realmente, i miei pensieri, infatti, erano rivolti altrove. Ma nemmeno io sapevo dove. Mi ritrovai a giocare con la sabbia bianca, afferrando una manciata di granelli e poi lasciandoli scivolare attraverso una fessura lasciata tra le dita chiuse a pugno, ripetendo la procedura in loop.

Sentii un forte rumore provenire dalla foresta, che mi fece alzare di scatto e posizionare in difensiva, tendendo le orecchie per cogliere un altro suono, ma, a parte l'eco di esso, il mio udito non percepì nient'altro. Nonostante ciò, rimasi pronta alla difesa per qualche altro minuto, scorrendo lo sguardo lungo il semicerchio che gli alberi formavano attorno alla spiaggia. Poi tornai a concentrare la mia attenzione sul mare, restando in piedi. Un fruscio alle mie spalle dopo qualche minuto, mi fece capire che avevo fatto bene a non abbassare la guardia. Non mi mossi però, aspettando che chiunque fosse dietro di me si avvicinasse, cadendo poi nella mia trappola. Sorrisi soddisfatta quando i passi si avvicinarono furtivi a me, divenendo poi più attutiti nel momento in cui sprofondarono nella sabbia. Mi resi conto che era più di una persona, e, anche se non riuscii a stabilire quale fosse il numero esatto, ciò mi mise in allarme. Nonostante il mio corpo fosse divenuto più rigido in pochi secondi, rimasi comunque fedele al mio piano, infatti secondo la mia opinione l'effetto sorpresa era sempre la strategia migliore. Abbassai lo sguardo sui miei piedi, immersi nella sabbia. La mia ombra si allungava davanti a me, leggermente spostata verso destra, ma il fatto che il sole fosse dalla mia parte mi fece sorridere. Fu grazie a lui, infatti, se riuscii a capire quando gli uomini furono abbastanza vicini. Quando ciò accadde, mi voltai di scatto, suscitando una leggera sorpresa da parte del gruppo di ragazzi che mi ritrovai davanti. Erano gli stessi giovani pirati che avevo combattuto pochi giorni prima: riuscivo a riconoscere il roscio e il biondo nel gruppo, che si era triplicato.

"Tutti qui per me?" chiesi, mostrando un'espressione falsamente sorpresa. I pirati non sembrarono colpiti dal mio sarcasmo e mi si avvicinarono. Io invece, stupidamente, mossi un passo all'indietro. Ero decisamente intimorita dal gruppo di uomini, poiché erano sicuramente un numero maggiore di quello che avrei potuto affrontare nello stesso momento, ma è una delle regole primarie del combattente quella di non far vedere mai le proprie incertezze. Avevo sempre etichettato i pirati come una banda di uomini - e qualche donna, ma se ne vedevano poche - stupidi, vecchi - almeno per gli standard dell'isola - e brutti. Nella mia immaginazione e nei miei pensieri un pirata era più o meno la descrizione dei presenti sulla prima scialuppa che avevano provato ad affrontarmi giorni prima, quella composta da esseri sgraziati e senza denti. Ma il gruppo che mi ritrovavo davanti spezzava tutti i miei pregiudizi su quella società, perché, oltre ad essere tutti giovani e quasi tutti gradevoli di aspetto, erano anche intelligenti. E questo me lo dimostrò la loro abilità di interpretare il mio gesto dettato dal timore e sfruttarlo a loro vantaggio, un'informazione preziosa come l'oro che io gli avevo appena regalato. Non mi circondarono: si limitarono a restare a semicerchio attorno a me e non sembravano affatto intenzionati a fare altro che guardarmi con dei ghigni crudeli stampati sulle labbra. Il mio sguardo scorreva lentamente su di loro, cercando disperatamente di interpretare i loro comportamenti. Sembrava che stessero aspettando qualcosa. E in effetti, era proprio quello che stavano facendo. Qualcuno mi colpì la testa alle spalle. Non toccai terra, perché la stessa persona mi afferrò mentre cadevo all'indietro e i pirati si mossero verso la nostra direzione, sorridenti, iniziando a dire qualcosa alla persona dietro di me, qualcosa che il mio udito percepì come un rumore di sottofondo, mentre lentamente perdevo i sensi. L'ultima cosa che vidi furono un paio di occhi verdi.

¬spazio noi¬

Bella ragasssuoli
da questo capitolo in poi inizierà la vera è propria storia, prima è stata solo una specie di introduzione we guess(?)
Gli occhi verdi di chi saranno? 👀
Eheheheh
Lo scoprirete nella prossima puntata o capitolo :/

come al solito speriamo vi piaccia e vi mandiamo tanto love
~ele e ele

second star to the rightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora