chapter twenty-one

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M a r g a u x ' s p o v

Avevo appena finito di confezionare gli impermeabili quando mi vennero a comunicare che aveva smesso di piovere. Guardai i cappotti stesi sulla mia brandina. Erano di vari colori, perché avevo dovuto usare diversi tipi di materiale, e avevano bottoni ognuno diverso dall'altro. Sbuffai e abbandonai la stanza. I Bimbi, sotto un comando diretto di Peter, erano usciti in perlustrazione. Inizialmente li avevo seguiti, ma mi ero quasi subito stufata delle ricerche a vuoto ed ero tornata all'Albero. Presi dunque qualcosa da mangiare e mi sedetti al tavolo, poco dopo uscii all'esterno. L'aria umida mi colpì all'istante, una volta fuori. La luna splendeva in un cielo scuro e oscurava le stelle. Nessuna traccia di nuvole, come se non fosse appena piovuto. Mossi un passo, ma la suola delle mie scarpe basse affondò completamente nel fango. Così decisi di volare. Dall'alto, osservai la nave di Hook senior galleggiare pigramente sul mare calmo, anche lei come se non fosse accaduto nulla. Lo stesso quella di Hook junior, anche se le vele di questa non erano alzate, il che probabilmente significava che erano danneggiate. Colsi un guizzo dal mare, ma era semplicemente una sirena che sfiorava la superficie dell'acqua. Poi vidi una familiare figura verde che schizzava in direzione dell'Albero e la seguii. Atterrai accanto a Peter, senza mancare una smorfia per il fango freddo entratomi nelle scarpe. "Trovato qualcosa?" chiesi. Il ragazzo mi guardò con le labbra serrate e scosse la testa.

"E' tutto così strano." borbottò, passandosi una mano sulla fronte. Non sembrava riferirsi solo a quello, ma non chiesi altro. Annuii silenziosamente: ne ero convinta anche io. "Ho fame." annunciò più a sé stesso che a me, poi sparì nello scivolo. Rientrai anche io e mi lasciai cadere sul tavolo, come poco dopo fece anche lui, con del cibo tra le mani.

"Qualche idea?" chiesi e Peter mi osservò a lungo, mordicchiandosi il labbro.

"Io credo" iniziò, guardandomi dritta negli occhi "che tutto ciò non può essere una coincidenza: prima ti rapiscono per trovare una nave, poi piove. Deve essere collegato." mi rivelò. Marcò molto il 'deve', lasciando intendere che, se non fosse stata quella la soluzione, non sarebbe stato in grado di trovarne un'altra. Ma non potevo essere più d'accordo con la sua rivelazione: per millenni non accadeva nulla e improvvisamente nel giro di pochi giorni si rivoluzionava tutto. Sospirai.

"Non ci resta che capire come."

***

Poco più tardi rientrarono i Bimbi. Si riversarono nella stanza con tutto il chiasso che erano in grado di fare, tutti sporchi di fango. Osservai con rammarico il pavimento che avevo pulito solo la sera prima e che adesso si stava riempendo di impronte di fango. Daniel mi venne incontro, osservandomi con i suoi occhietti chiari dal basso del suo metro e trenta.

"Margie!" esclamò, quando mi corse incontro. "Mi presti i tuoi libri? Ho visto un pesce strano." disse, sorridendo felice. Sorrisi anche io e gli scompigliai i capelli.

"Certo. Ma non ti faccio entrare nella mia stanza conciato così." risposi, indicando i suoi vestiti sporchi di fango, erba e sabbia. Lui sorrise nuovamente e corse verso le stanze. Lo seguii, ma camminando. Uscii dalla camera solo pochi secondi dopo il mio arrivo, con la maglietta infilata frettolosamente leggermente alzata sui fianchi. Gliela sistemai prima di accompagnarlo verso la mia stanza. Una volta arrivata, gli indicai la piccola libreria. Non avevo molti volumi, circa una ventina, ed erano per lo più libri molto antichi, che elencavano le specie di piante e animali che si trovavano sull'Isola, parlavano dei punti di attrattiva principali - come se ci fossero turisti - e raccontavano storie su fate, pirati e sirene. Chi li avesse scritti? Un mistero che io e Peter avevamo accantonato dopo secoli di ricerche senza fine. C'era anche qualche romanzo che avevo comprato nell'Altro Mondo e ogni tanto rileggevo, perdendomi nei misteri e negli intrighi amorosi dei personaggi. Ultimamente, avevo aggiunto anche il volume rubato dalla cabina di Hook senior, che si era rivelato essere una raccolta di mostri marini. Diedi a Daniel quel volume e un altro, che invece elencava gli animali in generale. Il bambino mi sorrise nuovamente e si fiondò fuori dalla stanza, diretto probabilmente verso la sua, dove avrebbe potuto trovare il silenzio per consultarli. Io, invece, presi uno dei romanzi. Era una vecchissima edizione, che avevo maneggiato talmente tante volte da avere il titolo sbiadito, ormai illeggibile da millenni. Infatti, non ricordavo più quale fosse, ma la storia raccontata in esso riusciva sempre ad emozionarmi. Questa volta, però, mi invase una fortissima malinconia, mentre accarezzavo la copertina rigida, talmente forte che mi stordì e dovetti sedermi sulla brandina. Per la prima volta, mi colpiva la consapevolezza che non avrei mai vissuto una storia del genere, ero condannata a vivere con i Bimbi per l'eternità. Non sarei mai stata capace di amare in un modo che non fosse fraterno. Quella forte oppressione al petto mi stupì più del dovuto, perché, nonostante la mia vita sull'Isola, non avevo mai riflettuto in quel modo. Ma cosa era cambiato? Apparentemente niente, ma in realtà tutto. Iniziavo ad analizzare il perché del mio cambiamento emotivo, quando venni interrotta da delle grida nel corridoio. Mi affacciai, accorgendomi fortunatamente poco prima che alcune lacrime avevano bagnato le mie guance e le asciugai frettolosamente. I Bimbi correvano per il corridoio, gridando cose che non capivo. Afferrai Max, che mi era appena passato davanti. "Cosa succede." chiesi. Non mi sorpresi sentendo la mia voce leggermente provata, ma Max non sembrò notarlo. Il ragazzo scrollò le spalle.
"Non ho veramente capito, ma Peter è impazzito e noi impazziamo con lui." rispose. Lo guardai per qualche secondo, poi mi passai una mano sulla fronte.
"Dove è?" chiesi allora. Il ragazzo mi indicò la sua stanza e mi ci fiondai. La camera era avvolta nella penombra e per poco non vidi Peter, immobile al centro. La sua presenza si rivelò quando iniziò a tirare calci in giro.
"Peter? Che succede?" chiesi. Mio fratello si voltò di scatto, il volto ambrato illuminato da una striscia argentea di luna. Contro ogni mia aspettativa, sorrise. Ma con un sorriso sarcastico e teso.
"La nave dei tuoi amici pirati è affondata e hanno deciso di invadere il nostro territorio." replicò, fuoriso. I suoi occhi scintillarono. "Si sono accampati sulla terra."





¬spazio noi¬
buonasera guyz
yes è tardino e il capitolo è breve ma ho letto/fatto i compiti tutto il giorno ed è un capitolo di passaggio quindi perdonatemi pls :/

ly <3

~ele e ele

second star to the rightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora