chapter seventeen

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M a r g a u x ' s p o v

Volai via dalla nave nel momento in cui i confini dell'Isola si fecero abbastanza vicini da individuare due persone sulla spiaggia, che fissavano il veliero senza dire nulla. Immaginai le tantissime domande che chiaramente avevano e a cui, in questo momento, non avevo alcuna voglia di rispondere. Continuavo a pensare alla scena nell'Albero, il modo in cui il pirata era riuscito a strapparmi dalle mani il controllo della situazione in pochissimi secondi e senza nemmeno l'aiuto della vista. Si era riappropriato di quel senso solo poco dopo, camminando silenziosamente nella foresta e con un sacchetto di polvere di fata ben stretto tra le mani del pirata.
Peter mi venne incontro e mi abbracciò a mezz'aria, stringendomi così forte da farmi mancare il respiro. Non ebbi la forza di allontanarlo e incastrai il mento sulla sua spalla, inalando il profumo della foresta che lo ricopriva a pieni polmoni. Sentii il suo corpo che si irrigidiva e capii che aveva ragionato su quello che poteva essere accaduto e che le sue opzioni non gli piacesse. Pensai che fosse il momento adatto per trascinarlo a terra, convinta di averne abbastanza di pirati per il prossimo secolo. Nonostante opponesse resistenza, non fu troppo complicato atterrare sulla sabbia soffice della spiaggia con Peter al mio fianco, sebbene si fosse sciolto dall'abbraccio e mi limitassi a trattenerlo per un braccio. Kae, rimasta sulla spiaggia, mi salutò con un cenno della mano, mentre Peter continuava a fissare la nave che si faceva sempre più grande all'orizzonte con la mascella serrata. Continuai a trattenerlo fino a quando il veliero, una volta atterrato in mare, venne nascosto dalle colline dell'Isola. Solo allora tornò a concentrarsi su di me.

"Che cosa è successo?" quasi ringhiò, sempre mantenendo quella posa rigida del corpo. Peter non aveva mai avuto dei buoni rapporti con i pirati, ma sentivo che le cose erano di gran lunga peggiorate tra le due fazioni. Mi strinsi nelle spalle, scuotendo la testa.

"Non ho capito molto in realtà. Gli serviva una nave. Dicono... dicono che non sono più al servizio di Hook." spiegai. Kae alternava lo sguardo tra me e Peter, con un'espressione illeggibile stampata sul volto. Mio fratello sembrava sul punto di esplodere.

"Sono tutte bugie, Margaux!" sbottò infatti, sbattendo il piede a terra con forza quasi come un bambino. Nonostante la rabbia che circolava nel corpo di mio fratello, mi ritrovai a dissentire con il capo.

"Tu non l'hai visto quando me l'ha detto, Peter." dissi. "Sembrava l'avessi ferito nell'orgoglio. Deve essere successo qualcosa di grosso a bordo della Jolly Roger. E sappiamo entrambi quale è l'unico scopo di Hook."

"Ucciderci e prendere l'Isola." concluse mio fratello, guardandomi dritto negli occhi. Aveva capito dove volevo arrivare con quel discorso.

"Dobbiamo scoprire cosa sta combinando il nostro capitano preferito."

***
Anche se non avrei dovuto, mi sorpresi quando, entrata nell'Albero, i Bimbi si fondarono ad abbracciarmi. Lasciai che i loro corpicini mi stringessero per qualche minuto, lasciandogli delle dolci carezze sulla testa, alzando ogni tanto lo sguardo sui quattro più grandi che mi guardavano da dietro di loro, Gea, Max e Jam sorridendo, Levi facendo finta di nulla. Quando i più piccoli decisero di lasciarmi respirare, Gea coprì le distanze in una grande falcata e mi strinse. Il suo abbraccio era molto simile a quello di mio fratello, ma meno rabbioso. Jam e Max si aggiunsero pochi secondi dopo. Gli abbracci di gruppo erano una tenera tradizione nata molti anni prima, qualcosa che ci aiutava ad identificarci come una famiglia.
Il momento durò poco, comunque. Quasi subito tutti tornarono alle loro attività e io restai con Peter e Kae. Avevamo deciso di fare qualcosa, ma non sapevamo da dove iniziare. Guardai i due, ricordando il motivo per cui poche ore prima - per loro erano passati giorni, ma per me solo qualche ora - ero uscita a cercarli. La loro ascia di guerra sembrava sotterrata ai loro piedi, in quel momento.
Jamie entrò di corsa nella stanza, prendendo grossi respiri per via della corsa. "Volete sapere l'ultima?" chiese, quasi gridando. Gi altri annuirono distrattamente. "Alcuni pirati si sono ammutinati, ora ci sono due fazioni!" esclamò, guardando poi gli altri Bimbi mentre aspettava qualche segno di incredulità negli altri, che invece, disinteressati, erano tornati a concentrarsi su quello che stavano facendo prima del suo arrivo. Il bambino si guardò intorno, deluso dalle reazioni degli altri bambini e ci ritrovammo a spiegargli che era un'informazione che avevamo già. Dopo che finii di parlare, si ritrovò ad annuire deluso e si allontanò da noi, raggiungendo gli altri.
Mi sedetti su uno sgabello e Peter prese posto accanto a me, mentre Kae rimase in piedi, annunciando dopo poco che sarebbe andata a dormire.

"Quindi..." mormorò. "da cosa iniziamo?" Sospirai pesantemente, appoggiando la fronte sul legno del tavolo. Improvvisamente l'adrenalina, che in quelle ore popolava le mie vene, era scomparsa, lasciando solo una grandissima stanchezza.

"Non lo so." risposi, scuotendo la testa. Il mio cervello aveva smesso di funzionare. "Possiamo riparlarne domani mattina? È stata una stranissima giornata e sono stanchissima." aggiunsi, alzando leggermente la testa per poter guardare mio fratello, che mi sorrise. Mi passò una mano tra i capelli e poi mi lasciò un bacio su di essi.

"Buonanotte." sussurrò dopo. Salutai anche tutti gli altri e mi lasciai alle spalle la rumorosa stanza per il corridoio silenzioso. Una volta nella mia stanza, indossai in fretta un reggiseno più comodo e la mia maglia verde e mi coricai sulla brandina, concentrandomi sul soffitto e giocherellando con una ciocca di capelli. Ripensai a quel viaggio inaspettato: gli insopportabili 'principessa' di Jared, l'ancora più fastidioso 'Pan' di Hook, la camminata da Atene al Pireo, le tre ragazze che avevamo incontrato. Senza volerlo, tornai al discorso di Hook su suo padre. 'Non erano più al suo servizio', ma perché. La mia mente chiedeva spiegazioni. In millenni, la vita sull'Isola era rimasta sempre la stessa: le sirene, i pirati e i bimbi sperduti e non era mai cambiata neanche un minimo. Ora, tutto ad un tratto, le frazioni erano quattro: le sirene, i pirati, gli altri pirati e i bimbi sperduti. Una continua battaglia tutti contro tutti che stava diventando sempre più complicata. Saremmo stati in grado di farcela? Perché dopo tutto cosa eravamo? Un branco di bambini scalmanati che semplicemente coglieva l'attimo e prendeva ogni cosa come un gioco, e gli unici motivi per cui eravamo ancora quelli che possedevano l'Isola era che i pirati erano vecchi e stupidi e le sirene disinteressate. Ma ora si stava ribaltando tutto e non mi sarei stupita se avessero deciso di scendere in campo. Mi rigirai ed affondai la testa nel cuscino per qualche secondo, buttando fuori tutto lo sconforto accumulato. Poi mi girai su un fianco, accucciandomi su me stessa e tenendo un fagotto invisibile tra le braccia che un tempo era stato Peter, quando da piccoli ci addormentavamo abbracciati. E mi addormentai quasi subito.

¬spazio noi¬
salve ragazzi
questo capitolo fa schifo scusate
ho dovuto combattere il blocco dello scrittore eeee sì
mi dispi
non c'è neanche niente da chiedere lel
have a good dayyyyy

~ele e ele

second star to the rightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora