chapter twenty-seven

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M a r g a u x ' s  p o v

Grayson non era in un ottimo stato. Ιn primo luogo, era completamente bagnato. Se dopo aver esaminato i capelli gocciolanti attaccati alla fronte e le gocce che gli rigavano le guance come lacrime continuavi ad esaminarlo, risaltava la sabbia attaccata ai suoi vestiti fradici e strappati. Una ferita scorreva lungo il suo avambraccio destro. Spostai lo sguardo su di Peter, solo per vederlo alzare il sopracciglio, interessato da quell'entrata in scena inaspettata. Il capitano ci fece un cenno della testa in direzione della sua tenda e noi lo seguimmo silenziosamente. Mi accorsi - cogliendo un movimento dietro di me - che Jared ci stava seguendo. Una volta che il telo che chiudeva la tenda si richiuse alle nostre spalle, Grayson si infilò una mano in tasca e ne tirò fuori una bottiglia di vetro, dentro la quale era arrotolato un foglio di carta.

"Sarebbe?" chiese Peter, mentre io afferravo l'oggetto e toglievo il tappo di sughero per poter tirarne fuori la carta giallastra.

"E' una pagina strappata da un libro di mio padre. Che ho motivo di credere ora sia nelle vostre mani." spiegò il ragazzo, mentre io riuscivo finalmente a sfilare l'oggetto e a srotolarlo. In alto a sinistra vi era raffigurato un serpente blu oltreoceano e il resto della pagina era occupato da un identikit della figura e una descrizione accurata. In alto vi era scritto con un familiare carattere dorato 'il dragone del fondale'.

"Parla del libro che abbiamo rubato qualche giorno fa, mentre tu non c'eri. E' un inventario di mostri marini." spiegai a Peter, alzando lo sguardo solo per qualche secondo dalla pagina. Era rovinata ai lati e sporca di inchiostro in alcuni punti, segno che il capitan Hook si era crogiolato a lungo attorno a quel pezzo di carta. Aggrottai improvvisamente le sopracciglia.

"E' un rituale... di evocazione?" chiesi, incrociando lo sguardo del corvino, che annuì gravemente.

"Ed è anche il motivo per cui ce ne siamo andati. Mio padre si sta spingendo troppo oltre con questa storia, ed è determinato a conquistare l'Isola."

"Nulla di troppo preoccupante allora, ci prova da sempre ormai, senza troppo successo." commentò Peter.

"E tu con quale interesse ce lo staresti dicendo." dissi invece io. Grayson rimase spiazzato per qualche secondo, ma poi si ricompose.

"Non ho mai creduto alla politica di mio padre e ho sempre sperato che un giorno saremmo arrivati a un'alleanza. Credo sia arrivato il momento giusto." rispose, "Inoltre, mio padre è troppo accecato dai suoi desideri per ragionare veramente: quella creatura è troppo imprevedibile, impossibile da controllare per lui, finirebbe per causare la rovina dell'intera Isola."

"I Bimbi sperduti possono affrontare anche questa minaccia da soli. Non abbiamo bisogno dei pirati." disse Peter.

"No, non possiamo." mormorai. Peter mi fissò sorpreso. "Qui si parla di un nemico molto più pericoloso di un branco di pirati." aggiunsi. I pirati nella stanza non parvero offesi dalle mie parole. In quel momento la faccia di Peter si trasformò in un'emozione indecifrabile. Mi afferrò per un polso e mi trascinò in un angolo, sotto lo sguardo sorpreso dei due ragazzi.

"Pensi veramente che la nostra migliore opzione siano i pirati? Preferirei negoziare con le fate." borbottò il ragazzo, tentando di tenere il volume basso nonostante sembrasse decisamente arrabbiato. Alzai gli occhi al cielo.

"Non fare il melodrammatico per favore." gli dissi. Lui serrò la mascella. "Quindi? Cosa suggerisci?" borbottò dopo.

"Suggerisco di indagare su quello che dice e decidere in base a quello. Torna all'Albero e recupera il libro nella mia libreria. Poi manda Gea e Jam a perlustrare il mare, per vedere se ci sono dei movimenti" abbassai ancora di più la voce "la sua preoccupazione" e a questo punto ruotai leggermente gli occhi, per far capire che parlavo del pirata dietro di noi, "mi sembra autentica, ma c'è qualcosa che mi manca. Cercherò di parlarci mentre tu sei via." conclusi. Peter mi osservò, dubbioso.

"Non mi fido a lasciarti da sola con loro." ribatté mio fratello, titubante.

"So badare a me stessa." gli ricordai. Ci fu qualche secondo di silenzio, poi sospirò.

"Va bene, faccio più in fretta possibile." mi disse, allontanandosi poi verso l'ingresso della tenda. Si voltò un'ultima volta, prima di sparire dall'altra parte del telo. Io invece tornai verso i due pirati. Grayson alzò un sopracciglio, probabilmente senza accorgersene perché era ovvio che non avrei dato informazioni sulla conversazione privata con mio fratello.

"Serve aiuto? Con la ferita, intendo." dissi invece. Il capitano parve ricordarsi solo in quel momento dell'avambraccio destro sanguinante. Scrollò le spalle e si diresse verso un baule posto in un angolo della stanza. Lo presi come un sì, dunque lo seguii. Jared mi fissò per qualche secondo, poi alzò gli occhi al cielo e uscì dalla tenda, dicendo un 'a presto, principessa'. Grayson nel frattempo era tornato indietro con una camicia bianca e un kit del pronto soccorso tra le mani - di quelli che si trovavano ovunque nell'Altro Mondo. Senza troppe cerimonie mi avvicinai e glielo tolsi dalle mani. Pulii la ferita, mentre Grayson mi guardava in silenzio.

"Dove è andato tuo fratello?" chiese. Aveva una voce bassa e calma, diversa da quella diplomatica che aveva usato in precedenza. Lo guardai con la coda dell'occhio, prima di rispondere con lo sguardo nuovamente puntato sul tuo braccio.

"A verificare le tue parole." dissi, sinceramente. Speravo che il discorso potesse andare avanti, in questo modo.

"Prevedibile." rispose Grayson, con una smorfia sul viso dovuta al dolore causato dal disinfettante.

"Come te la sei fatta?" chiesi, improvvisamente curiosa. Il capitano alzò un sopracciglio.

"Non sono proprio il ben venuto sulla Jolly Roger." rispose. Annuii in silenzio, tentando di trovare le parole per andare avanti. Non mi era mai piaciuto forzare le conversazioni, ma in quel momento era praticamente necessario.

"Non capisco come possa essere nel tuo interesse denunciare i piani di tuo padre, per te sarebbe più facile aiutarlo." dissi allora. Il corvino fissò gli occhi nei miei.

"Ho già detto di non aver mai creduto alla politica di mio padre e il litigio che ho avuto con lui è stato un modo per me di dimostrarlo." rispose lui, con un tono vagamente annoiato. Stavo per aggiungere altro quando Peter entrò nella tenda. Fece un lieve cenno del capo in direzione mia e di Grayson, poi parlò:
"Ci serve mezza giornata per preparare la Radura, vi permetteremo di avvicinare l'accampamento alla nostra Tana, più nell'entroterra." Io sorrisi.

"Siete ufficialmente alleati dei bimbi sperduti."

¬spazio noi¬
ue
SIAMO VIVE
non ci credete eh
questo capitolo è stato un parto e fa schifo ma accontentatevi guyz

~ele ed ele

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 27, 2021 ⏰

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