𝘗𝘢𝘳𝘵𝘦 10

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Arrivai a casa di Levi in men che non si dica. Prima di permettermi di bussare alla porta, mi specchiai al display del mio cellulare, soprattutto per rimettere a posto i capelli, che erano tutti annodati.
Diedi una scrollata alle spalle e sospirai.
<Avanti Petra... è solo il tuo capo..>
Dissi tra me e me, preparandomi a suonare.
<Cosa vorrà fare? Licenziarmi..?>
Soffiai infine. Per qualche strano motivo ero in ansia. Mi piaceva parlare con Levi, mi piaceva sentirlo sereno e tranquillo, quando gli facevo il tè e gli parlavo della mia vita in università lo notavo sempre interessato e pacato, forse perché lontano dalla vita stressante del suo lavoro.
Guardai verso la porta. Era più interessante che suonare forse...
Infine, respirai l'aria fresca a pieni polmoni e pressai il campanello.

In pochi secondi potevo già sentire i passi lineari e non troppo rumorosi del mio capo. La porta si aprì e mi mostrò il bel signor Akcerman , sempre impeccabile.
Non lo vedevo da qualche giorno.
Da quando avevamo dormito insieme lo avevo visto solo di striscio qualche volta, pronto per andare a lavoro.
Lo guardai e , notando che non mi staccava gli occhi di dosso, arrossii e spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Mi vergognai un minimo, neanche ero vestita bene. Mi ero sbrigata per arrivare da lui. Avevo un cappotto nero, una semplice felpa grigia al di sopra di un paio di pantaloni neri, con delle scarpe da ginnastica che avevo messo al volo prima di uscire di casa.
Lui invece non era vestito come di suo solito.
Indossava un maglione bianco vaniglia, al posto della solita camicia, e dei pantaloni neri.

<Allora? entri?>
Il signor Ackerman fu il paladino che mi riportò alla realtà dai miei pensieri. Ultimamente mi distraevo troppo spesso.

Sorrisi leggermente e mi feci spazio nell'ampia casa, che ormai conoscevo praticamente come la mia.
Mi fece accomodare nel suo salone e si sentiva il comunissimo odore di tè, solo che più intenso del solito, forse ne aveva preparato.

<Puoi sederti>
Disse superandomi. Così mi accomodai sul divano stringendo tra le mani la mia piccola borsa, che usavo sempre per portarmi dietro l'essenziale.

Una cosa mi sorprese però, egli non si era seduto con me, bensì era sparito dietro le mura della cucina.
Cercai di spiare dal sofà quel che stava facendo, ma da lì non si vedeva nulla.
Iniziai così a sporgermi, ero così curiosa...
Ad un certo punto la figura del mio capo rispuntò fuori dalla cucina e quasi balzai in aria, diventando rossa come un peperone. Aveva due tazze di tè fumanti ed aveva praticamente visto che stavo cercando di spiarlo.
Tornai a guardare avanti e nascosi parte del viso con la sciarpa di lana che non mi ero tolta. Che stupida..

Il signor Ackerman non disse nulla, per mia fortuna. Se ne era sicuramente accorto, ma non aveva detto nulla , quindi meglio così.
Egli si sedette accanto a me e mi diede la tazza di tè.
<Non doveva...>
Dissi sorridendo timidamente e arrossendo.
Lui non rispose, si limitò a bere il suo tè.
Così lo feci anche io.

Passò qualche minuto, in silenzio.
Mi era venuta un po' di ansia a stare lì.
Non poteva avermi chiamata solo per farmi prendere del tè con lui...anche se , in realtà, non mi sarebbe dispiaciuto.

Avevo ormai finito il mio tè e, a quanto pareva, anche lui. Avevo iniziato a trovare le pareti interessanti in quella casa, dato che non sapevo cosa fare nell'attesa, così, dopo aver posato la tazzina e farfugliato un "grazie" , decisi dar voce all'aria.

<...allora.. perché mi ha chiamata?>
Chiesi cercando di non sembrare troppo frettolosa o invadente. Sapevo che il signor Ackerman era abbastanza stressato e stanco, quindi cercavo sempre di non mettergli fretta nel fare le cose.

Egli fece passare qualche secondo in cui fissò il pavimento bianchissimo.
<Volevo semplicemente parlarti di una cosa>

Mi venne un colpo al cuore, facevo per caso male il mio lavoro? Non era soddisfatto?
<... c'è qualcosa che non va nel mio lavoro signore? Se sì mi dica subito ciò che non la soddisfa e..>
<No no Petra..non è quello..>
Disse interrompendomi. Una sensazione di sollievo iniziò quindi a regnare in me.

𝘚𝘸𝘦𝘦𝘵 𝘤𝘰𝘭𝘥 //𝘙𝘪𝘷𝘦𝘵𝘳𝘢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora