𝘗𝘢𝘳𝘵𝘦 27

215 13 72
                                    

Steffi si fece largo in quella grande casa assorta nei pensieri. Il profumo leggero e pulito della sua dimora l'abbracciò calorosamente, spingendola ad avanzare per andare a riposare.
La pavimentazione marmorea, le belle pareti bianche. Quel fugace momento di calma finí subito, la corvina non poté non notare un uomo seduto sul sofà, poco più avanti, con un bel calice di vino rosso in una mano.

Zeke.

Ella storse il naso, sorpresa di trovarlo lì, in casa sua.
«Che ci fai qui, Zeke?» Domandò dubbiosa, spogliandosi del suo pesante cappotto invernale.

Il biondo non necessitò neanche di voltarsi, sapeva che Steffi gli avrebbe posto una domanda del genere.
Si sollevò da quel comodo divano e appoggiò delicatamente il calice su un tavolino di vetro posto lì davanti, sul tappeto.
La corvina, d'altro lato, non poté far altro che tenere gli occhi fissi su Zeke che non esitò a rubarle un bacio. Un bel bacio, caldo, profondo, duraturo. Ella sgranò gli occhi appena, mentre un ghigno si designò sul viso roseo dell'altro.

«Finalmente potremo farci valere» - Commentò lui, carezzandole i capelli neri. - «Ciò che tuo padre ha sempre voluto, Steffi.» La corvina sentì il cuore salirle in gola.

Suo padre.

Diethelm Voigt. Fondatore della Voiman foundation assieme a Cassian Ackerman.

Il padre di Levi.

Steffi scosse la testa, turbata.
«Io... Ti ho portato il documento...»
Mormorò, con voce flebile.

Un grande sorriso si fece spazio tra le labbra del biondo. «E Petra è ormai in pugno.»

L'altra si accigliò.
«L'hai... Conquistata?»

Zeke continuò a giocherellare con i capelli morbidi e lucidi di lei, cingendola dolcemente per le spalle.
«Qualche altro passo e sarà mia» - Fece una pausa, sospirando orgoglioso. -«E con lei anche i segreti del caro signor Ackerman. Basterà metterlo in cattiva luce.»

Steffi non proferì parola, si limitò a fissarlo intensamente negli occhi, a specchiarsi nel riflesso delle sue lenti scintillanti. A pensare a come quel riflesso non fosse tanto misterioso come gli occhi abissali di Levi, che da anni aveva purtroppo dimenticato.
Il biondo avvertì quel silenzio e sollevò un sopracciglio.

«Steffi» - Ella tornò al mondo reale, trasalendo appena. «Amore, tu e Levi vi sposerete, le azioni saranno tue, poi potremo vivere la vita che meritiamo!»

Quelle parole, che mano a mano divenivano sempre più ovattate, bastarono a farla ricadere nel mondo graffiante dei ricordi. Steffi sentì lo stomaco vuoto, il suo peso di svanire, gli occhi pesanti.

Era una piccola e dolce bambina quando conobbe Levi. Ricordava ancora la figura di suo padre accogliere in casa il suo amico Cassian. Ma quella volta era stato diverso. Quella volta l'uomo teneva un bambino per le spalle. Un bellissimo bambino dai capelli nerissimi e dagli occhi blu come l'oceano.

«Ti presento mio figlio Levi!» Aveva esclamato Cassian, con un sorriso a trentadue denti. Inutile dire che lei, un'ingenua e gioiosa bambina, non aveva esitato a presentarsi con il petto rigonfio di felicità. All'altro, dal conto suo, gli era sembrato di vedere una piccola fata: Una dolce bambina dagli occhi cilestrini come il mare e dai capelli neri come i suoi.
Steffi aveva trovato un amico.
Steffi aveva trovato la sua vita.
Il bambino che aveva conosciuto era giocoso, scattante, furbo, attento. Levi adorava fare gli scherzi, soprattutto a lei, in particolar modo quando i loro genitori prendevano il tè e parlavano di affari.
Loro due si aggiravano per la casa correndo qua e là e nascondendosi per poi contare fino a dieci. Poi si bendavano a vicenda e giocavano a rincorrersi, rischiando di far cadere gli adorati vasi della madre di Steffi. E ancora utilizzavano i cuscini del sofà per creare strani fortini anti adulti nei quali rifugiarsi.
Quegli attimi erano pura vita per Steffi e non avrebbe mai permesso a nessuno di privarla del suo amico Levi.

𝘚𝘸𝘦𝘦𝘵 𝘤𝘰𝘭𝘥 //𝘙𝘪𝘷𝘦𝘵𝘳𝘢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora