𝘗𝘢𝘳𝘵𝘦 28

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Hanji portò alle labbra quel caffè tanto amaro quanto bramato. Non c'erano risvegli più burrascosi di quelli precedenti ad una stancante giornata di lavoro. D'altronde Hanji era così: una dormigliona piena di energie. Sempre pronta a lavorare per non lasciare buchi vuoti nelle sue giornate. Un po' un paradosso, siccome che la paradisiaca comodità del suo letto non aveva rivalità con niente al mondo.
Un caffè le faceva sempre e solo bene, ne vedeva sempre una sorta di carica batterie per affrontare i propri impegni, perciò aveva approfittato della spossatezza del povero Moblit per farsi fare compagnia nella caffetteria.
Quest'ultimo, d'altronde, non poteva non osservare quei ciuffi castani ribelli che tentavano la fuga dalla coda disordinata di Hanji. Per molti sarebbero potuti risultare impresentabili, ma lui ne vedeva solo un certo fascino.
Così come nei suoi occhiali vispi, costantemente calanti verso il naso che prontamente lei ritirava sú.
Fu proprio a Moblit che, infatti, serví la voce di Hanji stessa per tornare al mondo reale.

«Non bevi il tuo caffè?»
Aveva domandato, confusa, non rendendosi conto del fatto che egli la stesse osservando.

Quest'ultimo scosse leggermente la testa, impacciato, e sorrise, assaporando il gusto amaro che non apprezzava quanto Hanji, ma poi una domanda gli sorse d'improvviso, ricordandosi quanto era accaduto giorni prima. Gli chiese di Petra, della quale non aveva più avuto notizie

Naturalmente, la risposta della castana non fu imminente. Lo guardò confusa, sollevando un sopracciglio, ma poi si ricordò che fosse stato proprio Moblit a riportarla a casa, quel giorno.
Fu così che Hanji posò la tazzina, abbozzando un sorriso.
«Credo che il suo cuore sia leggermente in tempesta» Rispose in tutta sincerità.
Tuttavia non poté fare a meno di notare l'espressione sfasata dell'altro, quindi si mise comoda, pronta alle spiegazioni e, magari, alla ricerca di un minimo conforto.

«Sai, penso si sia innamorata dell'uomo per cui lavora...»

Bastò un secondo per ascoltare e rielaborare la frase. Moblit per poco non rigettò all'aria tutto quel caffè, attirando l'attenzione di praticamente tutti.
Quanto avrebbe voluto, in quel momento, sotterrarsi in qualche fossa.
«L'amico di Erwin, intendi?» Domandò, tossendo un paio di volte e dandosi del colpetti sul torace.

Hanji annuì appena e sospirò, stanca.
«Ah Moblit... Mi servirebbe proprio una pausa... ora» Egli si accigliò. Non la ricordava così... Stanca.
L'altra, dal canto suo, si teneva le tempie, preda di un lieve mal di testa.
Petra era davvero in tempesta e lei, in qualità di amica, si sentiva in dovere di aiutarla, anche se non aveva la minima idea del come. Per lei non bastavano le serate a chiacchierare ed a scherzare per tenerle la mente occupata. Voleva fare di più, e ci provava, anche se Petra non le dava spesso ascolto.

Moblit sorrise, quella testa china gli faceva perfettamente capire quanti problemi si stesse facendo Hanji. Problemi inutili, tane di stress.
Perché lei era così, pensava sempre al bene dei suoi cari, spesso dimenticandosi il suo. La generosità che portava in cuore era smisurata e l'ammirazione che portava per quell'istancabile donna aumentava sempre, di giorno in giorno.

«Hey» mormorò, posandole una mano sulla spalla. «Tu stai facendo tantissimo per Petra, non darti colpe.»
Moblit fece una pausa, giusto il tempo di intravedere uno sguardo stanco posarsi su di lui. Segno che lo stava ascoltando.
«Però sai... Ci sono alcune cose che non si possono risolvere in due.»

«In che senso?» Domandò lei, con voce impastata.

«Petra è innamorata e non vuole ammetterlo. Non puoi scavare nei suoi sentimenti per sapere la verità o per cambiare il corso delle cose. Semplicemente... Andrà come dovrà andare, sta' a loro intervenire.»

Hanji arricciò il naso.
«E cosa dovrei fare io?»

Moblit sorrise, sincero.
«Quello che fai sempre, che ti riesce benissimo.»
Egli si sentiva ora spoglio. Spoglio delle sue considerazioni. Aveva dato libero sfogo al suo pensiero. Era sempre stato taciturno, tendeva a non intervenire mai. Ma quel discorso, quello che aveva appena terminato veniva da anima e cuore. Aveva fatto una fatica immane a non interrompersi o ad imbarazzarsi.
Non poteva sentirsi più fiero di sé stesso e la gioia in cuor suo aumentò quando vide il sorriso radioso di Hanji designato sulle sue labbra.

𝘚𝘸𝘦𝘦𝘵 𝘤𝘰𝘭𝘥 //𝘙𝘪𝘷𝘦𝘵𝘳𝘢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora