𝘗𝘢𝘳𝘵𝘦 4

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Rientrai in casa distrutta per l'ora di cena. Appena aprì la porta un profumo avvolgente mi colpì in pieno.
Hanji non aveva specializzazioni in cucina, ma se la cavava.

Tuttavia, non avevo fame, quindi passai per il corridoio, entrai in salone ma invece di sorpassare il divano per la cucina mi ci buttai a peso morto sopra.
I cuscini profumavano ed il tessuto era soffice, avevo dato una lavata a tutto il giorno prima, dato che la mia coinquilina si dimenticava sempre di fare le pulizie.

Affondai il mio viso leggero e pallido nella morbidezza del sofà, cercando in tutti i modi di ovattare i suoni fastidiosi della televisione e di Hanji che ormai mi chiamava da 5 minuti.

<Petra... Petra!>
La quattrocchi iniziò a scrollarmi dalle spalle, costringendomi così a girarmi a pancia in sù.

<Hanji... Cosa c'è... >
Sbuffai stufa e, soprattutto, stanca.
Era in piedi davanti al divano e mi guardava con aria interrogativa.

<La cena... >
Disse guardando verso la tavola ben apparecchiata.

<... Non ho fame.. >
Mugugnai coprendomi il viso con un cuscino profumato.

Dopo ci fu silenzio.
Strano... Non capivo perché Hanji fosse così silenziosa, di solito faceva domande su domande...

Spostai di poco il cuscino dalla mia faccia per osservarla e, nel vederla rabbrividì subito.
Aveva un sorrisetto soddisfatto in viso e i suoi occhi non erano visibili per via del riflesso della luce negli occhiali.
Sapevo cosa significasse. Ed era la fine per me.

<Cosa mi nascondi Petra..?>
Chiese con un pizzico malizioso nel suo tono.
Sbiancai e arrossì al contempo, iniziando a balbettare e ad agitare le mani a vanvera.

<C...che cosa ti credi? Nulla!!>

In un sol secondo me la ritrovai dinanzi sul divano, ciò mi costrinse così a ritirarmi su un unico lato del sofà, per avere più spazio vitale.

<Hanji... C.. Che cosa... >

<Dimmi lo hai conosciuto? È vecchio? Com'è? Antipatico... Avanti sù!>
I suoi occhi ramati con i suoi crespi capelli erano vicinissimi ai miei e da lì potevo vedere tutta la curiosità emanata da Hanji.

Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, Hanji non era stupida. Pazza si, ma stupida no.

La guardai in silenzio, poi dopo attimi sospirai e me la scrollai di dosso, mettendomi a sedere sopra al comodo sofà.

<... Si, l'ho conosciuto.>
Virai lo sguardo altrove imbarazzata, magari Hanji si aspettava di troppo.

<Mio Dio Petra!!>
La guardai, i suoi occhi brillavano.
Cercai di interromperla prima che fosse troppo tardi.

<No no aspetta Hanji!>
Agitai le mani dinanzi il suo viso cercando di farla stare zitta.

<Non è....cioè.. Non è come ce lo aspettavamo... >
Balbettai, non sapevo neanche il perché, d'altronde stavo parlando con la mia migliore amica.

<Uhm...?>

<... È giovane! Si avrà 25 anni e... Non ha rughe o cosa, solo occhiaie e... È carino... >
Ero imbarazzata, molto.
Su di Hanji si delineó un sorriso a 32 denti quasi inquietante.

<Le cose si fanno interessanti... >
Disse tornando a pochi centimetri di distanza dal mio viso con quel tono malizioso.

La guardai male per poi soffiarle contro.
Odiava quando le soffiavo addosso, soprattutto se sul viso, così riuscì a levarmela di dosso, nel mentre che aveva cominciato a dimenarsi e a borbottare parole strane.

<No Hanji, no. È carino ma antipatico, è acido e molto presuntuoso, sono comunque contenta di vederlo poco.>
Tornai a stendermi sul comodo sofa, nel mentre vidi lo sguardo della mia amica deluso, chissà cosa si aspettava.

<E ora lasciami in pace... >
Presi un cuscino e me lo misi in faccia per sentire il profumo di pulito nella sua morbidezza.

<Se lo dici tu... >

Infine, non si sa secondo quale miracolo, la quattrocchi lasciò perdere e andò a mangiare, senza dire e fare nulla. Vabé, meglio così...

[...]

Venerdì 14 dicembre, Londra

Lavoravo ormai dal signor Ackerman da settimane.
Dopo averlo visto per la prima volta non lo avevo più incontrato se non di striscio qualche volta...
Quando ho detto ad Auruo che avevo incontrato il mio capo i suoi occhi avevano cominciato a brillare.
Non so, vedeva un qualche cosa nel signor Akerman da stimare.
Era certamente un bell'uomo preparato, dato il suo lavoro, ma la sua acidità e il suo essere scorbutico peccavano un tantino...

La giornata inizió subito male.
Di mattina Hanji era uscita presto, dato che lavorava in un centro scientifico dove fare strani esperimenti, quindi aveva fatto colazione e tutto senza pulire un tubo.

Lo feci io, non mi andava di lasciare tutto così, ad Hanji avrei lasciato un messaggio per dirle di vedere cosa c'era da comprare per la casa.

Mi sbrigai, rischiavo di fare tardi, quindi, dopo aver sistemato tutto, afferrai la mia amatissima e calda sciarpa di lana e me la arrotolai al collo, lasciandomi avvolgere dal profumo di pulito che emanava.
Presi borsa e telefono al volo e mi vidi per un secondo allo specchio per darmi una sistemata generale, per apparire almeno decente.

Uscì di corsa da casa senza far nemmeno caso al meteo.
Era nuvoloso, molto, andavo sempre a piedi dal signor Ackerman e ci mettevo mediamente 10 minuti, quindi si, conoscendo Londra, mi sarei beccata una bella pioggia in pieno.

Mi maledì mentalmente per non aver cercato un ombrello nel momento in cui una goccia fredda e fastidiosa mi cadde sul naso.

Mi affrettai, ma la pioggia cominciò a cadere copiosa, sempre più intensamente.

Bene, non solo mi sarei beccata la pioggia, ma avrei fatto anche brutta figura nella casa del mio capo, presentandomi così.

Feci un sospiro profondo e ripresi a camminare a passo deciso.

Spazio autrice
Non so scrivere, yeiii, capitolo forse un po' noioso ma fidatevi che il prossimo sarà più bello 👌🏻😭

𝘚𝘸𝘦𝘦𝘵 𝘤𝘰𝘭𝘥 //𝘙𝘪𝘷𝘦𝘵𝘳𝘢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora