II

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Bakugou cercò di piegare, non riuscendoci affatto, i suoi panni e mentre girava la camicia dell'università con lo stemma raffigurante un bullone stellato d'argento su uno sfondo a scudo giallo e rosso una voce squillò alle sue spalle "Ah, vai anche tu alla Neji-mawashi, saremo compagni di classe da lunedì, mi sono da poco trasferito da Sapporo, sono Kirishima Eijiro, piacere di conoscerti" disse il ragazzo con i capelli rossi porgendoli la mano. "Ah, chi ti ha dato il permesso di avere tutta questa confidenza con il sottoscritto, l'informazione che mi hai appena dato riguardo al tuo nome è totalmente irrilevante, tanto quanto non sia necessario che tu sappia il mio, visto che non ho intenzione di avere rapporti con te." Inaspettatamente capelli laccati rise e disse "Mi piace la tua spontaneità, ho deciso che saremo amici" rispondendo alla provocazione, mostrando il pollice all'in su, mentre il suo viso s'illuminava dipingendosi un sorriso spensierato. "Eh? Ti manca qualche rotella ? Non hai sentito quello che ti ho appena detto? Mi stavi ignorando per caso?" "Scusa, scusa non riesco a prenderti sul serio con questa aria da duro che cerchi di darti".

Bakugou rimase allibito, pensando che tutte le persone strane le incontrava lui, come si permette? "Finiscila di prendermi per il culo, o ti faccio volare fuori dalla porta". Dopo aver preso le sue cose, tornò a casa senza rispondere al "Ci vediamo lunedì" che gli rivolse l'altro ragazzo.

Nella strada di casa Bakugou continuò a pensare alle parole del rosso e, soprattutto, per quale motivo lo avessero colpito tanto nel profondo da sprecare tempo a pensarci, le persone che credono di sapere tutto sugli altri solo guardandole gli davano sui nervi, che ne sapeva lui del suo passato? Di cosa passava per la sua testa?

Assorto nei suoi pensieri Bakugou entrò in casa, si accese una sigaretta e si sedette in terrazza a fumare.

Il suo appartamento era piccolo, per non dire claustrofobico, situato nella parte più malfamata della città di Tokyo, si trovava al 50esimo e ultimo piano di un edificio che stava ancora in piedi per miracolo, con la paga che prendeva era l'unico posto che poteva permettersi per condurre una vita dignitosa e lasciare spazio a qualche, forse troppi, piaceri. L'ingresso dell'appartamento dava direttamente sulla camera da letto, vi era un letto matrimoniale leggermente rialzato da terra con dei bancali in legno, le lenzuola erano rosse e il copriletto nero, ai piedi del letto c'era un divano a due posti verde rivestito di velluto che sembrava essere un cimelio di qualche casa inglese dell'800, il divano era rivolto verso una scrivania quasi interamente occupata dal computer da gaming, la PS4, e lo schermo del monitor di ben 40pollici. Nella parete opposta all'ingresso, si aprivano altre due porte, a sinistra c'era il bagno e a destra la cucina, oltrepassata quest'ultima si apriva una terrazza. L'unico punto positivo dell'appartamento era la vista mozzafiato che si poteva godere di Tokyo al tramonto, quando la città comincia ad accendersi e prendere vita. Il sole lascia il posto alla luna così come la ragione cede alla passione.

Mentre finiva la sigaretta, il telefono squillò, Bakugou lesse il messaggio di Mina ORE 23:00 FUKUSHIMA NON MANCARE.

Le gare automobilistiche clandestine erano il suo hobby, aveva nel garage una Mitsubishi 3000GT del 1992 bianca, il brivido che provava a essere vicino alla morte lo eccitava in modo indescrivibile, sentire l'adrenalina che brucia le vene, l'istinto di sopravvivenza fare da padrone, abbandonarsi alla velocità lo faceva sentire libero. Purtroppo, i controlli si erano intensificati negli ultimi anni e i tempi d'oro delle corse erano ormai andati, quando ogni settimana si accendevano immensi falò e si gareggiava tutta la notte, le competizioni erano accompagnate da feste, spogliarelliste e sostanze stupefacenti. Ora, i raduni si erano ridotti a due ogni anno, tendenzialmente si tenevano in zone desertiche o abbandonate, uno in strada asfaltata e uno nello sterrato, vi partecipano tutte le gang del Giappone, per i leader era un modo come un altro per scommettere sui territori di dominanza.

Mina era la diretta superiore di Bakugou all'interno di Kurogiri, ma era anche una tra le uniche due persone al mondo a essere rimaste accanto a Bakugou sin dall'infanzia, insieme a Kaminari.

Ora vi spiegherò brevemente com'è organizzata Kurogiri: il Capo è la mente centrale, comanda e coordina tutte gli altri membri dell'organizzazione, è la punta d'oro della piramide, è circondato da un gruppo di 10 sicari che vengono utilizzati per fare pulizia all'interno dell'organizzazione e fungono da guardia del corpo. Sullo stesso piano c'è una figura che nessuno ha mai visto, il Consigliere. Sotto al leader, ci sono 3 comandanti: uno che si occupa dello sviluppo del software per il Dark Web, uno che si occupa della logistica delle merci (compreso il 'recupero e vendita') e uno che si occupa della protezione interna. La sezione di sviluppo conta altri 7 membri oltre al responsabile, ognuno si occupa di un diverso settore; la sezione per lo scambio era molto più numerosa, contava 30 membri, tra fattorini, corrieri, addetti al recupero della merce; la sezione di protezione interna, dopo Mina, contava altri 3 membri. Bakugou apparteneva all'ultima categoria, la sezione di protezione interna, che si occupava di sviluppare delle nuove identità principalmente per i membri appartenenti alla compagnia, alcune di essere venivano anche vendute a peso d'oro all'interno di Kurogiri. Ogni membro dell'organizzazione possedeva oltre all'identità originale, una falsa, creata dalla protezione interna, come riserva in caso di necessità, è un modo per salvaguardare l'organizzazione; quando gli sbirri si avvicinano troppo, le persone sospettate cambiano identità e si rifugiano in stati in cui la polizia è meno efficiente, tendenzialmente in Thailandia, Argentina e Sudafrica.

Erano le 20:00, Bakugou infilò un paio di pantaloni sportivi neri, che portava rigorosamente abbassati, una canotta bianca lunga, una giacca di pelle nera e la collana d'oro regalata della sorella anni addietro. Prese le chiavi della macchina, come portachiavi c'era un batuffolo a forma di bomba a mano, scese nel garage e scoprì la macchina dal lenzuolo che aveva adagiato sopra. Si prese il tempo di fare un giro attorno alla vettura per ammirare la livrea e i cerchioni in lega, la macchina non aveva un graffio.

Si mise alla guida e il cuore cominciò a battere all'impazzata, i pori della pelle cominciarono ad aprirsi e a lasciare passare il sudore, il sangue cominciò a scorrere più velocemente nelle vene svegliando tutte le cellule del corpo, chiuse gli occhi e per qualche secondo smise di respirare, il mondo intorno a lui era nero, si era teletrasportato in un'altra dimensione, ogni rumore era sparito, come la calma prima della tempesta. Focalizzò la sua attenzione solo e soltanto sulle orecchie per assaporare il rombo che il motore V6 da 3 litri sovralimentato emette all'accensione, fece un respiro e liberò i 286 cavalli di potenza che cominciarono a galoppare furiosi e implacabili, neri come una forza oscura, che infiammano il terreno su cui passano.

KiriBaku : "Nero come la notte, rosso come il fuoco".Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora