Tornò velocemente al piano terra, forse avevano un altro covo, forse Tomura era scappato. No, non avrebbe senso aver lasciato dei mercenari in un edificio fittizio. A lato delle scale trovò in minuscolo corridoio, appena sotto le scale c'era una porta, la aprì. E iniziò a scendere le scale, portavano in un lungo corridoio alla fine del quale c'era una stanza illuminata.
Kirishima con cautela andò verso la stanza, tenendo la pistola alzata, davanti a lui. Arrivò in una grande stanza, dove al centro c'era Tomura che lo aspettava seduto su un divano. Perse il controllo e si fiondò verso di lui senza accorgersi che tre uomini lo stavano per aggredire alle spalle, l'orecchio fischiava ancora. Sentì uno sparo, d'istinto tentò di girarsi, ma lo avevano colpito alla gamba, cadde a terra e perse la pistola, due uomini lo afferrarono sotto la ascelle, il terzo raccolse la pistola. Kirishima aveva perso la sua arma, ma si sentiva inspiegabilmente calmo.
"Mio caro Kirishima, ti stavo aspettando, ci hai messo un sacco di tempo." disse Tomura con la solita voce da doppio-giochista. "Bastardo, hai ucciso Bakugou, adesso dov'è il suo corpo?" "Non ti preoccupare, lo raggiungerai presto, appena avrai risposto ad alcune mie domande" "Ti ucciderò" disse Kirishima, i suoi occhi erano diventati nero cenere, nessun riflesso, sembrava un corpo senz'anima, guidato solo da un istinto omicida "Ahahha, non sei nella condizione di fare minacce, allora dimmi cosa sai di me, del Consigliere, e chi altro sa di noi". Tomura aveva intenzione di uccidere tutti quelli che sapevano la verità su Kurogiri.
Kirishima non riusciva a stare in piedi sulla gamba colpita, ma non sentiva dolore, se non fosse per il sangue che bagnava il pavimento, non saprebbe di essere ferito. Uccidere quell'uomo era diventato prioritario per il suo cervello, tutto il resto era passato in secondo piano, il dolore, la paura.
"Non ti dirò niente." "So che appartieni all'intelligence, ho torturato anche Bakugou per avere qualche informazione, ma non ha aperto bocca, era una spia fedele, eravate molto intimi, non è vero?".
Un tremendo senso di colpa travolse Kirishima, quindi, la verità è che Bakugou era stato ucciso credendo che fosse un suo informatore, era colpa sua. Era tutta colpa sua. Iniziò a sentirsi responsabile, era come se le sue mani si macchiassero del sangue di Bakugou, indirettamente lo aveva ucciso, aveva ucciso la persona con amava, l'unica persone che era riuscita a fare breccia nel suo cuore. Cosa doveva aveva provato Bakugou scoprendo che lui era un poliziotto? Che lo stavano torturando per avere delle informazioni che non possedeva? Kirishima si sentì trafiggere il cuore da una lama ben più dura del ferro, fatta di senso di colpa, forgiata nell'odio. Ma, anche se fosse stato lui il mandante dell'assassinio, avrebbe comunque giustiziato i boia. Iniziò ad agitarsi per riuscire a liberarsi dalla presa degli uomini, ma questi gli assestarono dei colpi, in pancia, sulla schiena e sulle gambe. Lo lasciarono cadere accasciato a terra.
Kirishima aveva la testa che iniziava a pulsare, doveva trovare in fretta un'arma, perché a mani nude sarebbe stato difficile attaccare più uomini contemporaneamente. Alzò leggermente lo sguardo e vide la pistola appesa alla cintura che portava uno dei due uomini in piedi vicino a lui. L'adrenalina inondò il suo corpo. In uno scatto fulmineo si alzò, prese la pistola, e uccise i due uomini che lo avevano bloccato, il terzo uomo sparò e lo colpì di striscio alla spalla sinistra, nonostante il dolore, Kirishima si girò e lo uccise.
Si avvicinò a Tomura e gli puntò la pistola in testa. Ma accadde una cosa che Kirishima non si aspettava, in viso a Tomura si dipinse un immenso sorriso. "Non credo che tu voglia davvero farlo, sono io che ho in mano le redini del gioco, tu devi seguire le mie regole. Chi sa di Kurogiri?"
"Credi di potermi minacciare anche quando ti sto puntando una pistola contro?" Kirishima sentiva l'onnipotenza di poter decidere tra la vita e la morte di una persona, ma questa doveva essere succube, invece quel pazzo rideva, credendo di essere ancora lui in vantaggio.
"Girati" disse Tomura a Kirishima. Mentre lui si girava, Tomura prese la pistola che aveva nascosta dietro uno dei cuscini, e prese la mira per sparare Kirishima, ma aspettò, doveva sapere chi era a conoscenza delle loro identità.
Kirishima si girò e vide la figura di un uomo, era alto e muscoloso, indossava una maschera di ferro, stava trascinando una persona afferrandola per il collo, mentre gli puntava una pistola alla testa. "Kirishima sei stato un ottimo poliziotto, mi dispiace che sia andata a finire così". La sua voce era riconoscibilissima, l'aveva sentita un sacco di volte, la sua identità era sempre nascosta dietro uno schermo nero, era il capo dell'intelligence. "Kirishima, ora, da bravo, chi conosce la nostra vera identità? Se non mi rispondi lo uccido" Sollevò leggermente la testa della persona che stava trascinando, Kirishima faticò a riconoscerlo. Sembrava un corpo senza vita, era pallido, magro, aveva il corpo martoriato, con delle ferite alla schiena, era sporco di fuliggine e il viso era sfigurato da due occhiaie, Bakugou aveva gli occhi semichiusi e sbarrati coperti dai capelli bagnati, sembrava aver perso conoscenza.
Kirishima non riuscì fino in fondo a collegare cosa stesse succedendo, vedeva tutto nero, non riusciva a sentire più nessun rumore, se non una voce nella sua testa che gli diceva di salvare Bakugou, il suo corpo si mosse in autonomia, doveva togliere Bakugou dalle grinfie di quell'uomo.
Kirishima d'istinto puntò la pistola contro il suo capo e sparò. Partirono 3 colpi.
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KiriBaku : "Nero come la notte, rosso come il fuoco".
RastgeleNel Giappone contemporaneo vivono due ragazzi Bakugou e Kirishima. Nonostante i loro caratteri siano diametralmente opposti, i loro destini s'intrecciano irreversibilmente. La dolcezza di Kirishima tenterà di sciogliere il cuore di Bakugou, mentre...