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La ragazza vestiva una minigonna ascellare, mancava totalmente di eleganza, ma compensava con le forme. Arrivato vicino al bancone senza fare caso a chi ci fosse al bar, Bakugou chiese 2 shottini. Kirishima squadrò la ragazza da testa a piedi, come un critico analizza un'opera teatrale mediocre. Era un'oca, sempliciotta, sciatta, usava un lessico da scaricatore di porto, ma per qualche motivo Bakugou la stava baciando, per la precisione la stava limonando, la lingua di lei scavava nella bocca di lui come a cercare i diamanti in una miniera, era avvinghiata a Bakugou come un boa, e le sue mani esploravano territori proibiti, e la cosa allucinante per Kirishima era che Bakugou ne godeva! Come poteva abbassarsi a tanto?

Si mosse a preparare i due bicchierini, si schiarì la voce e con la delicatezza di un elefante li appoggiò sul bancone, assicurandosi di fare parecchio rumore, accompagnato da un "Prego" (e che cazzo stai facendo?). Non sortì l'effetto desiderato, Bakugou non si girò nemmeno, bevvero gli shot, poi si spostarono su un divano, Bakugou si sedette e con gli occhi pieni di bramosia tirò verso di se la ragazza, lei si mise sopra le gambe di Bakugou, rivolta verso di lui, si sistemarono in modo che i loro bacini fossero vicini e si sfiorassero. Lui con le mani sui fianchi di lei voleva farle sentire cosa l'aspettasse dopo e iniziare a sua volta a sentire l'eccitazione della donna(ccia) che gli stava sopra. Continuavano a baciarsi, Bakugou strinse i glutei di lei e lei stava iniziando a sbottonare la camicia e baciarlo sul collo.... Kirishima non poteva più sopportare quell'orrenda visione, uscì dal balcone, si diresse verso Bakugou passando dietro lo schienale del divano, mise le mani sulle spalle di Bakugou e si avvicinò all'orecchio destro della ragazza "Smamma o ti faccio pignorare dallo schifo di casa in cui vivi a Kabukicho". La ragazza spaventata raccolse la borsetta e uscì dal locale. Kirishima tirò un sospiro di sollievo, non sapeva se la ragazza vivesse veramente in quel quartiere, ma aveva buone probabilità di azzeccarla.

"Ehi amico, chi cazzo sei? Perché hai fatto scappare così la mia donna?" Bakugou era visibilmente ubriaco e puzzava di alcool, non riusciva nemmeno a capire come alzare la testa per guardare in faccia chi fosse dietro di lui. "Fai schifo. Alzati e datti una ripulita" intimò Kirishima. "Ma vaffanculo come ti permetti di darmi ordini" barcollava addirittura da seduto. Kirishima si rivolse verso Mina, chiedendole di badare un attimo al bancone da sola, lei fece cenno di consenso. "Forza alziamoci e andiamo in bagno". Inizialmente Bakugou era riluttante, cercò di allontanare lo sconosciuto che voleva importunarlo, Kirishima fece passare il braccio di Bakugou sopra le sue spalle e lo sollevò di peso, con una mano teneva il braccio di Bakugou e con l'altro braccio reggeva saldamente il fianco dell'amico. Arrivati in bagno, Bakugou vomitò, oltre alle madonne che tirò Kirishima consapevole che avrebbe dovuto pulire, era preoccupato per Bakugou, lo avvicinò alla tazza del water e lo aiutò con qualche colpo sulla schiena e reggendo il capo. Appena Bakugou si sentì meglio, lo alzò nuovamente di peso e con un panno di carta, delicatamente passò il volto candido di Bakugou. Kirishima non si era mai accorto di quanto armonioso fosse, dolce e delicato, quando non è corrucciato da espressioni malvage per far paura alla gente. Dopo aver ridato un minimo di dignità a Bakugou, lo portò su un divano e lo fece sdraiare di lato.

Finì di lavorare, poi decise di portarlo a casa con sé, non sapendo dove abitasse l'amico (o meglio, sapeva esattamente dove abitasse Bakugou, a qualche isolato da casa sua, ma voleva evitare troppe domande quando Bakugou sarebbe tornato lucido). Bakugou era intontito, blandamente riusciva a sostenersi, ma non era per niente lucido, ancora non riconosceva Kirishima. Arrivati a casa Kirishima portò Bakugou direttamente in vasca da bagno, aveva i vestiti lerci e i capelli fradici. Lentamente lo svestì, scoprendo tutti i lividi che aveva sul corpo, in pancia c'era un versamento violaceo ancora dolente alla palpazione, doveva averlo ricevuto solo da pochi giorni. Kirishima aprì l'acqua e si assicurò che fosse della giusta temperatura, Bakugou non alzò un muscolo, lasciò fare a quella che sembrava una madre amorevole, non oppose nessuna resistenza. Kirishima si sbalordì della docilità con cui Bakugou si era abbandonato alle sue cure e iniziò a lavare i capelli, il viso, la schiena e scese lentamente fino ai piedi. Il corpo di Bakugou sembrava quello del David di Michelangelo, la pelle era delicata, i muscoli erano ben delineati, aveva i bicipiti leggermente scolpiti, i profili erano armoniosi, mai eccessivi, gli addominali erano in risalto, marchiati dal livido, le gambe erano in linea con il resto del corpo, Kirishima constatò inoltre che Bakugou aveva un gran bel fondo schiena, per non parlare della controparte anteriore, ma sorvoliamo. Lo insaponò e lo sciacquò. Bakugou era ancora dentro la vasca e Kirishima era inginocchiato fuori dal bordo, prese un asciugamano grande e ci avvolse il corpo, poi con un altro più piccolino gli asciugò i capelli, poi il viso, mentre delicatamente tamponava le guance, i loro sguardi s'incontrarono. Bakugou ormai galleggiava nella galassia e giocava con le stelle all'interno degli occhi di Kirishima da molto tempo. Kirishima invece, venne investito dallo sguardo dolce di Bakugou, gli occhi erano come due rubini all'interno dei quali ardeva del fuoco, Kirishima desiderò entrarci per poter danza attorno a quelle fiamme, ma non osava avvicinarsi per paura di essere respinto. Era la prima volta che provava un desiderio così profondo per qualcuno, e sicuramente Bakugou non gli avrebbe mai permesso di entrare nella sua vita.

Bakugou con un movimento veloce mise il braccio attorno al collo di Kirishima e lo baciò. 

KiriBaku : "Nero come la notte, rosso come il fuoco".Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora