Lunedì prima di iniziare le lezioni, Bakugou era seduto accanto alla finestra intento a guardare fuori, perso in altri mondi. Il posto accanto a lui era vuoto e ci posò la sua roba.
"Scusa posso?" Un ragazzo chiedendo il permesso solo per gentilezza, iniziò a spostare la giacca e i quaderni, senza attendere una risposta. "Non vedi che è occupata dalle mie cose?" Rispose Bakugou, con il solito tono adirato, senza voltarsi, conscio che nessun compagno di classe (di cui non ricordava nemmeno i nomi) avrebbe osato toccare i suoi averi, la sua reputazione lo precedeva. "Scusa ma non credo che il banco sia di tua proprietà, è un bene pubblico e come tale posso usufruirne anch'io, considerando che pago le tasse." Bakugou si girò per fulminare, non solo in senso figurato, chi avesse osato rivolgergli tali parole accompagnate da un accento di presunzione e si trovò di fronte il ragazzo della lavanderia. "Alza i tacchi e porta la tua faccia lontano da me, o ti faccio fuori" "Sono spiacente di deluderti, Bakugou Katsuki ma, mio malgrado, non ci sono altri posti in cui sedersi" Disse sedendosi con una certa prepotenza sulla sedia. "Come sai il mio nome?" Chiese sbalordito e incavolato. "Sono un agente segreto."
Bakugou sgranò gli occhi e tutti i suoi muscoli s'irrigidirono, il cuore cominciò a battere all'impazzata, ma prima che potesse fare qualsiasi mossa il rosso iniziò a ridere. "Rilassati" e indicò il diario di Bakugou. "L'ho letto da qui." Con un moto di stizza Bakugou si girò verso la finestra e non rivolse per tutta la mattina la parola al compagno di banco.
Un ragazzo biondo con una ciocca nera sulla frangia, si avvicino a Kirishima e si presentò come Kaminari Denki, era un ragazzo solare, uno di quei ragazzi che si fa subito notare per la sua simpatia e attacca bottone con tutti, il solito buffone di corte, salutò Bakugou a cui quest'ultimo rispose con un impercettibile cenno della mano. Iniziò a ricoprire di domande Kirishima, di tutti i generi, dal luogo di nascita, al manga preferito, dal cibo ai videogiochi. Al suono della campanella Kaminari si diresse verso l'uscita della classe. "Torni già a casa?" Chiese Kirishima. "No. Io non studio metalmeccanica, ma elettrotecnica, sono nell'aula accanto. Ci vediamo a pranzo, Kiricchi" e uscì.
Dopo il suono della campanella che annunciava l'ora pranzo, Kirishima si rivolse a Bakugou: "Pranziamo insieme?" "No". "Ok passo un attimo al bar, prendo da mangiare e ti raggiungo." "Ma sei sordo?" chiese in tono ironico, mentre iniziava a scaldarsi "No, altrimenti non ti avrei risposto." Bakugou rimase sorpreso per la naturalezza con cui si comportava il rosso. Era la prima volta che qualcuno era così intenzionato a stare in sua compagnia, non sapeva se quello che provava fosse felicità, o era solamente scocciato, ma era qualcosa che gli faceva provare calore. Si rese conto di non essere indifferente a quel ragazzo con gli occhi neri. "Come hai detto che ti chiami?" "Kirishima Ejiro" sul viso di Eijiro spuntò un sorriso e Bakugou sentì il cuore iniziare a battere più forte, era la prima volta, questa sensazione lo spaventava, iniziava a perdere il suo sangue freddo.
L'obiettivo di Kirishima in quel momento era di diventare amico di Bakugou per entrare all'interno di Kurogiri, era il suo pass per i piani alti e nulla lo avrebbe fatto distogliere dal suo obiettivo, era diventato un bravissimo attore, talmente convincente da riuscire a ingannare se stesso.
Mentre Bakugou si diresse verso la terrazza della scuola senza il pranzo, Kirishima si fermò in mensa e acquistò due panini. Salì in terrazzo insieme a Bakugou e gli lanciò uno dei due sandwitch. "Ho visto che non hai il pranzo, quindi ho pensato di offrirtelo" "Non voglio avere debiti" Rispose Bakugou porgendo di nuovo il panino a Kirishima. "Normalmente, le persone ringraziano quando qualcuno offre loro qualcosa... Sai il verbo offrire, significa dare qualcosa a una persona senza volere niente in cambio" "Ti stai prendendo il gioco di me?" Chiese Bakugou, adirato. "Sto solo cercando di fare amicizia" "E perché vieni a rompere le palle solo a me e non vai dagli altri?" "Perché mi sei simpatico, per qualche motivo cerchi di far allontanare le persone da te, voglio capire perché ed essere tuo amico. Ringhi contro le persone come un cagnolino che è stato maltrattato, ma nessuno capisce che è un ringhio di paura e non di collera, hai paura di avvicinarti troppo alle persone per rimanere scottato, e hai rinchiuso il tuo cuore dentro cancelli di cui probabilmente non trovi più le chiavi. Quello che mostri all'esterno è una determinazione fuori dal normale, sei cocciuto fino al midollo, ti arrabbi velocemente quando qualcuno ti fa un'osservazione. Il tuo animo è tanto superbo, quando fragile. Sei oltre modo orgoglioso, ma a ragion veduta, considerando la tua intelligenza e perspicacia. In conclusione ti trovo una persona interessante, perché dici sempre quello che pensi."
Bakugou si sentì denudato, una descrizione che neanche lui avrebbe saputo fare meglio di se stesso, corrispondeva perfettamente ogni minima parola, una crepa nella sua corazza si aprì, era una fessura talmente piccola che la luce non l'avrebbe oltrepassata. Ma, piccola non vuol dire insignificante. In quel momento il mondo di Bakugou cominciò a girare e prendere velocità, iniziò a osservare il volto di Kirishima che mangiava il panino e pensò che al mondo non esistesse nessuna pietra più preziosa dei suoi occhi neri, erano talmente profondi che rischiava di inabissarsi e non riuscire più a tornare a galla, i tratti del viso erano dolci e le labbra rosee delicate come i petali di una rosa. In quel momento desirò possederle, per un attimo la sua mente assaggiò fantasie proibite. Ma, non si poteva permettere di mostrare le sue debolezze e tornò a rinchiudersi nella prigione che aveva costruito con le sue stesse mani. Doveva allontanarsi velocemente da lì, o allontanare il suo interlocutore.
"Bene se hai finito la tua psicanalisi te ne puoi anche andare!" "No. Ho voglia di stare qui con te, quindi non vado da nessuna parte". Bakugou iniziava a essere veramente arrabbiato, sulla fronte sentì le vene che iniziavano a pulsare "Fa quello che vuoi, ma non mi rompere con queste cretinate" prese lo zaino, si girò per dare le spalle a Kirishima e si distese su un fianco per riposare prima di iniziare le lezioni.
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KiriBaku : "Nero come la notte, rosso come il fuoco".
RastgeleNel Giappone contemporaneo vivono due ragazzi Bakugou e Kirishima. Nonostante i loro caratteri siano diametralmente opposti, i loro destini s'intrecciano irreversibilmente. La dolcezza di Kirishima tenterà di sciogliere il cuore di Bakugou, mentre...