Era appena riuscito, insieme a Jirou, a localizzare il luogo da cui chiamava Tomura. Aveva solo un obiettivo in mente: UCCIDERE. Adesso doveva trovare un modo per raggiungere Hakone, non aveva portato la macchina da Sapporo, ma si ricordò della Mitsubishi di Bakugou. Corse nell'edificio dove abitava l'amico e scese dove c'erano tutti i garage, cercò il numero dell'interno di Bakugou e scassinò il portone con un calcio.
Entrò nel garage e con un fil di ferro, modellato a gancio, aprì la portiera del guidatore, senza rovinarla. Aprì la plastica sotto il volante e, collegando alcuni fili elettrici, accese la macchina. Si sedette al volante e senza allacciare la cintura, si diresse a tutta velocità verso le coordinate del covo. Arrivò davanti a un vecchio fabbricato, le luci erano tutte spente, frenò bruscamente, le ruote fischiarono per l'attrito con l'asfalto.
Non gli importava di essere visto o sentito, non gli importava di essere ucciso, ormai Bakugou non c'era più, ma doveva uccidere Tomura. Occhio per occhio, dente per dente. Si diresse verso la porta d'ingresso. Impugnava la pistola. Il suo cammino era lento, a cadenza regolare, silenzioso, era il cammino di un assassino.
Entrò dalla porta principale tirando un calcio alla serratura. Subito due uomini iniziarono a fare fuoco, Kirishima si nascose dietro il muro esterno. Dopo una decina di spari, gli uomini cessarono il fuoco e si nascosero dietro la parete alla fine del corridoio. Kirishima aspettò qualche secondo, guardò la luna, era piena quella sera, era così bella. Quella sera, avrebbe versato un bagno di sangue. Chiuse gli occhi, sospirò, entrò nel corridoio all'ingresso, si mise con la schiena contro la parete destra, alzò il braccio e attese. Il corridoio era debolmente illuminato dalla luce lunare, appena gli uomini sporsero la testa per individuarlo, Kirisima aveva già sparato due colpi, centrò la loro fronte, morirono prima di capire cosa stesse succedendo.
Kirishima passò sopra i due cadaveri, erano due mercenari, li riconobbe dalle foto che aveva trovato all'interno del telefono di Mina. Girò a destra, cominciò a setacciare tutte le stanze del piano terra, non trovò nessuno. Salì al primo piano, trovò un uomo che dormiva sul divano, indossava delle cuffie, il volume all'interno era altissimo, Kirishima poteva chiaramente sentire il ritornello di 'Lose yourself' di Eminem. Si avvicinò, puntò la pistola alla fronte, l'avvicinò fino a toccare la pelle dello sconosciuto. Quando il metallo freddo sfiorò la fronte dell'assassino, si svegliò. Non riuscì nemmeno a mettere a fuoco il viso del suo carnefice.
Proseguì setacciando il primo piano, a un tratto, sentì uno scricchiolio dietro di lui e quattro uomini iniziarono a fare fuoco, Kirishima riuscì in tempo ad abbassarsi e nascondersi dietro una porta aperta, si sedette con la schiena contro la porta all'interno della stanza. Sentì un fluido caldo che bagnava l'orecchio sinistro, ci mise la mano sopra per tastare l'area. Era sangue. Lo avevano preso di striscio appena sopra l'orecchio. Mentre gli uomini continuavano a sparare all'impazzata, l'orecchio sinistro di Kirishima iniziò a fischiare, non riusciva a sentire bene.
Gli uomini cessarono il fuoco e uno di loro si avvicinò per verificare la morte dell'intruso. In quel momento, Kirishima si sporse leggermente e uccise l'uomo. Subito gli altri aprirono nuovamente il fuoco. Kirishima tornò a rifugiarsi dietro la porta, mancavano altri tre mercenari. Cessarono nuovamente il fuoco e ci fu qualche secondo di silenzio. In quel momento Kirishima si strappò velocemente un pezzo di maglia per legarlo attorno alla testa, in modo che il sangue non rischiasse di andargli negli occhi.
Ora erano tre contro uno, non poteva esporsi troppo, altrimenti lo avrebbero ucciso, aveva solo un piccolo margine per colpirli, ovvero quando i mercenari esponevano la testa per prendere la mira. Aveva ancora 11 colpi prima di dover ricaricare le cartucce, o per lui sarebbe la fine, aveva un margine di errore del 72%, sorrise, pensò che era anche troppo.
"Non voglio uccidervi, mi basta sapere dov'è Tomura e vi lascerò continuare a vivere." Disse Kirishima, non era la verità, li avrebbe uccisi comunque, facevano parte di Kurogiri, loro avevano ucciso Bakugou e dovevano pagare con la vita, quantomeno non li avrebbe fatti soffrire.
"Pivellino, ma sai contare? Sei già morto" rispose una voce "Vi siete bruciati la vostra unica possibilità di uscirne vivi" disse Kirishima con risolutezza.
Kirishima, rimanendo nascosto, fece partire due colpi alla cieca verso la loro direzione, voleva che uscissero allo scoperto, il piano funzionò. Appena, sentirono i colpi, i tre uomini iniziarono a fare fuoco, Kirishima aspettò qualche secondo, appena la frequenza dei colpi diminuì, si sporse e riuscì a centrare due uomini, ne rimaneva solo uno. O la va, o la spacca. Aveva ancora 7 colpi. Si alzò in piedi, mirò nella direzione dell'ultimo mercenario e cominciò a camminare verso di lui, mentre sparava 1, 2, 3, 4, 5, 6 colpi, si fermò, voleva dare l'illusione di aver finito i colpi. Il mercenario ci cascò in pieno, si sporse pensando di avere tutto il tempo a disposizione per prendere la mira, ma non riuscì nemmeno a mettersi in posizione, il sangue già colava dalla fronte.
Kirishima, ricaricò la pistola e continuò a ispezionare il terzo piano, pensando di trovarci Bakugou. Appena salì le scale trovo una specie di ufficio, iniziò a perlustrare tutti i cassetti e gli armadi. C'erano tutti i traffici di Kurogiri, i membri, le identità, tutti i loro dati personali, tutte le transazioni effettuate, ma nessuna traccia di Bakugou.
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KiriBaku : "Nero come la notte, rosso come il fuoco".
De TodoNel Giappone contemporaneo vivono due ragazzi Bakugou e Kirishima. Nonostante i loro caratteri siano diametralmente opposti, i loro destini s'intrecciano irreversibilmente. La dolcezza di Kirishima tenterà di sciogliere il cuore di Bakugou, mentre...