secondo capitolo.

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Mi risvegliai avvolta da una luce abbastanza forte e sentivo un fortissimo dolore alla testa. Capii velocemente che mi trovavo in ospedale e così mi tranquillizzai. La porta si aprì e vidi entrare un dottore, poteva avere minimo sessant'anni. Si accertò che io mi ricordassi il mio nome e cose del genere e infine mi fece tornare a casa ma prima mi lasciò un bigliettino con su scritto i vari incontri degli alcolisti anonimi. Accettai e andai via, avevo voglia di strappare quel foglio ma dimenticai di farlo e lo lasciai nella tasca della mia giacca di jeans nera e così tornai a casa. Tornando dall'ospedale mi fermai a comprare un paio di birre che purtroppo finirono prima che io tornassi a casa. Forse esageravo però non potevo farne a meno in quel momento. Ovviamente nessuno della mia famiglia o delle mie amiche lo sapeva infondo erano tutti lontani ed era facile nasconderlo. Mia madre mi chiamava sempre alla solita ora e quindi per quell'orario cercavo di non bere troppo. Con le mie care amiche invece parlavo spesso tramite messaggi e quindi non mi preoccupavo. Forse, anzi quasi sicuramente sbagliavo a reputare l'alcol come il mio rifugio ma in quel momento era l'unico posto dove potevo sfogare tutto il dolore che si nascondeva dietro quei finti sorridi che rivolgevo agli altri. Ancora non avevo trovato un lavoro ma riuscivo ad andare avanti con i soldi che mi mandavano i miei genitori e per fortuna non dovevo pagare l'affitto poiché era un appartamento di mia nonna che quando era morta aveva deciso di donarmelo.

Spazio autrice.
Sul mio profilo ci sono altre storie sempre ff, se vi va fateci un giro.
-S

𝑠𝑒𝑟𝑒𝑛𝑑𝑖𝑝𝑖𝑡𝑦. || jenlisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora