quinto capitolo.

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Arrivarono anche altre persone e iniziammo a parlare e a sfogarci, io più che altro ascoltai. All'uscita fermai Lisa che si trovava davanti l'entrata. "Che ci fai tu qui?" le dissi io quasi spaventandola. "La psicologa è mia zia e ogni tanto mi invita a venire per farmi capire i vari problemi dell'alcol" disse lei chiudendo la giacca. Rimasi un attimo ferma a guardarla, aveva molto probabilmente ventidue anni, due in meno di me ma la sua vita sembrava migliore della mia. "Hei, tutto bene?" mi chiese molto probabilmente perché notò il mio guardo perso nel guardare il suolo. "Si si, tutto bene" dissi io tornando sulla terra. "Ti va di fare un po' di strada insieme?" mi chiese lei. La esaminai e annuii. Iniziammo a camminare e decisi di prendere una sigaretta dal pacchetto che tenevo in tasca. Ne presi una e la posizionai sulle mie labbra e con l'accendino l'accesi. Aspirai e poi buttai tutto il fumo fuori, notai Lisa allontanarsi. "Ti da fastidio il fumo?" le chiesi. "Si, non l'ho mai sopportato" disse lei. Guardai lei e poi la mia sigaretta, in quel momento fui io ad allontanarmi per andare a buttare la sigaretta in un cestino lì vicino. Di solito se qualcuno si lamentava io continuavo a fumare però con lei mi dispiaceva. "Grazie" disse lei con voce flebile. Le sorrisi perché mi venne spontaneo. Notai un carretto che vendeva dello zucchero filato e in quel momento mi tornò in mente la mia infanzia. La presi dalla giacca e la trascinai con me al carretto. "Ti va lo zucchero filato?" dissi io cercando delle monete nelle tasche. "Oh si" disse lei ricopiando le mie mosse. "Ferma, offro io" dissi porgendo le monete al signore che in cambio mi diede lo zucchero filato. Le porsi il suo e notai i suoi occhi brillare, magari anche a lei era tornata in mente l'infanzia. Parlammo un po' e iniziai a ridere, cosa che ormai non facevo da un po'. Ero felice inconsapevolmente. Passammo un po' di tempo insieme e infine le nostre strade si divisero ma prima di andare ognuna a casa propria mi diede il suo numero. Presi le cuffiette e iniziai a sentire della musica, era da un po' di tempo che non lo facevo. Ero quasi vicino a casa mia quando vidi una figura che già conoscevo e dopo pochi istanti lo riconobbi, era Kai. Cambiai velocemente strada e arrivai velocemente al mio appartamento per poi chiudermi a chiave. Non sapevo se avvisare qualcuno come la polizia, i miei genitori o anche Lisa ma alla fine decisi di non farlo perché potevo essermi confusa. Non riuscii però a stare tranquilla e quindi tornai dal mio caro amico, l'alcol.

𝑠𝑒𝑟𝑒𝑛𝑑𝑖𝑝𝑖𝑡𝑦. || jenlisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora