chapter one

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Charlotte's pov

Era estate. Gli inizi di giugno. Il sole era già tramontato e splendeva come al suo solito. Odio l'estate. Io sono più un tipo da inverno: cioccolata calda, coperte e delle felpe oversize che coprono il mio schifoso fisico. Ho sempre odiato il mio corpo pieno di cicatrici e imperfezioni. Vedo tutte le ragazze della mia età con un corpo e altezza perfette. Invece io sono troppo alta. Ero immersa nei miei pensieri quando una voce mi fece sobbalzare "Char sei pronta? Asia verrà tra poco con sua madre" é mio padre. Devo andare in una villa sperduta in campagna per prepararmi alla mia cresima. Che palle. Scelgo di mettermi un pantaloncino tra i tanti che uso per pallavolo ed una maglia nera. Si vabbe blu e nero non vanno bene insieme ma non devo andare ad una sfilata. Metto le mie solite Adidas e preparo lo zaino. Dentro ci metto solo l'acqua. Prendo il mio cellulare e scendo le scale. Davanti al mio cancello ci sono pallottole di giornale. Si vede che i miei vicini non sanno cosa sia l ordine. Gocce di piogge sono appoggiati sui muretti della mia abitazione. Penso al fatto che dovrò passare 10 ore in quella villa con ragazzi della mia età. Non sono brava nei rapporti per esperienza personale. Sono stata ferita molte volte ed é difficile per me fidarmi delle persone. Alle volte mi é difficile anche fidarmi della mia migliore amica, Asia. Eppure ci conosciamo da più di dieci anni. Il clacson dell auto suona e riesce a farmi smettere di sognare ad occhi aperti. Salgo. L'auto é un po'disordinata ma é molto spaziosa. Asia, al contrario mio, é molto entusiasta di questa nuova esperienza. Me ne parla continuamente. Asia é una persona di buon cuore anche se alle volte può essere molto nervosa e manesca. Le cose a cui ci tiene di più sono gli animali e me. Se una persona tenta di ferirmi, scoppia la terza guerra mondiale. Ma le nascondo il fatto che sono stata ferita un sacco di volte. Arriviamo in questa villa. É sperduta. "Se un assassino ci uccidesse in questo momento, lo farebbe con tutta la semplicità del mondo" dico io con il mio solito sorriso ironico. "Sei sempre così pessimista, Char" dice Asia con un sorriso di complicità e gli occhi puntati al cielo " ehi. Non sono pessimista, sono realista" dico sempre io con un tono beffardo nel mentre che entro in questa catapecchia. Comincio ad osservare: già sembra che si sia formato un gruppo: quelli dei popolari. Noto un ragazzo solo. Sono indecisa se andargli a parlare o meno. É insieme ad un'altra ragazza molto più bassa. Lo faccio notare ad As e ci avviciniamo. "Ehm..ciao, come vi chiamate?" Chiedo io. Accidenti domanda stupida. Il ragazzo accenna un sorriso "Ciao, io sono Edward, ma mi potete chiamare pure Eddie. Lei é Franci." Dice accennando la ragazza"voi?"
"Io sono Char e lei é Asia" dico accennando lei. Ci mettiamo a parlare anche se c e un po'di tensione. Dopo di che Dobbiamo riunirci per la messa. Dopo ore di messa e preghiera abbiamo 3 ore di pausa prima di pranzo. Noto un po'il posto: ci sono una zona con alcune panchine bianche ed in un'altra zona, proprio al confine, delle panchine rovinate e colorate in mezzo a qualche albero. Asia mi vede concentrata ed abituata dice" stai osservando il posto vero?" Ed io le rispondo "no ma dai sto cucinando una bistecca, ne vuoi una?" Asia risponde " tu e la tua solita ironia" e poi dopo qualche secondo di risate le spiego il piano " vedi quelle panchine bianche? La ci si metteranno i più popolari ed in quelle ci metteremo noi con il gruppo che capiterà" dico indicando le panchine colorate. Andiamo in quella zona e mi diverto con i miei compagni dell'elementari ed alcuni che non conosco. Noto un medaglione di Harry Potter di una ragazza, Madge, ed inizio a parlarle di questa saga che é stata parte della mia infanzia. Si aggiunge poi un ragazzino basso e con gli occhiali neri. I suoi occhi castani brillano. Sembra un ragazzo simpatico anche se chiacchierone. Si chiama Dominik. Vedo la mia amica As che si allontana. In lontananza vedo la ragazza che stava insieme a Edward, Franci, che cerca di lapidare As. Vedendo quella scena mi metto a ridere. Passano le ore come passano i giorni. É l ultimo giorno: possiamo usare il telefono e noi in quella zona sembriamo dei pazzi. Ci sono ragazzi che salgono sull'albero, altri che filmano e chi rimane in disparte. Ho cercato di fare divertire tutti. Non poche volte i popolari hanno cercato di intromettersi anche se li abbiamo cacciati in malo modo. Abbiamo giocato ad obbligo e verità, gioco simbolico adesso. Poi ho avuto un'idea: "raga creiamo una comitiva?"

Quella strana comitivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora