chapter eleven

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Charlotte's pov
Io lo guardai perplessa. Nel frattempo la ragazza castoro si avvicinava sempre di più a noi. Quando io e lei eravamo a circa due metri di distanza mi cominciò a fissare con un inquietante sorriso. Io alzai un sopracciglio.
"Ok che vuoi Giada?" Disse Alex incrociando le braccia. Io lo guardai sconvolta e perplessa. "Niente ti volevo fare gli auguri per il fidanzamento" disse lei con il suo sorriso sempre inquietante ma con gli occhi lucidi.
Lui si morse il labbro e diventò rosso. "Grazie" rispose senza guardare né me né lei. Lei se ne andò pimpante ed entusiasta. "Che cazzo succede?" Chiesi io arrabbiata. Lui non mi rispose e cercava di evitare il mio sguardo. Io lo costrinsi a guardarmi "dimmi che ti prende" dissi io cercando di essere più gentile possibile. "No, niente. É una ragazza che eviterei ma lei cerca di contattarmi perchè é innamorata di me da anni" poi pensò. Lui confuso chiese "perchè tu la conosci?"
Io diventai un po'rossa "diciamo che sono una brava osservatrice". Lui sorride e mi bacia. Un bacio improvviso e bellissimo. Poi mi avvicinò a sé "sappi che anche se scoppiasse una guerra staremmo insieme, sempre" sussurrò lui. "Promesso?" Chiesi io guardandolo meglio occhi. "Promesso"
Dopo ci abbracciamo. Cazzo, lo amo.
Purtroppo era ora di andare e m'incamminai.
Il giorno dopo dovevamo uscire ma Alex non rispose. Io preoccupata chiesi a Domi o ad Eddie, a cui dovevo ancora delle spiegazioni, ma non ne sapevano niente. Quindi, anche se preoccupata, uscii con i miei amici. Non potevo non dirlo ai miei amici e, anche senza Alex, gli raccontai del fidanzamento. Nel mentre ne parlavo il sorriso comparve sul mio viso anche se scomparve quando mi ricordai che non aveva proprio risposto ai messaggi o non mi aveva richiamata. Passarono i giorni, ed Alex non si fece vivo. Oramai per la guerra, cominciai ad esercitarmi con le armi e quindi non pensai né al mio ragazzo né ai miei amici.
Lui, contento, va da quella ragazza e va a baciarla, la ama, la abbraccia. Il solito sorriso che rivolgeva a me adesso lo rivolge a lei. Il suo sorriso. Il suo fottuto sorriso.
Mi sveglio di soprassalto, come al solito. É da giorni che faccio lo stesso incubo. Mi alzo come ogni volta e dopo una bella tazza di caffè, volevo dei biscotti, ma non c'erano. Quindi mi vesto e vado al supermercato più vicino. Lì vedo Alex. Gli vado incontro.
"Hey che succede? Ero preoccupata per te" dico io. "Ti devo parlare" disse lui senza guardarmi. Aveva gli occhi lucidi, le occhiaie ed i capelli arruffati. Io lo guardai confusa. Ci dobbiamo lasciare. Mi crollò il mondo addosso. Era come se nulla nella mia vita avesse più senso. "Ma..ma tu avevi promesso" dissi io in preda al pianto "che ci dovevi essere, sempre" continuo.
"L'avevo detto quando ti amavo" disse lui. Sembrava indifferente. Avevo il cuore a pezzi
"Sei la persona più importante della mia vita, se te ne vai mi uccidi" urlo io in preda al dolore. "Devi accettare Charlotte che io non ti amo più" mi aveva chiamato con il mio nome intero e non era da lui. I miei occhi davano lacrime. Io me ne andai. Speravo fino in fondo che mi avrebbe preso per il braccio e mi avrebbe detto che sarebbe stato uno scherzo di pessimo gusto, ma non fu così. Andai a casa, distrutta. Non mi sarebbe importato se morissi in guerra. Non ho niente da perdere. Ho i miei amici, ma si troveranno una persona migliore di me. Me ne stavo lì: con le lacrime agli occhi ad osservare il temporale. Pensai ai miei incubi che mi tormentavano in questo periodo. Pensai che Alex si era già trovato una persona migliore di me. Pensai che questo era la fine di tutto.

Quella strana comitivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora