chapter twenty

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Charlotte's pov
Stare in ospedale é noioso, ma oggi verrò dimessa. Aspetterò che i miei amici mi portano a casa. As ed Alex hanno insistito ed io li ho accontentati. Poi vorrei chiedere ad Alex di vivere con me, visto che non riesco a stare da sola. Tutti i miei amici stanno a scuola ed io vagabondo nei corridoi dell'ospedale. Ho bisogno di osservare: sono stata chiusa in quella stanza per giorni e mi sentivo pazza. Poi incontrai all'improvviso il mio ragazzo. "Alex che ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?!" Chiesi io in tono di rimprovero. "Volevo passare la mattinata con la mia ragazza so-tutto-io" disse lui, ridendo.
Io alzo gli occhi al cielo e ci dirigiamo nella mia camera. In tutta la mattinata abbiamo dormito insieme abbracciati. Poi, annoiata, chiesi ad Alex se potevamo fare un giro. Alex diventò serio, era strano, e disse no. Si morse il labbro. "Uff...ok" dissi io e poi lo baciai all improvviso. Tra un bacio e l'altro arrivarono i nostri amici che, dopo aver visto la scena, erano diventati rossi. Io ed Alex eravamo dei peperoni oramai. Mi vestii e presi le valige. I miei amici mi aiutarono a trasportarle, anche se erano leggere. Poi, allontanai Alex dal gruppo e gli chiesi molto imbarazzata.
"Alex...ehm...verresti a convivere con me?"
Chiesi tutta rossa.
Lui sorrise ed accetto. Io salì mentre aspettavo che lui portasse le sue valige a casa mia. Poi ad un tratto il citofono suonò e, credendo che fosse il mio ragazzo, aprì e scesi per aiutarlo. Ma non era il mio ragazzo quello che si presentava dietro il cancello.

Quella strana comitivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora