chapter eighteen

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Alex's pov
Non riuscivo a guardala così quindi me ne andai da quella stanza ed As mi seguì. Notai di sfuggita una lacrima che scendeva sul viso di Char, ma le la asciugò immediatamente.
As cercò di parlarmi, ma io non la ascoltavo. Ero immerso nei miei pensieri. Io, dopo una sua ennesima predica, mi sfogai.
"Non hai capito che io ho bisogno di lei, io non vivo senza di lei. Non me ne andrò." Lei sorrise e mi incoraggiò ad andare da lei. Così, quando tutti se ne andarono, andai in quella stanza squallida. Vidi Char seduta in un angolino a fissare un punto fisso mentre alcune lacrime silenziose si poggiavano sul suo viso. Poi notai la sua mano sanguinante.
"Char! Che é successo?" Mi precipitai da lei mentre la ragazza con gli occhiali sobbalzò. Cerco di nascondere la mano ma io la presi.
"Niente" disse. Poi vidi un segno sul muro e capi, ma non dissi niente. "Credevo che te ne stavi andando" disse lei senza guardarmi. Io presi il suo viso e la baciai. "Io non me ne andrò mai, é una promessa" sussurai. Lei sorrise. Fece il suo bellissimo sorriso. Le asciugai le lacrime e la alzai. Era ora di cena, ma lei non mangió niente.
Quindi la incoraggiai a mangiare, ma non volle ascoltarmi. "Non ho fame, Alex" disse lei senza guardarmi. "Char, mangia un poco"
Questa discussione terminò solo quando l infermiera ci avviso che dovevo andare.
Diedi un bacio a stampo ed andai.
E mentre stavo fuori qualcuno parlò.
"Ed ecco qua Alex, Alex Jones" disse una voce familiare.
"Giada?! Ancora tu?" Chiesi stupito.
"Si sono io. Sapevo che la tua ragazza stava in ospedale e ti ho raggiunto. Perchè ti conosco e ti dico che non puoi andartene da questo gruppo. Non puoi andartene da noi. Non puoi scappare. Eravamo la tua famiglia!"
Disse lei con gli occhi lucidi. "Poi é arrivata quella troia della tua ragazza che ti ha fatto una specie di incantesimo"
Ero arrabbiato. La sbattei al muro e con tutta la rabbia che veniva da dentro di me dissi a quella ragazza "non provare a chiamarla così oppure..."
"Oppure cosa Jones?" Disse lei sorridendo
"Chiami i tuoi stupidi amici e ci picchi? Che paura! Non hai capito che noi possiamo fare fuori la tua stupida ragazza e i tuoi stupidi amici. Non hai compreso che se non torni da noi, tu soffrirai. Perchè non puoi lasciarci e passarla liscia."
"Puoi odiarmi,ferirmi o uccidermi ma, per l'amor di Dio, non toccare lei" dissi io con le lacrime che minacciavano di scendere.
"Ed ecco qua il tuo punto debole."
Io la guardai stupito prima di andarmene.
Misi il cappuccio del mio giubbotto bianco e me andai, mentre qualche lacrima scendeva silenziosa fino a quando qualcuno mi prese il braccio.

Quella strana comitivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora