chapter ten

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Charlotte's pov
Le mie mani tremavano e il telefono che avevo vicino al mio orecchio cadde. Alex, che fino a qualche secondo fa era divertito, mi guardò preoccupato. Nel frattempo Eddie mi chiamava ancora più preoccupato di prima. Alex cerca di fermarmi consolarmi anche se nemmeno lui sapeva cosa stava passando per la testa.
"Char...ci sei? Perchè sento Alex? Che succede" chiede Eddie.
"Ne riparliamo dopo" disse Alex mentre chiuse la chiamata.
"Ehi che succede?" Chiese volta Alex guardandomi negli occhi.
Io cerco di riprendermi anche se dentro di me c è una tempesta "ci sarà una guerra"
Lui sorrise "Char, il nostro paese non é coinvolto in guerra"
Io lo guardo seria "Alexander" lui mi guardò seria sentendo il suo nome completo da me
"Inizia la terza guerra mondiale" continuai io cercando di riprendere il controllo di me stessa. Alex stava crollando davanti ai miei occhi mentre io lo sollevo e lo abbraccio cercando di tranquillizzarlo.
"Andrà tutto bene, starò io al tuo fianco" dissi io, mentendo. E sforzai di fare un sorriso.
Stemmo tutta la notte svegli, per vedere le notizie del telegiornale. Lui mi abbracciava ed io gli accarezzavo i suoi soliti capelli castani.
La mattina eravamo stanchi, con evidenti occhiaie e con il rossore sulle guance a causa del pianto. Chiamai i miei genitori e gli dissi di non tornare, di restare lì ed era quello che volevano fare. Purtroppo non potevano ritornare nel nostro paese e, comunque fosse, non abbandonerei mai i miei amici.
Ci sono un sacco di messaggi da parte di As e di Domi, ma non ho la forza né di leggerli né di rispondere. La mattinata dormimmo e il pomeriggio uscimmo noi soli. Eravamo in silenzio, mano nella mano, ad aspettare che qualcuno di noi due cominciasse a parlare. Poi Alex voleva riprendere il discorso della guerra, ma io lo bloccai baciandolo. Ci vide una ragazza con dei denti da castoro e con un vestito rosa evidenziatore. "Cazzo" sussurrò Alex.

Quella strana comitivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora