CAPITOLO DICIASSETTE!🎈

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CAPITOLO DICIASSETTE!🎈

Sistemai l'ultima forchetta vicino al tovagliolo rosso e sorrisi soddisfatta. La tavola era coperta da una tovaglia rossa, una candela al centro e i piatti insieme ai bicchieri e alle posate l'abbellivano. Mi ero presa la responsabilità di ogni singola cosa: dalla cucina, alle decorazioni. Zia Annalisa mi aveva spiegato per filo e per segno come preparare la cena per tutti, e speravo con tutto il cuore di non fare figure di merda. Avevo spostato la tavola in salone visto che era più largo, avevo sistemato i regali sotto l'albero e le luci a led illuminavano gran parte del salone. Ero amante del Natale sin da bambina, tutte le decorazioni, i regali oppure semplicemente stare in famiglia.

«Sono tornato.»

Luca posò le chiavi sul mobile posizionato di fianco alla porta, e sorrisi andandogli incontro.

«Hai già preparato tutto? I ragazzi saranno qui a momenti, e mamma mi ha detto di darti il suo regalo.»

Luca mi porse un pacchettino rosa, e il mio sorriso si allargò pensando al regalo di zia Annalisa per me, sapeva alla perfezione quali fossero i miei gusti.

«Sì, è tutto pronto.»

Sistemai il mio maglione lungo rosso, che mi faceva da vestitino, e Luca sembrò notarlo, infatti sbuffò.

«Non è troppo corto?»

Alzai gli occhi e il campanello suonò. Corsi ad aprire la porta e mi ritrovai davanti tutti i ragazzi, sorrisi salutandoli.

«Amore!»

Greta mi abbracciò forte ed io le rivolsi un sorriso dolce. Rivolsi una rapida occhiata all'orologio e con mia sorpresa notai che erano le 21:25, e la fame stava cominciando a farsi sentire.

-

Dopo cena ci trovavamo tutti seduti sul pavimento, a ridere e a scherzare. Io e Greta eravamo le uniche sobrie, mentre invece i ragazzi erano tutti un po' fatti o comunque ubriachi, in particolar modo Gionata che non smetteva di sputtanare i presenti. Greta poggiò la testa sulla mia spalla e sospirò, ridendo.

«Siete davvero dei coglioni.»

Esclamò la riccia, continuando a ridere. L'assecondai, annuendo. Gionata scosse la testa e si alzò, dirigendosi in cucina.

Io e Greta ci guardammo con aria confusa, Luca, Elia e Paolo sogghignarono mentre invece Mario, Paolo, Mirko e Diego scoppiarono a ridere.

«Cosa ci nascondete?»

Chiesi, Luca posò la sua canna nel posacenere sul tavolino di fianco a noi e si alzò, andando in cucina.

«SI SBOCCIA!»

Urlò Gionata, si alzarono tutti dal pavimento e corsero verso Gionata e Luca, Gion manteneva la bottiglia. Io e Greta ci posizionammo difronte a loro, mentre tutti gli altri li circondarono. Rivolsi l'ultimo sguardo all'orologio: 23:58.

«A tanti altri Natali, insieme.»

Esclamò Gionata, stappò il tappo e lo champagne cadde sul parquet di legno.

«Porca puttana Gion ma sei coglione?!»

Ci voltammo verso Greta, che aveva un lieve livido sulla fronte, aveva un'espressione che esprimeva odio e un lieve dolore.

«Perché? Che ho fatto?»

Gionata alzò i suoi occhiali neri dolce e gabbana, gli occhi del rosso erano rossi e lucidi, segno che era strafatto.

«Mi hai lanciato il tappo addosso, guarda che hai combinato!»

Urlò Greta, indicandosi il piccolo livido, e poi la mora grugnii di dolore.

Siamo come tanti. [TEDUA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora