CAPITOLO NOVE!🎈

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CAPITOLO NOVE!🎈

Matteo continuava ad accarezzarmi i capelli, non singhiozzavo più, ma le lacrime continuavano a rigarmi le guance.

«Tranquilla, ci sono io. Io ti amo.»

Le parole di Matteo mi fecero avere un leggero sussulto, ma sorrisi ugualmente. Mi amava.

Matteo, mi amava. Perché avrei dovuto lasciar perdere per non deludere mio cugino?

Alzai di poco lo sguardo, e i miei occhi chiari incontrarono subito quelli scuri di Matteo, che mi sorrise dolcemente, accarezzandomi uno zigomo. Gli baciai lentamente le labbra, e lui sorrise.

«Sei bellissima.»

Mi sussurrò, sorrisi, e mi sedetti su di lui.

Cominciò a togliermi la maglia, ed io tolsi la sua, mi levò anche gli jeans e restai in intimo.

Il mio ragazzo si leccò le labbra e mi slacciò il reggiseno.

-

Ad accogliermi non appena misi piede in casa, furono Diego, Paolo, Gionata, Mario, Greta e Luca. I ragazzi, tranne Luca, mi rivolsero un'occhiata severa mentre mio cugino non mi guardó neanche in faccia. Sospirai, delusa, e Greta camminò verso di me.

«Sei stata con Matteo?»

Sussurrò, per non farsi sentire da suo fratello che ci scrutava attentamente. Annuii, sorridendo come un ebete.

«Andiamo di sopra, ti spiego tutto.»

Mormorai, afferrando Greta per un polso. Camminammo entrambe verso le scale, ma prima di salire al piano superiore rivolsi uno sguardo fugace a Mario che aveva ancora gli occhi fissi sulla mia schiena.

-

I giorni passavano, Matteo era strano con me. Mi cercava solo a letto, anzi, era diventato violento. Mi faceva paura.

Ero chiusa in camera sua, avevo lo sguardo puntato su di lui, che continuava a fumare la sua sigaretta mentre non mi staccava gli occhi di dosso, facendomi sentire a disagio.

Era quasi un mese da quando stavamo insieme. Lo amavo, prima ero felice, ora stavo male, mi stava distruggendo lentamente.

«Ti lascio.»

Il ragazzo davanti a me, spezzò il silenzio che si era creato.

Lo guardai, allibita.

«Cosa..?»

Sussurrai, con voce flebile.

«Ti lascio, Alice. Non ti dirò che meriti il meglio perché l'hai avuto, ed ero io. Devi capire che mi sono stancato.»

La sua voce era fredda, dura. Sul suo volto prese forma un ghigno.

«Tranne a letto, non mi stancavi mai. Sei davvero brava. Posso dire di aver distrutto il minchione di tuo cugino e dei suoi amici cosi, no?»

Sussurrò, con voce roca. Deglutii, e pensai

Avrei dovuto seguire i consigli di Luca.

«Matteo, perché?»

L'unica domanda che fuoriuscii dalle mie labbra.

«Come, perché? Sono stanco. Non litigavamo mai. Era solo sesso e coccole, i ti amo erano uno più finto dell'altro. Non mi meriti, Alice.»

La sua voce leggermente alterata mi fece sussultare. Non parlai, continuai a guardare in basso.

«Ora vattene, sto aspettando un'amica. Elimina tutto ciò che ti rimane del tuo amore.»

«Mi amavi?»

Domandai, trattenendo le lacrime. Lo vidi ridacchiare, e si avvicinò a me. Mi accarezzò lentamente una guancia, facendomi fare una smorfia.

«Non ti ho mai amata, Alice.»

-

Entrai come una furia in casa, e guardai come sempre gli amici di Luca.

Greta, si alzò dal divano, e mi venne incontro.

«Che succede? Sembri scossa.»

Camminai a passo felpato verso Luca, che alzó lo sguardo su di me e quando vide che ero io, sbuffò.

«Avevi ragione.»

Mormorai, avvicinandomi a lui. Scosse la testa, e si alzò dal divano.

«Non ti devi avvicinare, Alice. Ti avevo avvertito, ora te la vedi da sola.»

Sputò, acido. Paolo, Diego e Mirko andarono verso il ragazzo, mentre Gionata e Greta mi accarezzavano un braccio.

«Lu, non ti pare esagerato? Alice, cos'é successo?»

«Sentiteli voi i suoi problemi. Mi doveva ascoltare e a quest'ora magari non era qui che si piangeva addosso.»

Borbottò mio cugino, per poi sbattere prepotentemente la porta e uscire di casa.

-

Luca Pov's

Con le mani stringevo forte il volante, facendo diventare le nocche bianche. Mi accesi una sigaretta, e frenai l'auto, per poi spegnerla e fumare in silenzio.

Odiavo il fatto di dover trattare cosi mia cugina, non lo meritava. Non meritava il male e non meritava di stare male per Matteo.

«Plaza? Che onore averti tra noi.»

Mi voltai di scatto verso la portiera dell'auto, aperta da Matteo, quest'ultimo circondava i fianchi di una ragazza con le sue braccia, e la bionda sorrideva come una scema.

«Matteo, cosa vuoi?»

Mormorai, esausto.

«Tua cugina scopa proprio bene, sai?»

Mi sussurrò, freddo. Serrai la mascella e chiusi la portiera, per poi sfrecciare tra le strade per tornare a casa.

Davvero aveva scopato con quello?
Mi stava cadendo in basso.

Siamo come tanti. [TEDUA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora