***Uomini fragili***

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Ho deciso di fare questa prima recensione per farvi un esempio di come sarà impostata (più o meno) la recensione, tenendo conto del fatto che non amo seguire degli schemi ben precisi. Avevo in mente di leggere i vari incipit e di scremare man mano, però alla fine ho scelto questa prima storia perché (ammetto con un certo imbarazzo) l'incipit è stato talmente coinvolgente che non sono riuscita a smettere di leggere finché non sono arrivata alla fine.

Premetto che non ho preso appunti, perché ero troppo concentrata nella lettura. Dati i temi, non posso negare che si sia trattata di una lettura molto emotiva, poco attenta alla forma del testo recensito. Ho notato qualche piccolo dettaglio che andrebbe sistemato, ma ho deciso di non inserirlo nella recensione. Quando un testo è molto intimo, come lo è questo, trovo difficile fare considerazioni grammaticali, anche laddove necessario.

Nota per l'autrice: spero che capirai che ogni mia considerazione non è assolutamente un tentativo di darti una lezione di vita, ma piuttosto è comparabile a quel che potrebbe dirti una sorella maggiore durante una chiacchierata un po' più intima.

Uomini fragili - Autopsia degli uomini della mia vita (o quasi tutti)

Autrice: romeins

Considerazioni iniziali

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Considerazioni iniziali.

La tua introduzione forse è la cosa che più pecca di inutile retorica. Cancellerei tutto e lascerei soltanto questa frase:

"Ed ecco la mia personale visione sul sesso, sui rapporti emotivi, e sulla fragilità della mia persona, raccontata attraverso l'autopsia di quasi tutti gli uomini della mia vita."

Anche la copertina non mi piace. La trovo inadeguata. Questa storia merita un altro tipo di copertina, secondo me. Non voglio dilungarmi su queste questioni minori, perciò se vuoi sapere cosa intendo puoi contattarmi in privato.

In una sola frase: Un miscuglio di temi importanti per tutti, specialmente per le donne, trattati in maniera tutt'altro che banale.

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Questa storia può considerarsi quasi una sorta di diario sentimentale. Due dei titoli dei capitoli che più mi hanno colpito: educazione sentimentale e bisogna arrabbiarsi. Per motivi di spazio, purtroppo, dovrò essere più sintetica di quanto vorrei: le discussioni che si potrebbero generare da questa storia sono a dir poco infinite. L'autrice tocca tantissimi temi; riporto alcuni, scelti arbitrariamente da me, in ordine sparso:

· dipendenza sentimentale e insicurezza personale femminile

Dal testo: "Esiste un confine sottile tra la mia propensione ad autodistruggermi e la smania di volermi bene che possiedo solo in alcuni momenti della mia vita."

Dal testo: "Ho troppi sogni ma poche idee, e soprattutto ho paura di esplicitare l'assenza di volontà che risiede dentro di me."

Benvenute, donne di tutto il mondo. Benvenute, ragazzine che fin da ragazzine avete provato insicurezza e poca stima di voi stesse. Qui vi troverete in buona compagnia, sia che la vostra insicurezza sia causata da un trauma sia che non ci sia nulla a giustificare questa vostra insicurezza (aggiungo io: c'è sempre qualcosa, anche quando non riusciamo a individuarlo razionalmente). L'autrice si rivolge a tutte – e già solo per questo è ammirevole. Parlare di dipendenza emotiva non è facile, visto che chi ne soffre spesso reagisce molto negativamente alle critiche. Ne soffrivo anche io, anni fa. Il confine tra relazione sana e dipendenza affettiva è molto labile, perciò non è facile da individuare. L'autrice ci fornisce qualche strumento e suggerimento per capirlo: non lo fa in maniera esplicita, ma facendolo emergere dalla sua esperienza. Non essere schiavi della propria emotività è difficile, ma si può (e si deve, per noi stessi) lottare per non esserlo. L'autocontrollo è un percorso che va seguito costantemente, di non facile perfezionamento. Lo dice una che solo pochi mesi fa ha avuto il suo ultimo attacco di panico. Marginalmente si accenna anche a cosa si prova a stare dall'altro lato della barricata, a essere la persona responsabile della felicità altrui: qualcosa che spaventa e allo stesso tempo non è sano, perché non è sano stare né da una parte né dall'altra.

· violenza fisica, sessuale e psicologica (e, aggiungo io, emotiva)

Dal testo: "Non mi è rimasto nessun livido ma secondo i docenti la colpa era mia perché il mio corpo aveva sviluppato un meccanismo di difesa, durante quell'atto, che consisteva nel piantare le mie piccole unghie nel palmo delle mani carnefici. Dell'azione semi omicida di Luca risposi io, perché "solo gli animali si difendono con le mani, Sofietta". All'età di quattordici anni il mio collo era rimasto immacolato, eppure io i segni li porto ancora, all'età di diciannove anni."

Se un uomo ti fa sentire sbagliata, se prova a strangolarti (posso dirlo?), decisamente non è il partner ideale, per usare un eufemismo. Basta, sminuire. Basta, trasformare chi è vittima nel colpevole della propria condizione. Essere fragili – fisicamente o emotivamente – non giustifica il fatto che qualcuno se ne approfitti per una qualsiasi ragione. Nessuna di quelle ragioni è giustificabile. Basta. Non voglio dire altro, perché le parole che ho riportato (e non solo quelle) mi fanno arrabbiare molto più di quanto mi piaccia ammettere.

· il bisogno degli altri e l'amicizia

L'autrice riconosce che una donna non ha bisogno di un uomo. Vorrei darti uno spunto, cara romeins, e dirti che ogni essere umano, in generale, ha bisogno di qualcuno. Non per forza a livello romantico, non per forza di un partner. Anche solo di un amico. Fa paura ammetterlo, è spaventoso, ma sì, siamo esseri umani, abbiamo bisogno di altri esseri umani. Ammettere i nostri bisogni non fa di noi persone deboli, ma consapevoli.

· essere sinceri con se stessi

Cosa vuol dire sincerità? Nel caso dell'autrice, significa non mentire a se stessa, non edulcorare la realtà per farla sembrare più bella di come sia stata. Non è facile, ma secondo me è sulla buona strada.

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Considerazioni finali.

Punti di forza: il coraggio di affrontare determinati temi è sicuramente uno dei maggiori punti di forza di questa storia, così come anche la sincerità e il messaggio positivo che si avverte in tutto il testo. L'amore esiste, e non ha nulla a che fare con la violenza. I tratti d'umanità in questa storia sono così vividi che è impossibile non apprezzarli.

Punti deboli: a volte, anche se pur sempre raramente (per fortuna), scadi un po' nella retorica. La storia sembra, appunto, quasi un diario, perciò manca di una struttura ben precisa; in alcuni punti ho fatto fatica a capire quanti anni avessi quando è successa una determinata cosa.

Consigliata: sì! Vola nelle mie preferite.

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