L'espatrio
Autore: Magma2018
Considerazioni iniziali.
Visto le copertine sbrilluccicose che ci sono in giro, devo dire che ho apprezzato molto questa copertina sobria. Mi è piaciuta da subito e ho subito pensato che fosse consona al libro. Ancor più lo penso dopo averlo terminato.
Introduzione: Un uomo fugge da una paese oppresso da una dittatura. Quando, anni dopo, torna in una patria liberata, riesce a diventarne il presidente. Ma i conti col passato sono ancora in sospeso. Col passato di una intera nazione, col cinismo di chi è riuscito a scappare, al costo di sacrificare chi è rimasto.
L'introduzione è esattamente quel che vorrei leggere su wattpad: breve, concisa, sintetica, esauriente; praticamente perfetta, addirittura leggibile dall'anteprima, senza aprire il libro.
Vorrei che tutti prendessero esempio, anche se ormai sono rassegnata a leggere introduzioni chilometriche che sciorinano tutta la trama e/o sottodettagli totalmente irrilevanti (parlo con te che stai leggendo questa recensione, sì, proprio con te: è necessario spiegare vita morte e miracoli del tuo personaggio all'interno dell'introduzione?).
In una sola frase: Ricordi di un amore di gioventù in un contesto di dittatura, raccontati con una delicatezza di fondo.
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Trama.
Incipit dal capitolo I: «Non creda: per essere belli sono belli, questi prati inglesi. Dolcemente digradanti verso il lago, come dice il mio arredatore. Belli da vedere. Anche se, va detto, sono quanto di più scomodo si possa immaginare. Non c'è niente di meglio di quest'erbetta rasata per far cadere dentro al lago le palle e i palloni con cui hanno giocato per anni i miei nipotini. A volte mi sembra che le mie guardie del corpo mi siano sempre servite più da raccattapalle che per badare davvero alla mia sicurezza.
Ma poi, a essere onesti, da chi avrebbero mai dovuto guardarmi le spalle?»
Questa è una tipologia di incipit che vorrei leggere in un racconto o in un romanzo. Prima di tutto inizia con un bel mix tra dialogo e descrizione, cosa che ho trovato alquanto azzeccata. La descrizione permette di vedere la scena, inoltre il fatto che questa scena sia vista tramite gli occhi del presidente introduce un po' il suo modo di vedere le cose in senso più ampio.
Ci troviamo sotto un salice piangente, a pochi metri dalla riva di un lago, nella residenza di campagna del protagonista, il Presidente, in Inghilterra. Noi siamo un po' dalla parte della giornalista, Irina, curiosi di saperne di più su questo personaggio che appare tanto riservato. Fin dall'inizio capiamo subito che il Presidente non vuole parlare di questioni di politica e non lo farà: sarà lui a decidere gli argomenti e a guidare l'intervista, bloccando la giornalista ogniqualvolta questa andrà più o meno volontariamente oltre i limiti fissati dal Presidente.
L'intero racconto si sviluppa tramite un lungo dialogo/racconto inframmezzato da qualche battuta della giornalista. Si vede che l'autore è perfettamente in grado di usare tale trucchetto per spezzare un po' la narrazione continua del Presidente, che ci racconta una parentesi molto personale della sua vita: la sua relazione con Cleopatra.
Cleopatra è stata la sua prima ragazza, figlia di un dittatore. Non è la ragazza che uno si potrebbe immaginare dal nome, anzi! Ha come difetto un lieve strabismo ed è caratterizzata da una magrezza strana, quasi nervosa... qualcosa che sembra alludere alla sua dimensione interiore. Attraverso il racconto di episodi di conversazioni private e di eventi ufficiali ci viene presentata la loro relazione, chiaramente filtrata dal punto di vista del Presidente e ogni tanto interrotta dalle domande impertinenti della giornalista. Ed è stato proprio questo legame a portare il Presidente nella posizione in cui è adesso, consentendogli di espatriare e poi di ritornare a casa molti anni dopo.
Riporto un estratto di un pezzo che mi è piaciuto molto, dal capitolo XI.
"E quale sarebbe la realtà?", le chiedevo sorridendo. "Cosa dovremmo fare? Dovremmo abbandonarci a fare le cose in modo casuale?"
[...]
"No", disse lei, ingenua. "Basta accontentarsi della teoria dell'errore. Basta accontentarci di saper predire esattamente di quanto ci sbagliamo, quali sono i margini della nostra incertezza. Anch'io ero imbarazzata dall'imprecisione di ogni misura, di ogni tentativo di andare a fondo. Ma il mondo ha una granularità insormontabile, sotto la quale non si riesce a scendere. La forma pura, la linea senza spessore, sono astrazioni che appagano la mente ma non esistono nella realtà. E allora perché inseguirle?"
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Personaggi.
A mano a mano che il Presidente parla, il suo modo di parlare ci dà tante informazioni sul suo carattere – almeno su quello attuale. E lo conosciamo un po' meglio anche tramite i ricordi della sua giovinezza. Secondo il mio modesto parere è molto ben caratterizzato.
Anche gli altri personaggi, inclusi quelli secondari, non sono dei semplici filler, ma riportano un minimo di macchia che li rende verosimili e permette di immaginarli. Ciò è possibile anche grazie alle accurate descrizioni dell'autore. Personalmente, avrei voluto saperne ancora di più sulla madre di Cleopatra, la moglie del dittatore, perché è uno dei personaggi che più mi ha affascinato e incuriosito.
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Considerazioni finali.
Punti di forza: la storia è ben strutturata, divisa in capitoli titolati (mi sono sembrati tutti dei titoli abbastanza adeguati). Ci sono poche sbavature a livello di correttezza grammaticale, tutte segnalate dettagliatamente con commenti in linea direttamente all'autore. Il racconto non si concentra soltanto sul rapporto tra il Presidente e Cleopatra, perciò offre anche uno spaccato interessante di quel che erano le condizioni sociopolitiche del Paese quando il Presidente era giovane. Considerato che questo non è affatto il mio genere di lettura e che l'ho trovato molto interessante, non posso che fare i complimenti all'autore per avermi incuriosito tanto da spingermi ad arrivare fino alla fine!
Punti deboli: è difficile trovare dei punti deboli in questa storia. Direi che, sebbene un certo modo di parlare possa considerarsi funzionale alla caratterizzazione del personaggio del Presidente, alcune scelte stilistiche in alcuni punti appesantiscono un po' la lettura (virgole anche dove non strettamente necessarie dal punto di vista logico/grammaticale; non le ho segnalate), rallentandola. Suggerirei di sfoltire queste virgole almeno nella parte non strettamente relativa al dialogo del Presidente, o anche all'interno, magari alternando periodi in cui ci sono tanti incisi e subordinate ad altri più semplici, con le virgole ridotte ai minimi termini. Mi riesce difficile immaginare che qualcuno, parlando, faccia così tante pause. Sia leggendo che provando a leggere ad alta voce provo una certa frustrazione, ecco. Tante pause rendono la narrazione un poco artificiosa, facendo sentire un po' la presenza dell'autore dietro il personaggio.
Consigliato: Sì!
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