4. rimpiazzi ed eghi giganteschi

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Era da giorni che Rose pensava e ripensava a quello che era successo in Sala Grande. Dalla sua postazione non aveva potuto sentire molto, ma da quello che dicevano le voci al tavolo Serpeverde si era consumata una discussione di cui, proprio lei, ne era il punto focale.

Sospirò, quel giorno di fare pranzo proprio non ne voleva sapere. Si ritrovava con lo stomaco chiuso, le occhiaie profonde come il Lago Nero, e la strana sensazione di essere nuovamente al centro di gossip e malelingue.

Da quando si era sparsa la notizia della rottura tra lei e Scorpius si sentiva sempre osservata e al centro dell'attenzione.

Aveva provato ad uscire con qualcun'altro dopo Scorpius, ma si era ben presto resa conto che lo faceva solo per non ferire i sentimenti degli altri e per far contenta sua cugina. Tutti riponevano così tanta fiducia in lei e le avevano affibbiato il titolo di ragazza perfetta che spesso di dimenticava di avere anche lei una parte umana.

«...e così quando la Mcgrannit mi ha detto di smetterla, ho lanciato un'occhiataccia al mio amico e abbiamo perso cinque punti, ma non immagini la soddisfazione.» sentì improvvisamente lo sguardo pieno di aspettativa riposto su di lei del ragazzo con cui stava uscendo e si rese conto che molto probabilmente quella era la parte in cui doveva fingere di divertirsi da morire.

Forzò una risata e si tagliò una fetta di torta tanto per spostare l'attenzione su qualcos'altro. Il ragazzo parve soddisfatto della sua reazione e si mise a parlare d'altro senza accorgersi che Rose ormai era persa nei suoi pensieri.

L'idea di uscire con qualcun'altro era stata di sua cugina Dominique, che tramite una sfilza indefinita di lettere, l'aveva esortata a tornare alla sua vita di sempre.

A lasciare Scorpius era stata lei, anche se, a volte, specie la sera tardi quando i pensieri diventano profondi e si acquisisce maggior consapevolezza di sé stessi, si chiedeva se avesse fatto la scelta giusta.

Il ragazzo con cui stava attualmente uscendo, sì, proprio quello che si riteneva simpaticissimo e che si crogiolava nel vederla fingere una risata, si chiamava Josh, ed era, se possibile, l'essere più egocentrico e noioso che Rose avesse mai incontrato.

Questa era la prima volta che uscivano insieme e se ne stava già pentendo amaramente.

Maledetta la mia totale incapacità di dire no!

«Piccola, ehi, mi stai ascoltando?» chiese Josh guardandola con disappunto. Rose era sicura che il fatto che lei non stesse prestando attenzione a uno come lui lo indisponesse molto più del suo mal celato poco interesse per lui.

«Scusa, sono in po' stanca in questi giorni.» buttò lì la prima cose che le venne in mente. Odiava con tutto il cuore il vezzeggiativo che il ragazzo aveva appena usato per lei.

«Mi sembrava strano infatti che non mi guardassi.» Rose si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo per l'ennesima volta in quella giornata. Lei cercava sempre di essere gentile con tutti, ma non aveva mai incontrato un tizio così arrogante e presuntuoso in vita sua.

Improvvisamente le sembrò così vuoto e poco degno di interesse e non riuscì a capacitarsi di come avesse potuto accettare di uscire con lui.

Lo sai perfettamente il perché...

«Stavo dicend-»

«Scusa tanto Josh, ma non mi sento tanto bene e vorrei tornare in stanza.» lo interruppe prima che si lanciasse in un altro monologo.

Era la scusa più banale del mondo eppure il ragazzo sembrò crederle e le concesse un sorriso sbilenco.

«Vuoi che ti accompagni?» La cavalleria era forse l'unica cosa che le piaceva di lui, l'aveva sempre trovata una caratteristica attraente in ragazzo anche se l'atteggiamento da figo della situazione di Josh finiva per oscurare tutto il resto.

«No, grazie per la splendida serata, ci vediamo in giro.» concluse brevemente con uno dei sorrisi più falsi del suo repertorio prima di svignarsela verso la Sala Comune di Grifondoro.

«Ti sei divertita?» sobbalzò portandosi una mano al cuore quando sentì una voce dietro di lei nel bel mezzo del corridoio del secondo piano. Non si aspettava certo che dopo tutti quei giorni passati ad evitarla le avrebbe rivolto la parola proprio quel giorno.

Si accorse di star trattenendo il fiato e quando si voltò, represse a stento un sospiro di adorazione. Scorpius se ne stava appoggiato ad una colonna, le braccia incrociato e lo sguardo più duro che gli avesse mai visto addosso. 

«Come?» balbettò incerta, ma si riscosse quasi subito. Non poteva certo permettersi di vacillare proprio in quel momento anche se resistere allo sguardo di Scorpius non le era mai sembrata un'impresa così difficoltosa.

«Non fare la finta tonta, ti sei divertita a rimpiazzarmi?» chiese il ragazzo avanzando sicuro nella sua direzione. Qualcosa nel suo tono e nel volto di pietra la fece innervosire. Come si permetteva di parlarle così?

«Perchè avrei dovuto rimpiazzarti?» ribattè stizzita mentre dentro di lei si faceva largo la consapevolezza che quella conversazione non sarebbe andata a finire bene.
Strinse i pugni lungo i fianchi facendo un passo avanti per fronteggiarlo, lei era Rose Weasley, diamine!

«Altrimenti non si spiega il motivo...» Ora Scorpius si trovava a meno di mezzo metro da lei e la osservava dall'alto.
Solo da così vicino potè notare che dal suo volto traspariva una profonda irritazione, sembrava davvero incazzato.

Un lampo di consapevolezza le attraversò la mente e sospirò stanca passandosi una mano sul volto. «Scorp, hai fraint-»
Si sentiva in qualche modo strano in dovere di fornirgli una spiegazione. Voleva dirgli che a lei di Josh non importava nulla e che se aveva accettato di uscirci insieme era solo perché le sue amiche la stavano stressando, eppure Scorpius glielo impedì vomitandole addosso tutto quello che pensava.

«No! Sai che ti dico Rose? Vaffanculo! Vai e scopati tutti quelli che vuoi perché tanto di me non te ne frega nulla! Inizio persino a dubitare che te ne fosse mai fregato qualcosa...» sbottò il ragazzo, il viso latteo contratto dalla rabbia e lo sguardo arrabbiato.

Chiuse gli occhi prendendosi un momento per riordinare le idee . «Non stai cap-» provò a spiegare, ma si interruppe vedendo che davanti a lei non c'era più nessuno. 

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