15. lo siamo stati e non posso odiarla

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Albus si incamminò a grandi passi fuori dalla Sala Grande e si diresse senza esitazione verso i sotterranei di Serpeverde dove finalmente avrebbe trovato un po' di quella calma e tranquillità che gli sarebbe servita a calmarsi.

Fin dal principio aveva odiato quella situazione assurda, ma arrivato a quel punto non riusciva più a nascondere quello che pensava veramente. Gli ultimi sviluppi nel rapporto tra Rose e Scorpius gli facevano venire il voltastomaco.

Loro due non erano fatti per essere amici, punto e basta. Chiunque guardandoli lo avrebbe capito perché, checché ne dicessero, i loro gesti parlavano da sé. Albus  era convinto che l'amicizia non fosse la soluzione perché gli bastava osservare come Rose si sistemasse i capelli in continuazione ogni volta che lui le passava accanto. Per non parlare di come Scorpius si raddrizzasse sulla sedia ogni volta che sua cugina faceva il suo ingresso in un'aula qualsiasi.

Nel frattempo, al tavolo di Serpeverde  Violet sospirò alzando gli occhi al cielo ma sotto sotto soddisfatta di come Albus le avesse offerto un'occasione d'oro per sfuggire a quel pranzo disastroso. «Vado io.»

«No Vivi, lascia stare, ci penso io.» Scorpius si alzò facendo segno alla propria migliore amica di risedersi e posò una mano sulla spalla di Rose sollevandole il viso.

«Stai tranquilla, ci parlo io.» Rose annuì senza mai abbandonare quell'espressione rammaricata e si voltò verso Dylan pronta ad intavolare una discussione su qualsiasi argomento che non iniziasse con S e finisse con corpius.  

Violet sbuffò contrariata ma non disse nulla, consapevole che Scorpius fosse quello più indicato in quel momento a parlare con Al.

Scorpius ci mise cinque minuti esatti a raggiungere i sotterranei Serpeverde, sicuro che Albus si fosse rifugiato lì per sbollire la rabbia. Ad un occhio esterno la situazione sarebbe sembrata assurda, Albus non aveva nessun diritto di arrabbiarsi né tantomeno di fare scenate del genere, ma per Scorpius e Rose la sua opinione contava più di tutte le altre messe insieme.

«Perché sei arrabbiato?» Quando lo raggiunse alle spalle Albus non parve particolarmente stupito, aveva riconosciuto la camminata sicura e il passo deciso del suo migliore amico prima ancora che si avvicinasse. 

«Lascia stare, non capiresti» Scorpius si passò una mano tra i capelli biondi sospirando, era nervoso e questo sicuramente non avrebbe giovato alla conversazione che avrebbero dovuto affrontare di lì a poco. Cercò di pensare a qualcosa che lo calmasse ma la sua mente gli restituì soltanto il volto confuso di Rose e finì per agitarsi ancora di più.

«Perché no?» chiese ingenuamente. Erano cresciuti insieme tra i pregiudizi e la fama dei propri genitori, avevano imparato a spalleggiarsi a vicenda in ogni situazione e a esserci sempre nel momento del bisogno. Erano come fratelli e Scorpius odiava con tutto se stesso non riuscire a comprendere quello che passava per la testa di Albus.

«Siete voi due, Scorp.» ammise Al senza ombra di esitazione nella voce. «Non siete più fatti per essere amici.» 

Scorpius e Rose erano stati fidanzati prima ancora di esserlo veramente. C'era stato un periodo a metà tra il secondo e il terzo anno in cui erano stati grandi amici, forse perfino migliori amici, complice la loro comune conoscenza con Albus, si ritrovavano spesso a doverlo andare a trovare in infermeria dopo che quest'ultimo aveva finito per essere vittima di uno degli ennesimi scherzi di Fred e di suo fratello. 

Poi improvvisamente era cambiato qualcosa, dalla visite occasionali per vedere Albus avevano iniziato ad uscire regolarmente come amici perché avevano scoperto di apprezzare la compagnia dell'altro più del previsto. Scorpius non ricordava un solo momento in cui Albus non fosse stato presente e non lo avesse incoraggiato a confessare la sua spaventosa cotta nei confronti di Rose, convinto che lei ricambiasse i suoi sentimenti. 

Per Albus, Scorpius e Rose erano stati la sua più grande vittoria sui pregiudizi e le maldicenze, erano la sua occasione di dimostrare a suo padre di poter essere l'anello di congiunzione tra Serpeverde e Grifondoro, l'unico vero modo per mettere fine a secoli interi di futili rivalità.  

«Ma lo siamo stati.» Le parole di Scorpius giunsero come un sussurro alle orecchie del Serpeverde che, spazientito, sbuffò e alzò gli occhi al cielo irritato. 

Come fa a non capire?

«Sì, lo siete stati, ma capisci che tra voi c'è stato qualcosa in più, c'è stata intimità, c'è stato... amore. Le cose non torneranno mai come prima Scorp, mettitelo bene in testa.» cantilenò Albus scuotendo la testa e alzando lo sguardo sugli occhi azzurri di Scorpius dove vi lesse sgomento e una vaga traccia di stizza. 

Le sue parole, pronunciate come se stesse parlando ad un bambino, fecero scattere qualcosa in Scorpius che strinse i pugni lungo i fianchi cercando invano di nascondere la rabbia che infuocava dentro di lui. 

«Credi che non lo sappia?» La frustrazione nelle parole di Scorpius prese alla sprovvista Albus che indietreggiò stupito. Scorpius avanzò ancora di un passo con gli occhi intrisi di sentimenti nascosti a tutti fino a quel momento, era sempre stato troppo bravo a mostrarsi un libro aperto mentre in realtà le sue espressioni erano più difficili da decifrare di quelle di Rose. «Ma che cosa vuoi che faccia? Guardami Al, non posso odiarla. Ci ho provato e ho finito solo per danneggiare me stesso. Se non posso odiarla, posso almeno illudermi che possa essere mia amica?» pronunciò senza lasciare nemmeno per un secondo gli occhi verdi di Albus. 

Al lo guardò e gli sembrò di tornare indietro nel tempo a quando Rose aveva inveito contro quelle ragazzine che si vantavano di essere state con il suo ex. Lo stesso sguardo perso negli occhi nocciola di sua cugina si rifletteva ora in quelli azzurri di Scorpius e lui si sentiva sempre più impotente. 

Era davvero necessario tutto questo? Scorpius e Rose lo vedevano come un punto di riferimento e se lui non fosse stato lì a supportarli probabilmente avrebbero finito per farsi solo più male del necessario.

Forse a quel punto, rimanere amici non era un'opzione così tremenda come gli era parsa, e poi in questo modo, stando sempre a contatto l'uno con l'altro avrebbero potuto trovare di nuova quell'alchimia che era venuta in mancare prima che si lasciassero.

Meglio amici che nemici, no?

Signore e signori, stiamo arrivando finalmente ad un punto di svolta!

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Signore e signori, stiamo arrivando finalmente ad un punto di svolta!

Dai, che prima o poi ce la faranno!

Ex's and Oh's | Scorose Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora