25. nemmeno per un istante pt.2

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«È davvero necessaria questa sceneggiata?» 

Rose si voltò piano cercando di mantenere la calma per quanto le fosse possibile in quel momento, ma non appena incontrò il sorriso arrogante di Scorpius dovette davvero fare appello a tutta la sua pazienza. Lui se ne stava lì, seduto in modo scomposto su quella poltrona così scarlatta da fare a pugni con la sua divisa verde-argento. Nulla sembra toccarlo minimamente, nemmeno il fatto di essere stato intrappolato contro la sua volontà in sua stanza con la sua ex.

Non riusciva a spiegarsi come riuscisse ad apparire sempre così sicuro di sé, come se avesse tutto il mondo sotto il suo controllo e sapesse già quello che sarebbe successo. Rose avrebbe voluto strapparglielo con le unghie quel sorriso così falso da farla stare male, dov'era la fossetta sulla guancia destra, la sfilza di denti bianchi e la felicità sulla punta della lingua? Dov'era finito lo Scorpius così bello da farle venire i brividi lungo la schiena con un solo sguardo?

Rose non aveva mai provato sentimenti così contrastanti in tutta la sua vita: da un lato il suo cuore sembrava finalmente calmarsi davanti a quegli occhi così azzurri da ricordarle il rarissimo cielo limpido di Londra, ma dall'altra il tono con cui aveva pronunciato quelle parole le faceva venire voglia di prenderlo a schiaffi fino a quando non le avesse chiesto scusa.

Scusa per cosa, poi? Per essere uno stronzo? Per averle spezzato il cuore oggettivandola in quel modo? Per non ricambiare i suoi sentimenti?

Quando aveva scelto di ritornare sui suoi passi sapeva esattamente ciò a cui stava andando incontro, ma allora perché pur sapendolo continuava a fare così dannatamente male? Ci sarebbe mai stata fine a tutta quella sofferenza?

«Come?» chiese confusa, credeva che a voler evitare quella situazione fossero entrambi, non solo lei. Avanzò di un paio di passi lasciando che i lunghi capelli rossi le scivolassero sulle spalle evitando il suo sguardo, ancora non riusciva a guardarlo negli occhi senza che le mancasse il fiato o le venissero da piangere. 

«Dobbiamo parlare, è vero.» asserì tranquillo osservandole il volto al di sotto dei capelli chiari cercando invano di interpretare le sue emozioni.

Rose si irrigidì di colpo costretta ad affrontare un discorso per cui ancora non si sentiva pronta e si strinse nelle spalle. «Mi sembrava di essere stata abbastanza chiara l'altro giorno, fai pace con il cervello e poi, forse solo allora, potremmo parlare» replicò acida.

E si sentiva bruciare, bruciava dentro, guardando quel viso angelico che si apriva per la prima volta da quando avevamo discusso in un sorriso sincero e vagamente imbarazzato.
Che ci trovasse da sorridere anche in un momento come quello, poi, lo sapeva solo lui.

Scorpius si tirò sù a sedere senza abbandonare quel sorriso fiducioso che gli illuminava il viso e che la irritava terribilmente. «L'ho capito sai?»

«Che cosa?»

«Come ti sei sentita... Sì, insomma, ci siamo lasciati perché io ti trattavo come un oggetto e quando ti ho baciato senza... hai detto che non sei il mio giocattolo.» Improvvisamente imbarazzato il Serpeverde si passò una mano tra i capelli biondi e Rose desiderò avere uno di quegli aggeggi Babbani per catturare quel frangente per sempre perchè non capitava spesso di vederlo così.

«E quindi?»

«E quindi hai ragione. Ho sbagliato, ma Rose... ho paura che se tornassimo insieme io ti ferirei e fidati se ti dico che è l'ultima cosa che voglio.»

Tu mi stai già ferendo tenendomi lontana. Avrebbe voluto dirglielo, avrebbe davvero voluto farlo, ma Scorpius si era esposto per lei mostrandosi nudo davanti ai propri sentimenti e lo avrebbe fatto anche lei. 

Ex's and Oh's | Scorose Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora