8. così capisci che cosa ti sei persa

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Via il dente, via il dolore.

Rose Weasley sospirò fermandosi proprio davanti all'aula di Trasfigurazione dove lei e Scorpius si erano dati appuntamento per quel famoso progetto di Pozioni. Per quanto suo cugino avesse supplicato davanti ai suoi stessi occhi di cambiare compagno il professor Lumacorno non aveva voluto sentir ragioni e, dopo aver borbottato qualcosa relativo al "vincere una scommessa", lo aveva gentilmente invitato a tornarsene al suo posto.

Voglio andarmene.

Aprì la porta e non rimase sorpresa nel vedere che il ragazzo era già lì, le braccia incrociate sul petto e la bacchetta tra le dita impegnata nel trasfigurare un calderone e gli ingredienti.

«Ciao» lo salutò prima di gettare poco elegantemente la sua borsa su dei banchi dietro di loro e avvicinarsi a passo lento. Non aveva nessuna fretta di guardarlo in quegli occhi sempre così limpidi da farla stare male proprio come quando si era resa conto di essere innamorata di lui.

Il Serpeverde le fece un cenno del capo riponendo la bacchetta nelle tasche e Rose capì che probabilmente la sua voglia di essere lì con lei era persino minore della sua. «Sei in ritardo» affermò invece, già sul piede di guerra.

«Lo so, sono stata tratt-»

«Non mi interessa. Voglio solo che tu sappia che io ho avuto la decenza di presentarmi qui in orario rinunciando ad un pomeriggio intero in compagnia delle gemelle Catwick-» Rose gli lanciò un'occhiataccia mentre sentiva già l'irritazione salirle e stringerle in una morsa dallo stomaco fino al cuore  nel sentire quelle parole.

Ma Scorpius la ignorò prontamente e continuò la sua lista di papabili avventure. «-anche se sono sicuro che pure Heather di Tassorosso non sarebbe stata dispiaciuta, ha due tette enor-»

«Smettila.» replicò secca Rose, il volto una maschera di freddezza e la voce tremante. Scorpius sorrise maligno nel vederla così turbata.

«Sai Rose, credo proprio di doverti ringraziare.» se ne uscì lui poco dopo, e quando fu certo di aver attirato l'attenzione stupita della rossa continuò a parlare «Era da un po' che non tornavo in piazza e le ragazze sono state tutte così gentili nel farmi capire quanto gli fossi mancato, se capisci cosa intendo.»

Fu come se qualcuno avesse appena scagliato una maledizione senza perdono su di Rose che rimase pietrificata dalla sorpresa. Che si aspettava? Che sarebbe stato un semplice progetto? La sua amata compostezza sembrava essersi persa da qualche parte nei meandri della sua mente incapace di reagire come era sempre stato con lui. Priva da ogni maschera o finzione era stata libera di essere se stessa senza doversi mostrare sempre perfetta, ma ora stentava a riconoscere il ragazzo che aveva di fronte.

Pontò i suoi occhi nocciola in quelli azzurri di Scorpius che sembravano diventati di almeno dieci tonalità più scuri e rimase talmente sconvolta di non riconoscerlo più che fu costretta a dargli le spalle fingendo di sistemare alcuni ingredienti.

«Che hai, Weasley?» chiese avanzando di alcuni passi e sussurrandole a pochi centimetri dai suoi capelli rossi. L'uso del cognome la ferì più delle sue stesse parole e dei gesti che decantava di fare. «Gelosa forse?»

Che faccia da schiaffi.

Il pensiero di schiaffeggiarlo la fece sorridere mentre sentiva montarle dentro il nervosismo misto a qualcos'altro di decisamente più amaro, lo sconforto. Si voltò nuovamente per fronteggiarlo in preda alla collera ma lui la precedette. «Ma non ti preoccupare, se farai la brava potrei prendere in considerare l'idea di concederti una notte, d'altronde non sarebbe mica la prima.» concluse soddisfatto.

Ma Rose Weasley non sarebbe stata Rose Weasley se non fosse stata capace di sconvolgere i piani di Scorpius Malfoy. Perciò il biondo si ritrovò a dover trattenere il fiato quando lei avanzò verso di lui ritrovandosi a pochissimi millimetri dalle sue labbra e inclinò la testa di lato.

Ex's and Oh's | Scorose Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora