22. pezzi fondamentali ed eccezioni

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Rose scese dagli spalti con il cuore a mille per l'emozione. Si era appena disputata una delle migliori partite a cui avesse mai assistito, Serpeverde contro Corvonero, e fin da quando i capitani si erano stretti la mano c'era stata una forte rivalità.

Ovviamente alla fine aveva prevalso di almeno un centinaio di punti Serpeverde, ma Rose aveva trovato davvero gentile come avessero illuso gli avversari di avere anche solo una minima possibilità contro una squadra capitanata da un giocatore di serie A.

Per essere solo novembre faceva decisamente freddo e la ragazza non poté fare a meno di stringersi nel suo cappotto rosso e affondare il viso nella sciarpa dorata  della sua casata.

Non appena Scorpius, dopo aver fatto la doccia ed essersi rivestito, comparve sulla soglia degli spogliatoi gli saltò addosso cingendogli il collo. «Wow, è stato... wow! Era da tempo che non venivo ad una tua partita!»

Lo disse con leggerezza, con un sorriso sulle labbra e gli occhi castani ad illuminarne il viso, senza pensare troppo al peso di quelle parole.

Scorpius si irrigidì di colpo e sciolse con delicatezza l'intreccio di mani da dietro il suo collo. Non la guardò negli occhi nemmeno per un istante e quando lo fece non fu di certo per ricambiare la sua gioia.

«Ovviamente quelle con i Cannoni sono le più belle, ma come puoi saperlo? Le hai sempre evitate.»

Subito le guance le si dipinsero di rosso e lei finì per sfogare l'imbarazzo affondando i denti bianchi nella carne morbida delle labbra.

Era vero. Quando stavano ancora insieme aveva sempre evitato di assistere alle partite di Quiddich perché inconsciamente, forse sbagliando, gli attribuiva tutti i loro problemi.

Non conosceva nemmeno i suoi compagni di squadra, per non parlare del suo allenatore. Quello che Scorpius faceva, la vita che conduceva aldilà della porta dello stadio non l'aveva mai interessata.

Solo ora, ripensandoci, si sentiva stupida per essersi comportata in quel modo così infantile; Scorpius l'aveva messa da parte, era vero, ma anche lei aveva avuto numerose mancanze nei suoi confronti, prima tra tutte il non essergli accanto in un momento così decisivo della sua vita.

Aveva giudicato i compagni di squadra di Scorpius come palloni gonfiati impallinati con lo sport relegandoli subito alla categoria di persone che non le interessavano e con cui non avrebbe voluto avere a che fare.

Non conosceva quel lato di Scorpius, non sapeva se aveva dei rituali pre partita, se era scaramantico o se odiava giocare con la pioggia, in poche parole si era persa più di  un pezzo fondamentale.

«Lo sai che non ho mai-»

«Si, lo so. I miei amici ti stanno antipatici e blablabla, la solita storia.» la interruppe stizzito facendole alzare gli occhi al cielo.

Rose non riusciva a capire che cosa stesse succedendo, due giorni prima avevano parlato senza problemi nell'aula di Pozioni e lei aveva perfino creduto che le stesse dando una nuova possibilità eppure ora mentre la guardava glielo leggeva in faccia che non avrebbe voluto averla lì.

«Che hai?» 

Scorpius sbuffò con sufficienza e le lanciò un'occhiata di tralice. «Niente.»

Rose strinse i pugni lungo i fianchi abbandonando del tutto i buoni propositi e l'entusiasmo che l'avevano spinta ad aspettarlo fuori dagli spogliatoi e assottigliò lo sguardo studiando il suo volto alla ricerca di un qualsiasi indizio.
«Ah si? Perché sei stranamente uno stronzo oggi.» 

Le labbra carnose che tanto le piacevano si stirarono in un sorriso sfrontato prima di lasciar scivolare fuori parole intrise di veleno. «Oh wow, questo stronzo ti piace ancora però.»

Si irrigidì di colpo, presa alla sprovvista da quello che era stato senza ombra di dubbio un colpo basso e cercò di mascherare il fatto che quell'uscita l'avesse inevitabilmente ferita voltandosi per andarsene. Scorpius aveva agito d'istinto, come gli capitava fin troppo spesso quando si trattava di lei, con il solo intento di sfogare il nervoso e la rabbia che lo stavano annientando. 

Era impulsivo, sfrontato e soprattutto ferito  ma non era stupido, conosceva Rose più di se stesso e si pentì subito delle parole usate. Prima che lei potesse andarsene stizzita, la prese per il polso tirandosela a pochi centimetri dal suo petto. «Scusa, ho esagerato.»

Rose si strinse contro la camicia della sua divisa forzando un sorriso che sapeva di amarezza. «Decisamente. Che succede?»

«Mah niente, è quello che mi ha detto quel coglione di Corvonero.»

Le braccia di Scorpius la stringevano come se non volessero più lasciarla scappare e lei si ritrovò a pensare che in fondo le piacesse quel lato di lui. Era capace di infuriarsi per le cose più stupide un minuto prima e perdonarti seduta stante il minuto dopo.

Lei però era forse la sua unica eccezione, lo aveva ferito troppo perché lui la perdonasse così in fretta.

«Chi?»

«L'altro cercatore.»

«Che ti ha detto?»

«Che sabato saresti uscita con Josh.» Scorpius se la strinse addosso con più veemenza, come se anche solo il pensiero lo facesse stare male, guardandola negli occhi. Quello che ci lesse dentro però non si avvicinava neanche lontanamente a quello che il suo cuore avrebbe voluto sentire e si allontanò di scatto.

«Quindi è vero! Non ci posso credere!» Il Serpeverde indietreggiò guardandola sconvolto e lei non riuscì a trattenere un'imprecazione mentre cercava di spiegare. 

«Non è come sembra!»

Lui la guardò scettico stringendo i pugni dal nervoso. «Ah no? Perché a me sembra proprio che sia così.»

Rose fece per replicare già pronta per il pippone sulla sua indipendenza, ma il ragazzo alzò una mano per fermarla non appena aprì bocca.

Gli occhi azzurri la fissarono a metà tra il deluso e il vagamente disgustato, poi scosse la testa e la superò dirigendosi verso il castello. «Risparmiami le tue stronzate Rose, non ho voglia di sentirle ora.»

Rose rimase a fissare la divisa verde argento finchè non scomparve dietro gli alberi chiedendosi perchè mai quando si trattava di loro due ci fosse sempre qualcosa pronto a spezzare quel già precario equilibrio che avevano creato. 

Pochi minuti e tutti i progressi che avevano fatto in quelle settimane si erano fatti benedire. 

Oggi sono tornata a scuola

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Oggi sono tornata a scuola.
Sipario.

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