10. fai in modo che ne valga la pena

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Le labbra screpolate di Rose chiedevano pietà ormai da ore quando finalmente la ragazza smise di torturarle con i denti e si lasciò andare ad uno sbuffo stanco. Ci aveva riflettuto tutto il pomeriggio (oltre che alla sera precendente, durante la cena, in biblioteca e alla fine della lezioni) e ora, dopo ore intere passate a fondere i neuroni stanchi che le rimanevano sentiva di essere finalmente scesa a patti con la realtà.

Aiutare Scorpius o no?

Il dilemma che la stava perseguitano da due giorni era proprio questo. I motivi per i quali avrebbe dovuto dire di no erano molteplici e tutti ugualmente validi. Primo tra tutti, Scorpius era il suo ex ragazzo e era piuttosto sicura che il livello di sopportazione del Serpeverde nei suoi confronti al momento fosse piuttosto basso.

Se avesse accettato sarebbe stato imbarazzante e doloroso per entrambi e lei non era così sicura di poter tenere a bada i suoi sentimenti e mantenere la sua facciata di indifferenza.

Fin da primo anno infatti il ragazzo era stato l'unico capace di andare oltre e leggere tra le crepe di un muro costruito a base di indifferenza e apatia. Rose si era sempre chiesta come riuscisse a capirla persino meglio di Albus, che la conosceva letteralmente da tutta la vita che faceva ancora fatica a interpretare i suoi gesti. Ogni suo movimento, ogni sua espressione, ogni respiro corrispondevano ad un significato ben preciso nella mente di Scorpius. 

Per questo motivo lasciare Scorpius non era stata una scelta presa alla leggera, non era solo la fine di una relazione stupenda, ma anche il capolinea del suo viaggio con l'unica persona capace di capirla davvero. Prima di essere il suo ragazzo, Scorpius era stato soprattutto il suo migliore amico, la sua spalla, il suo confidente e ora lei non sapeva cosa fare.

Non si era mai pentita delle sue azioni, non era il genere di persona che l'avrebbe fatto, ma non poteva far altro che chiedersi come sarebbe andata a finire se lei non avesse deciso per entrambi. 

Rose era testarda, ma era anche una ragazza estremamente volenterosa e pronta a sacrificare se stessa per gli altri. In un certo senso credeva di avergli fatto un favore, senza lei tra i piedi avrebbe avuto tutto il tempo a disposizione per allenarsi e concentrarsi sul suo obiettivo. 

Amava Scorpius, l'aveva amato prima ancora che lui se ne accorgesse, prima ancora che facesse la prima mossa e prima ancora che si accorgesse dei suoi sentimenti per lui però non riusciva a non pensare come si fosse sentita negli ultimi mesi. 

Sapeva perfettamente che né Albus né Alice supportavano la sua scelta e che avrebbero preferito vederli discuterne come persone mature quali sarebbero dovute essere piuttosto che comportarsi in quel modo. 

Immatura. 
Infantile. 
Irresponsabile. 
Egoista.

Ognuno di questi aggettivi sarebbero stati adatti nel descriverla nei suoi difetti eppure tutti continuavano a credere che fosse perfetta.
Odiava quella parola perché lei era tutt'altro che perfetta.

O tutto o niente, o bianco o nero, o giusto o sbagliato.
Non esistevano vie di mezzo e il suo modo di agire era solo una conseguenza del suo modo di pensare.

Ricordava ancora con dolore quando si era resa conto di essere diventata come un trofeo, come un oggetto da sfoggiare con  possessione mista ad orgoglio, ecco, quel genere di sentimento non l'avrebbe augurato a nessuno.

Avrebbero potuto darle dell'infantile, dell'immatura e dell'egoista quanto avrebbero voluto ma no, lei non sarebbe tornata sui suoi passi

Però... beh, però lo avrebbe aiutato.

Lo avrebbe aiutato perché lui ci era sempre stato per lei, perché era stato un amico prima di un ragazzo e perché sapeva che a discapito di tutto quello che era successo tra di loro, non aveva mai avuto intenzione di ferirla. 

Era certa che lui lo avrebbe fatto per lei e Rose non si sarebbe di certo tirata indietro e poi magari a quel punto sarebbero potuti diventare anche amici. 

Amici.

«Rose dove stai andando?» chiese Alice quando la sua migliore amica si alzò di colpo facendo strisciare la panca sul pavimento della Sala Grande. Rose prese un grosso respiro lisciandosi la gonna con i palmi sudati e ignorando la domanda, poi alzò lo sguardo e lo punto dritto verso il tavolo di Serpeverde dall'altra parte della stanza.

Alice afferrò il polso della rossa prima che potesse allontanarsi e cercò il suo sguardo confusa. Quando i loro occhi si incontrarono, un lampo di consapevolezza attraversò quelli della Paciock che annuì e la lasciò andare. 

Rose percorse con passo deciso il corridoio laterale della Sala Grande e già metà strada poté notare come il chiacchiericcio fosse notevolmente diminuito al suo passaggio.

Non fu difficile individuarlo in mezzo ai Serpeverde, i suoi capelli biondi erano sempre stati troppo biondi per non essere notati.

Era seduto si spalle e stava ridendo per qualcosa che la ragazza mora al suo fianco aveva detto. Rose fu grata che avesse al suo fianco qualcuno come Violet Degeneres pronta a risollevargli il morale e ad alleggerire l'evidente tensione che iniziava a crearsi nella sala. 

Quando giunse alle sue spalle le risate erano del tutto cessate e Rose era sicura che buona parte della popolazione di Hogwarts avesse gli occhi puntati su di lei in quel momento. 

«Malfoy.» pronunciò sicura, ma il ragazzo non diede segno di averla sentita. Rose sbuffò e vide Albus fare i pollici in su per lei con un sorriso fiero sul volto. Suo cugino aveva capito le sue intenzioni fin da quando si era confidata con lui quel pomeriggio riguardo a quello che aveva sentito.

«Scorpius.» lo chiamò di nuovo, questa volta però gli posò una mano sulla spalla in modo che lui non potesse più ignorarla. Quando si voltò, Rose dovette concentrarsi con tutta se stessa per impedire al suo cuore di perdere un battito.

Tra testa e cuore hai scelto testa, Rose, si ricordò mentalmente. Hai deciso di non soffrire.

«Il professor Lumacorno mi ha detto che hai bisogno di una mano per Pozioni e vorrebbe che ad aiutarti fossi io.» disse senza mostrare un'ombra di incertezza. Stava mentendo ma lo stava facendo a fin di bene quindi non contava, no?

«Non ti preoccupare, ci ho già parlato, troverò qualcun altro.» Scorpius si riprese in fretta dall'iniziale sorpresa e fissò la mano di Rose ancora sulla sua spalla finché lei non la spostò imbarazzata. 

Rose alzò gli occhi al cielo sbattendo nervosamente il piede a terra. «Non c'è nessuno migliore di me e lo sai bene-»

«A dirla tutta, Weasley, non credo che tu sia la persona più adatta ad aiutarmi al momento.» fece notare Scorpius duramente con un'ombra di risentimento nella voce.

«Senti Malfoy, fammi il favore di stare zitto ed accettare il mio aiuto. Già che ti ho lasciato per il Quidditch, fai almeno in modo che ne valga la pena.» disse velenosa. Non le era certo sfuggito l'uso del cognome e il fastidio che le provocava il fatto che lui avesse voluta svalutarla. Non c'era nessuno in quella scuola migliore di lei in quella materia e non sopportava che venisse messo in discussione il suo primato dopo tutta la fatica che aveva fatto per conquistarlo.   

«Dopodomani alle tre nell'aula vuota al terzo piano. Buona serata.» concluse secca prima di girare i tacchi e tornarsene al suo posto al tavolo di Grifondoro. 

SBAM

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SBAM

Ogni tanto mi chiedo come abbia fatto a creare un personaggio così complesso come Rose. È il confine esatto tra una stronza allucinante e la ragazza dei sogni.
La amo.



Ex's and Oh's | Scorose Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora