"Rose Weasley e Scorpius Malfoy non stanno più insieme" si sussurra non poi così discretamente nei corridoi di Hogwarts.
Quello che nessuno sa, nemmeno Albus Potter, è il motivo della rottura della coppia più amata dal Gossipposo, il giornale più pe...
Esistono due tipi di studenti al mondo. Quelli che vivono la scuola con tranquillità non dando troppa importanza alle votazioni e quelli a cui l'ansia per il voto viene già la mattina appena svegli.
Beh, a Hogwarts non era certo un segreto che Rose Weasley e Scorpius Malfoy facessero entrambi parte della prima categoria di persone. Lei perché abituata ad essere la prima della classe fin dal primo anno, non si preoccupava neanche più dei voti che riceveva ma solo di studiare per il suo futuro, lui perché fermamente convinto che essi non stabilissero il valore di una persona. Per lui erano solo un numerino in alto a destra cerchiato di rosso accanto al suo nome.
Non era questo ciò che contava veramente, c'erano cose più importanti.
Eppure quel mercoledì mattina, fin da quando la sveglia era suonata, Rose aveva sentito qualcosa di strano pervaderle lo stomaco e attorcigliarglielo in una morsa letale. Quella sensazione divenne improvvisamente realtà quando varcata la soglia dell'aula di Pozioni, scorse accanto a suo cugino Albus una testa bionda a lei fin troppa conosciuta.
Quello stesso mercoledì mattina le regole dell'universo si invertirono improvvisamente perché, come Rose ebbe l'accortezza di notare, quel ragazzo che faceva su e giù per tutta l'aula e si torturava i capelli stringendoli tra le dita con in volto pervaso dal panico e dall'ansia era proprio Scorpius Malfoy.
Non fece nemmeno in tempo ad avvicinarsi per tranquillizzarlo che, puntuale come non lo era mai stato, Lumacorno entrò in aula e annunciò la restituzione dei compiti scritti.
Quando il foglio bianco scivolò sul suo banco, Scorpius lasciò finalmente stare i suoi capelli e lo fissò inerme. Nessuna emozione traspariva dal suo volto e Rose temette seriamente che tutte quelle ore passate a ripetergli i concetti base non fossero servite a nulla.
Poi, improvvisamente successe qualcosa che nessuno si aspettava, Lumacorno battè con gli occhi ricolmi di orgoglio una sua manona rugosa sulla spalla di Scorpius e gli fece i complimenti.
«Ho trovato un'ottima insegnante.» replicò il Serpeverde trattenendo a stento un sorriso luminoso e facendogli l'occhiolino. Rose sentì il cuore accelerare e seppe in cuor suo di aver fatto la cosa giusta accettando di aiutarlo a studiare.
Lumacorno parve soddisfatto e continuò la consegna non dimenticandosi di riempire di complimenti la giovane Weasley che, com'era prevedibile, ricevette il suo compito immacolato.
Rose gettò un'occhiata distratta al suo voto per nulla stupita di travarci una E e si voltò raggiante verso Scorpius che fissava ancora incredulo il suo compito.
E quando lui si voltò a guardarla, con quel sorriso che le aveva fatto perdere la testa anni prima e gli occhi più azzurri che avesse mai visto, Rose temette di star perdendo il senno.
È normale che sia più fiera della sua misera O che della mia E?
È possibile amare qualcuno così tanto da volerlo vedere sempre felice?
Più tardi, finita la lezione, Scorpius le si avvicinò per ringraziarla e nel farlo le chiese se sarebbe venuta a vederlo giocare quel sabato pomeriggio.
«Per te non sarà una passeggiata?» Nonostante si allenasse con i Cannoni di Chudley, Scorpius continuava a giocare a Hogwarts per i Serpeverde con grandissima gioia degli studenti della sua casata che regnavano indiscussi sulla Coppa delle Case già da tre anni.
Il ragazzo rise piegando la testa di lato e lasciando cadere un ciuffo di capelli davanti agli occhi. «Certo, ma fa sempre bene allenarsi e inoltre non gioco contro una squadra avversaria da un bel po'. E poi qui è dov'è iniziato tutto, è dove ho dimostrato a tutti chi sono davvero, è come se fosse una tradizione.»
«Ti ricordi quando hai quasi buttato giù dalla scopa James?»
«Certo che mi ricordo, tuo cugino non mi ha parlato per settimane intere.» La fossetta sulla guancia sinistra di Scorpius era l'unica cosa che riusciva a vedere, percipiva i suoi occhi scrutarla e perfino il suo profumo a pochi passi da lei, ma non riusciva a distogliere lo sguardo da lì. Dovette farsi violenza per non stampare un bacio proprio lì, tra le insenature di quella pelle bianca constellata di tanto in tanto da piccole imperfezioni.
Scorpius che sorrideva era sempre stato uno spettacolo mozzafiato, i capelli biondi più lunghi del solito che gli accarezzavano la fronte e gli occhi azzurri color del cielo che guardavano lei, solo e soltanto lei.
«E tutto perché...»
Un sorriso, riflesso involontario dato dall'emozione di sentirlo completare la sua frase.
«Perché avevi la mia maglia addosso e James ti ha urlato di non fraternizzare con il nemico.»
Rose scoppiò a ridere al ricordo della faccia rossa di James mentre le urlava contro che con il Quidditch non si scherza. Era assurdo come la sua famiglia avesse accettato fin da subito Scorpius, sia come suo amico che come suo ragazzo (perfino Ron alla fine aveva finito per affezionarsi contro la sua volontà), eppure sarebbero stati in grado di smettere di parlarle, rinnegarla e accusarla di tradimento se avesse tifato ancora una volta per Serpeverde.
Scorpius le aveva regalato la sua maglia verde con un sette argentato stampato dietro e lei non aveva mai smesso di indossarla sotto quella rosso-oro di Grifondoro.
Era un modo come un altro per sostenere tutte le persone più importanti della sua vita.
Un ragazzo poco più piccolo di loro, che Scorpius non aveva mai visto prima, si schiarì la voce interrompendo la sua risata. Rose notandolo alzò gli occhi al cielo e sul suo volto si dipinse un'espressione dispiaciuta. «Oh, devo andare.»
«No, aspetta» era stato più forte di lui, quell'impulso che lo spingeva sempre a fare le cose prima di rifletterci due volte aveva preso il sopravvento e aveva finito per fermarla per il polso. «Beh, uhm, a proposito di tradizioni... forse dovresti indossarla anche questa volta, sempre tu ce l'abbia ancora.»
C'era una sorta di amarezza in qualle ultime parole che, se Rose colse, decise di ignorare per il quieto vivere e perché finalmente sembravano viaggiare entrambi sulla stessa lunghezza d'onda. Ma c'era anche un altro motivo per cui non rispose alla provocazione e rimase in silenzio, e quel motivo si trovava ripiegato con cura nel cassetto più in basso del suo armadio.
Una stoffa lucida, verde con i riflessi argentati, un numero, un serpente decorato con cura e un cognome, Malfoy.
«A che scopo?» sorrise furba cercando di ignorare le gambe tremanti e il cuore che le batteva all'impazzata. Conosceva il motivo di quella richiesta, ma voleva sentirselo dire. Voleva che confessasse di volerla con lui anche dopo tutto quello che era successo tra loro e voleva che fosse lui a dirglielo.
«Mi ha sempre portato fortuna.» Scorpius si grattò il retro del collo in imbarazzo fissando con insistenza il suo compito ancora posato sul banco, mentre Rose non poté evitare di far nascere sulle sue labbra un sorriso.
Non era esattamente la confessione che avrebbe voluto ma per ora si sarebbe fatta bastare quella.
Finse di pensarci su per un po' perché curiosa di vedere la sua reazione e un po' per cercare di preservare il suo ormai inesistente orgoglio. Scorpius spalancò gli occhi cristallini vagamente offeso dal fatto che lei stesse seriamente valutando di non accettare, ma si riscosse subito non appena udì la risata della ragazza invadere il silenzio attorno a loro.
«Mh, ci penserò»
Massì, pensò Rose, chissenefrega dell'orgoglio, tanto sappiamo entrambi che ci sarò e avrò quella maglia addosso.
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